domenica 30 dicembre 2018

Lezioni di pick'n'pop

Eccoci con le pagelle del dopogara tra De' Longhi ed Assigeco Piacenza.
Per gli approfondimenti, come già detto, ci rileggeremo dopo il match del "Carnera" della prossima settimana.
Buon anno!

Tessitori 6: ottimo sotto le plance, dove fa valere chili e centimetri piazzando anche qualche bella stoppata. Il problema non sono i 6 rimbalzi catturati... ma il fatto che il diretto avversario, cioè Ogide, lo emuli nei punti fatti (20, ma con 4 bombe su elementari situazioni di scarico) e gli prenda anche diversi rimbalzi in testa.
Burnett 5: si riscatta parzialmente nell'ultimo quarto, quando con un paio di giocate prova a riaprire la contesa. Ma prima ne combina di ogni, dalle palle perse ai falli sciocchi, sino a canestri facili sbagliati ed a scelte discutibili.
Alviti 4: forse non al top della forma, ma un autentico disastro. Tolti i primi minuti, non ne azzecca mezza. E gli avversari sguazzano a rimbalzo offensivo.
Wayns 5: si esalta nel consueto secondo quarto. Ma prima si esibisce in uno 0/4 da 3, figlio anche di situazioni al limite. Poi sbaglia molto, moltissimo, compreso il tiro dell'ultima speranza, sul -7 a un minuto e spiccioli dal gong. Passo indietro.
Antonutti 6,5: partendo dalla panchina, non dispiace. Dimenticato in panca ad inizio ultimo quarto, suona la carica sommando i falli subiti con le gite in lunetta. La tripla di chiusura suona beffarda.
Imbrò 6,5: la mira non lo supporta ma almeno il siciliano si impegna in regia smazzando 9 assist e facendo girare la palla dopo un inizio di partita da incubo per i suoi. Con quel tendine sempre fastidioso è difficile chiedergli di più, anche perché Sabatini sguscia da ogni parte.
Chillo 6,5: è in campo nei momenti migliori di TVB, contenendo i finti lunghi di Ceccarelli e giocando in maniera puntuale in attacco. Un paio di belle stoppate anche per lui. Coraggiosa difesa sui cambi con Murry, fa quel che può.
Uglietti 5,5: gioca tre ruoli, fa quel che può ma alla fine paga dazio sia alle accelerazioni di Sabatini che alle giocate di Formenti. Poco brillante anche in appoggio alla regia.
Lombardi 5: bello il 7-0 personale a fine terzo quarto. Ma prima e dopo si vedono solo errori, alcuni marchiani. Che sia in flessione dopo un periodo di grande brillantezza fisica?
Menetti 5: solito inizio soft, poi si affida alla coperta di Linus Maalik. Però quando Ceccarelli si affida al quintetto microscopico con 4 esterni e Ogide insiste nel proporre accoppiamenti classici, puntualmente puniti dal nigeriano che si fa beffe della lentezza di Tessitori sul perimetro. E l'idea della zona si rivela deleteria.

Diouf 6: buttato nella mischia quasi per disperazione, vista l'inconsistenza di Vangelov, ripaga il suo allenatore con buoni movimenti e due punti su tap-in.
Ogide 8: fuori dall'area trova il suo regno ed una ragione tattica. Tre triple in fila nel terzo quarto, un'altra nel break di 14-0 che marchia a fuoco la gara. E tanto lavoro a rimbalzo, anche offensivo. 
Formenti 7: silenzioso ma essenziale, sale di tono col passare dei minuti cercando e trovando soluzioni efficaci. Stoico ad un certo punto: perde la lente a contatto e gioca ugualmente in attesa che lo staff medico gliene procuri un'altra.
Antelli 5: da play si fa uccellare sia da Wayns che da Imbrò, da guardia non ne azzecca una. Per sua fortuna, con un Sabatini così ispirato il suo apporto non è decisivo.
Graziani ng
Piccoli 6,5: il riscatto di Piacenza parte da due suoi preziosissimi tiri liberi a fine terzo quarto. Un break chiuso sempre da lui 4 minuti dopo. Poco appariscente ma molto utile, anche da finto lungo.
Ihedioha 6,5: inizia con 5 punti rapidi, poi si eclissa. Ma nell'ultima frazione due delle tante triple Assigeco portano la sua firma e sono pesantissime.
Murry 6: croce e delizia. Gioca a viso aperto e si prende responsabilità. Poi però eccede in sciocchezze che possono costare carissimo, vedi il tecnico per esultanza smodata o il fallo in attacco su rimessa da fondo sull'82-89.
Sabatini 8: per un rimbalzo non trova la tripla-doppia - nota per tutti: i falli subiti non concorrono al calcolo, non trattandosi di voci dipendenti dalla prestazione diretta del giocatore. Si fa comunque ampiamente rimpiangere ed alla fine la chiude lui, con una bomba. Dimostrando di essere cresciuto anche al tiro.
Vangelov 5: tanti centimetri sprecati, trova gloria solo in un occasionale mismatch con Imbrò.
Ceccarelli 7,5: per il secondo anno consecutivo sbanca il Palaverde ed anche stavolta l'impresa gli riesce grazie a smallball e tiro dall'arco. Scelte difensive quasi sempre azzeccate, tanta fiducia espressa ai suoi anche nei momenti più critici e tattica da manuale in attacco.

domenica 23 dicembre 2018

Della fiducia, della serenità e della qualità

Eccoci con il consueto appuntamento della disamina tecnica e tattica del match della De' Longhi. Argomento odierno, ovviamente, il successo casalingo ottenuto ieri sera su Ravenna. Una vittoria affatto semplice e per nulla scontata: non inganni il lettore lo scarto conclusivo o la progressione seguita al primo quarto. Piuttosto si è trattato ancora una volta di un risultato figlio tanto di un lento ma costante miglioramento (dei singoli) quanto di qualche atavico difetto (del gruppo) che incide soprattutto all'inizio di partita.

Andiamo con ordine. Quindi iniziamo da quel 0-8 ravennate. Una mazzata per chiunque, anche perché contraddistinta da una evidente difficoltà nell'imbastire una reale azione offensiva. E qui il plauso va ad Andrea Mazzon, capace di leggere al meglio la scelta primaria di TVB (pick'n'roll con Tessitori dal gomito ed eventuale riapertura sul lato). Facile ribadire la risultanza della scelta difensiva OraSì: quasi 4 minuti di digiuno assoluto ed un mare di palle perse - 7 nel solo primo quarto (a fronte di una media partita di 14), comprese due infrazioni di 24". Ecco, con simili premesse qualunque match apparirebbe simile alla scalata verticale della parete nord della Grande di Lavaredo.

Invece... invece entra in gioco il primo fattore. La fiducia. Otto vittorie in fila non si collezionano solo per caso o per mera fortuna, citando qualche tifoso fortitudino che recentemente ha attribuito a Menetti una eccessiva dote di metaforico fondoschiena per aver affrontato due domeniche fa la terza forza Forlì nell'occasione orfana di Giachetti e con un paio di pedine non al meglio. Una striscia vincente e convincente si basa sulla capacità di trasmettere a tutti gli attori sul campo un valore fondamentale. La fiducia appunto, ovvero quella capacità di non disunirsi trovando al proprio interno le energie psicofisiche necessarie a sostenere uno sforzo imprevisto. Perché per variare il gioco offensivo può essere sufficiente un timeout in cui disegnare un paio di schemi sulla lavagna; ma occorre mente sgombra e notevoli attributi per dimenticare quanto avvenuto in precedenza. Compresi tiri liberi sbagliati oppure occasioni dal perimetro fallite di un soffio.

E qui parliamo del secondo fattore. La serenità. Tranquilli, come se fosse una partitella d'allenamento senza pubblico, i biancocelesti hanno ripreso a macinare gioco. Specchio fedele di questo elementare principio è Maalik Wayns. Sì, proprio l'oggetto misterioso delle prime giornate di campionato, il play-non play che fino ad un paio di mesi fa pareva la riedizione di Lionel Chalmers. Elogiato dallo stesso Mazzon al termine della partita ricordandone i trascorsi NBA, il folletto statunitense ha chiarito per l'ennesima volta quanto sia importante mantenere salda la barra anche quando il mare pare in burrasca. Tranquillo, quasi distaccato, ha eseguito quel che sa fare: pick'n'roll col lungo per la tripla, gioco di sponda sul perimetro con gli altri esterni, staffetta con Burnett ed Uglietti in regia. E pazienza se la differenza di stazza e centimetri con l'atipico Laganà si è rivelata talvolta penalizzante. Come titolava un film di oltre dieci anni fa, "Non Pensarci". Meglio restare sereni e concentrati sul proprio ruolo senza concedersi distrazioni con i se ed i ma. Così in un amen arriva il break di 20-2 che rivolta la gara come un calzino e tanto può bastare.

Poi c'è il lato qualitativo. E qui occorre spendere due parole su Amedeo Tessitori. Non sono moltissime le squadre di A2 che possono contare su un pivot tecnico e potente come il pisano, dotato di ampio repertorio offensivo ma efficacissimo anche in copertura - noterella per i rilevatori statistici: le stoppate rifilate dall'ex Biella risultano almeno 5, stando al taccuino mio e di Ubaldo... non solo due.
Ma restiamo in argomento. Tessitori si diceva: bravo anche lui a scuotersi dopo le sberle iniziali, giocando anche fronte a canestro facendo saltare qualunque piano tattico di marcatura: gli togli l'amato pick'n'roll per l'appoggio? Amedeo si apre ai 5-6 metri per il tiro (persino dal palleggio!). Pensi che Lombardi possa essere un problema a rimbalzo offensivo e lo tagli fuori? Ecco Tex che cattura tre palloni in area e converte oppure riapre il gioco. Per la Nazionale è sicuramente ancora da sgrezzare ma in questa A2 non ci sono molti altri centri italiani che possano contrastarlo efficacemente.

Ovviamente ci sono anche le pecche. Ad esempio il 6-0 concesso a Ravenna a fine secondo quarto o le due amnesie su Montano a cavallo della terza sirena che sono costate altri sei punti tra il fallo sciocco di Uglietti e la bomba inaugurale dell'ultima frazione. Dettagli correggibili, intendiamoci. La pazienza di Menetti non è eterna, per quanto il tecnico reggiano ami ripetere di aver perso più di un capello bianco in carriera (autoironia inside). Si può e si deve migliorare. Intanto ci si può godere un Natale tranquillo e preparare con calma gli ultimi due impegni del girone d'andata, il match casalingo pre-veglione con l'UCC di Sabatini e ed il derby dell'Epifania. 

A tutti voi lettori, giungano intanto i miei auguri di buone festività. Pagelle del 30 dicembre a parte, ci rileggeremo con piacere nell'anno nuovo.

sabato 22 dicembre 2018

Chi si ferma è perduto

Pagelle prenatalizie. Ma senza esagerare con lo zucchero, ché in questo periodo si tende sempre a sovrabbondare. A domani per l'analisi tecnico-tattica e per i doverosi auguri.

Tessitori 8: mostruoso. Quasi perfetto al tiro, una macchina a rimbalzo, puntuale nelle chiusure. E dire che l'inizio di partita era stato davvero difficoltoso, stante la scelta di Mazzon di raddoppiare sistematicamente sul pick'n'roll e di togliere spazio sulle linee di passaggio verso l'area. Invece il pisano ha dimostrato ancora una volta di poter essere ago della bilancia (in positivo) di questa TVB. Anche gestendo i falli: 3 e tutti nel terzo quarto.
Burnett 6,5: carburazione lenta ed a tratti difficoltosa per Dominez, un po' limitato dai problemi fisici. Ma ugualmente prezioso in percussione. Meno efficace nel playmaking diffuso (3 perse, troppe).
Sarto ng: 81 secondi di puro garbage time.
Alviti 6,5: non era facile giocare con la morte nel cuore a causa di un lutto in famiglia. A volte ci si dimentica che i professionisti sono uomini e non macchine insensibili. Nella partita del ciociaro c'è di tutto, in positivo ed in negativo. Abbastanza per strappare un'ampia sufficienza.
Wayns 8: ormai il secondo quarto è il suo terreno esclusivo di caccia. Ha demolito la scatola difensiva ravennate a suon di bombe contribuendo fattivamente ad invertire il corso del match. Non pago, nel finale ha ripreso a colpire distruggendo le ultime speranze ospiti.
Antonutti 6: voto strappato a rimbalzo difensivo (6 appunto) e con qualche giocata di puro carattere. Ma nulla più.
Imbrò 6,5: con un solo allenamento nelle gambe ed il tendine ancora in disordine ha fatto il possibile. Che all'inizio è stato poco o nulla, anzi quasi soltanto disastri. Poi, a muscoli caldi, è diventato uno spettacolo pirotecnico tra triple ed incursioni.
Chillo 6: prestazione irta di difficoltà anche per il bolognese, decisamente non a suo agio col metro arbitrale e con il dinamismo di Hairston. 
Uglietti 6: lasciando stare la stupidaggine a fine terzo quarto su Montano, una buona prestazione. In futuro però sarà preferibile evitare falli così sciocchi.
Lombardi 7: battezzato da fuori, Eric ha dimostrato ancora una volta di non essere soltanto un complemento di atletismo per i muscoli ed il post basso di Tessitori. Tenendo presente che a rimbalzo difensivo il suo apporto non manca mai (5).
Menetti 6,5: inizio difficoltoso, troppe palle perse - 7, di cui tre su infrazione di 24". Positiva la reazione anche tattica, cambiando qualcosa ed eludendo le trappole difensive di Mazzon.

Hairston 7: non è dispiaciuto, sia per il dinamismo che per la capacità di giocare in avvicinamento. Purtroppo per lui, i colleghi di reparto non l'hanno assistito. Ed al suo quinto fallo la luce si è definitivamente spenta.
Smith 4: un pianto, pallido ricordo del realizzatore folle di Roseto. Pochissime iniziative (oltretutto sbagliate) e tanta confusione. Ovviamente, zero difesa.
Montano 6,5: si è svegliato solo nel finale, abbastanza per riportare la sua squadra sul -7 con nove minuti sul cronometro. Ma da lì in poi non ha potuto fare altro se non osservare Ravenna scivolare sempre più in basso.
Jurkatamm 3: ok la gioventù... ma è stato oggettivamente deleterio.
Cardillo 5,5: positivo nel primo tempo, corpo estraneo nella difesa, salvo il breve passaggio da 4 tattico in un quintetto minuscolo.
Masciadri 4: nessuna bomba a bersaglio per il tradizionale giustiziere della De' Longhi. Ed è stata una vera notizia. In uscita dalla panchina si è notato pochissimo.
Gandini 4,5: bello il primo canestro in appoggio. Poi il vuoto pneumatico. E senza la sua fisicità Hairston si è ritrovato troppo solo.
Laganà 7,5: ha cantato e portato la croce per 30 minuti. Che altro chiedergli? Anche perché gli unici segnali di vita dell'OraSì sono giunti soltanto quando il timone giallorosso era affidato a lui.
Mazzon 5,5: ottima l'idea iniziale di togliere ossigeno alla manovra trevigiana bloccando le ricezioni per Tessitori e togliendo spazio vitale sui lati ai piccoli. Ma quando la lucidità di un paio di pedine chiave è venuta meno, la partita è svoltata. Ha pagato la serataccia di diversi suoi giocatori ed alla fine ha rimediato un passivo pesante.

lunedì 17 dicembre 2018

The constant gardener... ovvero come uscire dal Roseto senza pungersi

Eccoci con il consueto appuntamento del lunedì, la disamina tattica del match. Stavolta tocca alla vittoria in esterna di TVB in Abruzzo. Un successo prezioso perché maturato in un momento di difficoltà. Checché ne possano pensare i detrattori o i critici a prescindere, non è semplice affrontare la trasferta più lunga e dunque più stancante della stagione regolare (Cagliari a parte, ma quello è un altro discorso) per fronteggiare una squadra teoricamente più debole ma galvanizzata da alcuni recenti successi e forte di una gioventù che si traduce in atletismo e sfrontatezza. Aggiungiamo al conto le difficoltà d'allenamento - Imbrò bloccato dalla tendinite, Tomassini che tarda a rientrare, Barbante out per la spalla, Epifani ancora non disponibile, Burnett che salta la prima seduta della settimana - ed il quadro è tutt'altro che confortante. Non dimentichiamo infatti che la partita domenicale è figlia del lavoro svolto nei cinque giorni precedenti, quindi potersi allenare a ranghi completi è ben diverso da dover fare di necessità virtù.

Eppure, a dispetto di tutte queste insidie e di molte altre palesatesi in partita, la De' Longhi è tornata da Roseto senza graffiarsi nel ginepraio di coach D'Arcangeli. Merito sostanzialmente di due fattori. Il primo è psicologico. Dopo la spallata iniziale degli Sharks, coincisa con una pericolosa abulia offensiva, il rischio concreto di un crollo mentale era palese. Invece è bastato poco, una percussione di Uglietti o la bomba a freddo di Sarto, per ridare fiato e rilanciare tutta la truppa biancoceleste. Che poi si è affidata a Wayns, particolarmente efficace nel secondo quarto, per scavare il solco da difendere.

Il secondo fattore è squisitamente tecnico. Contro un'avversaria veloce ed atletica ma impostata per un gioco controllato difensivamente, la chiave tattica è stata la pazienza. Prima appoggiando palla in post a Tessitori, anche rischiando di perdere qualche possesso ma venendo ripagati dalle giocate di potenza e di fioretto del pisano. Poi lasciando carta bianca a Burnett le cui potenti incursioni non erano arrestabili da nessun abruzzese. Vincere una gara in cui il tiro da 3 non funziona (5/19) ed in cui le ali forti patiscono il dinamismo di Akele poteva sembrare complicato. Invece, a parte i primi minuti di partita ed uno sbandamento a cavallo della terza sirena, TVB è riuscita a centrare l'obiettivo. Il settebello in mano a Menetti ripaga del lavoro svolto e consente di puntare a chiudere dicembre con un filotto di successi, speculando sugli ultimi due turni interni con Ravenna e UCC Piacenza. Abbastanza per inseguire la capolista Fortitudo, a due punti di distanza, e per porre una seria ipoteca sulla partecipazione alle Finali di Coppa. Quindi, ora più che mai, chi si ferma è perduto. Il mantra d'ora in avanti è "perseverare".

domenica 16 dicembre 2018

E penso a Tex...

Consueto appuntamento con le pagelle post partita. Domattina l'analisi della gara vinta da TVB a Roseto.

Person 5,5: individualista è il termine esatto per definire una guardia che si prende il 40% dei tiri dall'arco di squadra (sbagliandone 7 su 10, va detto) e perde 6 sanguinosi palloni. Unico pregio, la capacità di attaccare a testa bassa per calamitare falli altrui. La dirigenza Sharks in passato aveva pescato guardie dal talento sopraffino spendendo pochi soldi. Questo Person non rientra nella categoria.
Rodriguez 4,5: dovrebbe essere un play, gioca principalmente da guardia. Poche idee e parecchio confuse. E cinque falli, uno meno utile dell'altro.
Ianelli 6: è in campo durante il break a cavallo dell'ultima pausa. Difensivamente non dispiace, in attacco è invisibile.
Nikolic 5: né carne né pesce. Doti tecniche interessanti, è pur sempre un play di 2 metri. Ma gli mancano freddezza nelle scelte, raziocinio nell'amministrazione e posizione difensiva. Acerbo, l'esperienza americana non pare avergli giovato.
Eboua 5: buttato in campo quasi per disperazione, non ne combina una giusta. La sua scusante è la scarsa esperienza ma sarebbe il caso di sfruttare le occasioni in campo per crescere.
Sherrod 5: inizia positivamente, bei numeri contro Chillo, poi si fa surclassare da Tessitori. Tanti minuti in panchina, al rientro in campo non fa nulla. E Treviso scappa.
Akele 6,5: impreciso sia in azione che in lunetta, ma il dinamismo a volte paga. Da 4 tattico surclassa nei movimenti sia Lombardi che Antonutti. Ancora grezzo in difesa ma il futuro gli appartiene.
Panopio 7: coraggioso a buttarsi su ogni pallone ed a cercare l'entrata in penetrazione. Arcigno anche in marcatura. Senza paura, indubbiamente il migliore per la sua squadra.
Pierich 3: lento e pachidermico, la mano non sembra più quella dei giorni migliori. A tratti sembra un giocatore da Promozione. Con la differenza che quest'ultima categoria comprende soltanto amatori e dopolavoristi.
D'Arcangeli 6: senza Bushati deve reinventare un quintetto già povero di alternative. La mossa teoricamente vincente è il ricorso alla gioventù di Panopio e Ianelli ed al quintetto senza centro. Il colpo da ko resta però in canna: non è colpa sua se il teorico centro di riserva è Pierich e se Person spara a salve.

Tessitori 7,5: si regala persino una tripla frontale in quella che è una delle sue prestazioni migliori. Gli serve un quarto per prendere le misure a Sherrod, poi diventa devastante. Non è casuale che la De' Longhi accusi difficoltà quando il pisano deve rifiatare in panchina.
Burnett 7,5: a lungo silente e giocatore di sponda. Nel finale si accende colpendo al cuore Roseto con penetrazioni al ferro, sempre dal lato sinistro, evidenziando le lacune della retroguardia abruzzese.
Sarto 6: senza Imbrò, ha spazio e responsabilità. Si presenta al match con una provvidenziale tripla. Poi poco o nulla.
Alviti 6: sufficienza raggiunta col lavoro di squadra ed i rimbalzi (7, tutti in difesa). Sugli spalti ha un nugolo di tifosi personali ma davanti ad amici e parenti offre una prestazione balistica da dimenticare, con un 1/6 da 3 che grida vendetta.
Wayns 6,5: la sua partita è tutta nel secondo quarto in cui infila 9 dei suoi 11 punti totali. Per l'ennesima volta: è una guardia in un corpo da play, quindi occorre tanta pazienza. Intanto però ha capito come rendersi utile.
Antonutti 5: non tiene Akele che sguscia da ogni parte. E davanti punge pochino. Nota statistica, i rilevatori gli attribuiscono erroneamente due liberi tirati e sbagliati da Burnett, abbassandogli la percentuale in lunetta al 50. Karma riequilibrato dopo lo 0/2 di un anno fa ad Imola attribuito a Fantinelli?
Chillo 4: partita da incubo, Sherrod sembra Charles Barkley contro di lui. -7 di plus/minus, unico negativo di tutta TVB. Non una casualità.
Uglietti 6,5: nota stonata quelle 3 palle perse ma al solito il suo ingresso in campo rivitalizza tutta la De' Longhi. Sgrava Wayns dai compiti di regia, difende duro su ogni esterno avversario e si conferma velenoso in entrata. Preziosissimo.
Lombardi 5: dopo tante belle partite, una prestazione decisamente sottotono. Succede.
Menetti 6,5: la sua squadra fatica a giocare a ritmo basso e non riesce ad ottenere quei recuperi vitali per scatenare il contropiede. Senza Imbrò e con basse percentuali da 3 (26%) trova l'antidoto nelle accelerazioni degli esterni e nel post basso di Tessitori.

lunedì 10 dicembre 2018

Progresso e progressione

Nono referto rosa in campionato, sesto consecutivo. Come si spiega la metamorfosi della De' Longhi da squadra-cantiere balbettante ed incerta a schiacciasassi capace di limitare i migliori attacchi dell'A2/Est ovvero Imola e Forlì?

Partiamo da un presupposto. Come insegnava nelle stagioni passate Stefano Pillastrini, la difesa è presupposto irrinunciabile per la costruzione di una identità di squadra. Ed il miglioramento di TVB parte da lì, da una decisa crescita che passa attraverso la consapevolezza del ruolo di ciascun biancoceleste. La presenza in quintetto base di Davide Alviti e di Eric Lombardi equivale ad atletismo, rapidità, braccia lunghe da impiegare per sporcare linee di passaggio. La dimostrazione: contro l'Unieuro, saldo positivo tra recuperi e perse (12-9), con quattro intercetti del ciociaro e due del piemontese. E 20 palloni gettati alle ortiche dai romagnoli. Con conseguente contropiede, primario soprattutto, che esalta le capacità in campo aperto dei tanti elementi a disposizione di coach Menetti e che riduce i rischi di doversi affidare soprattutto al gioco controllato.

Ecco, la dimensione a metà campo. Tallone d'Achille (non di Chillo, con buona pace del mio socio di telecronache Ubaldo) di TVB sin dal precampionato, l'attacco a difesa schierata ogni tanto riserva ancora qualche incertezza. Lo si è visto anche ieri, all'inizio, contro Forlì. Coach Menetti ha puntato il dito contro i primi minuti, con diverse problematiche legate ad una manovra poco fluida, qualche personalismo, situazioni delicate risolte il più delle volte da un Tessitori in netta crescita. Ormai è evidente che questo gruppo necessita di un minimo di tranquillità unita a fiducia: con simili presupposti è possibile anche far assumere a Maalik Wayns le fattezze di playmaker.

Torniamo ancora una volta sull'americano ex Sixers. Autentica cartina tornasole dei progressi di tutta Treviso Basket, Wayns sta dimostrando che l'operazione psicologica funziona. Prendiamo la partita di ieri: inizi di gara in difficoltà, sbagliando qualche tiro (comunque tutte soluzioni ben costruite) e non riuscendo sempre a leggere le situazioni, patendo la velocità di Bonacini sul fronte opposto. Poi, al momento opportuno, ecco la svolta: due penetrazioni al ferro colte riconoscendo quella frazione di incertezza di Forlì; dopo la pausa, fuoco alle polveri e pioggia di bombe all'interno del break decisivo. In termini statistici, da -1 di valutazione e -3 di plus/minus a +10 e +8 rispettivamente. Casualità?

Parliamo anche di Lombardi. La promozione in quintetto base non è solo figlia del buon stato di forma dell'ala che ha finalmente dimenticato l'incidente estivo con lo scooter. Eric in fondo si è preso quel naturale ruolo di 4 atletico pensato lo scorso giugno per un americano, piano tecnico poi saltato a causa del pasticcio Fantinelli - un problema non solo di comunicazione, visto che il gran rifiuto è costato il cambio di strategia con una coppia straniera di guardie, Tomassini da aspettare ed Antonutti da tenere obtorto collo. Lombardi consente alla De' Longhi di avere maggiore copertura in difesa, esalta le capacità di tiratore di Alviti, può aprirsi a sua volta per il pick'n'roll (o pop) e, aspetto importantissimo, può aiutare Tessitori alternandosi con lui in marcatura sul lungo più pericoloso.

Poi c'è tutto il resto. Cioè i miglioramenti di Imbrò, sempre più responsabilizzato, o l'affidabilità di Uglietti. Tutti puntelli alle solite certezze, vale a dire Burnett e Chillo, più Antonutti che in uscita dalla panca acquista un senso compiuto senza far perdere alla squadra preziosa energia difensiva. Da questi presupposti si può costruire una grande stagione, dimenticando le azzoppate rimediate ad ottobre tra Fortitudo e Cento. Gli esami comunque non finiscono mai e domenica a Roseto, nella trasferta più lunga e faticosa della regular season, si potrà avere ulteriore riprova. Gli Sharks hanno dimostrato di essere battaglieri passando in rimonta ed overtime a Piacenza, sponda Assigeco. Quindi, occhi aperti in Abruzzo.

domenica 9 dicembre 2018

Un collettivo che fa sognare

Appuntamento a domani con l'analisi tecnico-tattica. Intanto, godetevi le pagelle di Treviso-Forlì.

Tessitori 7,5: ovvero, come non lasciarsi condizionare da due falli iniziali (uno dubbio, l'altro frutto di distrazione) per giocare il resto della partita con un'intensità pazzesca. Ben oltre le cifre, che raccontano di 13 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate, Tex marchia a fuoco la gara con la dote migliore, quella che forse finora gli ha precluso palcoscenici di maggior spessore. Ovvero la concentrazione.
Burnett 7: la sua fiammata realizzativa è tutta a fine secondo quarto. Libero, tripla, due percussioni di cui la seconda con recupero a metà campo e schiacciata. Prima e dopo, tanto movimento al servizio del gruppo, con due recuperi e 4 assist. Un po' d'apprensione per la ricaduta in area dopo una stoppata fallosa subita, ma non dovrebbero esserci conseguenze.
Sarto ng: tanto garbage time, ingiudicabile.
Alviti 6,5: si fa apprezzare per la determinazione con cui cerca (e trova) gli anticipi sugli avversari. Non si capisce granché col metro arbitrale, riducendo a suon di falli minutaggio ed incisività offensiva.
Wayns 7,5: la miglior dimostrazione del significato del sostantivo "fiducia". Dopo 5 errori al tiro Maalik continua a giocare con la necessaria attenzione e viene premiato: prima vede la difesa forlivese aprirsi al suo tentativo di penetrazione, poi trova spazio sul perimetro per colpire. Seconda prestazione convincente in fila.
Antonutti 7: inizio in sordina, forse il peggiore del lotto nel primo quarto vittima anche del nervosismo in seguito alle botte prese da Oxilia. Ripresa ben più solida, con qualche punto esclamativo qua e là. Partire dalla panca fa bene a lui ed alla squadra.
Imbrò 7,5: rispetto ad un anno fa è un altro giocatore. Duro e determinato in difesa, ordinato nella gestione dei possessi, letale in fase offensiva. La chicca è la tripla (di tabella) a fine terzo quarto: martedì alla ripresa degli allenamenti a S. Antonino si attende un ben vassoio di cannoli siciliani.
Chillo 6,5: Lawson non è un cliente facilissimo da trattare ma col passare dei minuti il bolognese capisce come reagire. E quando si sposta su Donzelli e De Laurentiis risulta efficace anche sul fronte offensivo.
Uglietti 7: sorpresi? Guardate l'efficacia globale del silente esterno torinese. Con lui in campo, TVB a +24. Le statistiche non mentono. Ed i compagni ringraziano per gli assist (5).
Lombardi 7: un po' molle all'inizio, poi si esalta. Recupera e stoppa su Donzelli, poi toglie la sedia sotto il sedere di Lawson e quando trova spazio in campo aperto accende i booster e decolla. Eric è pedina imprescindibile di questa De' Longhi. Ah, dimenticavamo: 6 rimbalzi, tanto per gradire.
Menetti 7: chiedeva applicazione difensiva e non è rimasto deluso. Col trascorrere delle settimane i meccanismi risultano sempre più oliati, pur esprimendo giochi più semplici, specie in attacco. La squadra sta rispondendo e lui non può che esserne contento. Aspetta solo buone notizie dai medici, riavere Tomassini entro Natale non sarebbe male.

Tremolada ng: vedi Sarto.
Marini 4,5: 22% al tiro (compresa tabellata), 5 falli spesi, pochissimi barlumi di concentrazione. Un disastro.
Donzelli 4,5: praticamente invisibile. Sovrastato da Lombardi sul piano atletico, si fa surclassare anche dal più lento e tecnico Antonutti. Persino Chillo trova movimenti vincenti contro di lui.
Bonacini 6: forse l'unico a salvarsi nel marasma forlivese. Gioca con personalità, coinvolgendo i compagni e surrogando al meglio l'assenza di Giachetti. Certo, avrebbe bisogno di supporto, specie in termini di mentalità... invece predica nel deserto.
Piazza ng: un paio di buoni minuti nel primo tempo, lo si rivede a partita finita. Ininfluente.
Oxilia 3: gli arbitri gli concedono parecchie porcherie e lui mena fendenti proibiti, senza tuttavia fermare il contropiede avversario. Davvero pessimo. I suoi 2 punti? Bottino raccolto negli ultimissimi scampoli di gara.
Lawson 5,5: gioca quasi da solo. Finché la mette è anche utile ma alla lunga i suoi isolamenti sono deleteri. Cantare e portare la croce non è semplice per nessuno, nemmeno per un veterano del suo calibro.
De Laurentiis 5: quasi impalpabile, girovaga spesso lontano dall'area in attacco senza pungere né appoggiare la palla. Ma non era un centro?
Johnson 3: ha l'alibi dell'infortunio in corso d'opera ma anche prima di farsi male la prova dell'americano è deficitaria: 9% al tiro in azione(!), tre stoppate subite, non certo una prova da americano.
Valli 5: le prova tutte per raddrizzare una gara sempre più da incubo. Chiama ogni timeout possibile, lascia il suo vice ad allenare osservando da seduto (mossa alla Messina, suo vecchio maestro), prova a farsi dare tecnico dai fischietti. Niente, i suoi giocatori non capiscono. E affondano in un gelido -32.

giovedì 6 dicembre 2018

That's Wayns, pilgrims!

CAPITOLO 8: IN MAALIK WE TRUST

Eccoci con l'analisi tecnica e tattica di TVB-Andrea Costa. Una partita sostanzialmente semplice, almeno per la squadra di casa. Primo, perché finalmente la difesa biancoceleste ha fornito una sufficiente continuità di rendimento nella chiusura degli spazi - con la notevole eccezione dei 10 minuti a cavallo tra secondo e terzo quarto in cui Fultz ha ringraziato e beneficiato. Secondo, perché a fronte delle difficoltà dei centri si è notato un netto progresso di Eric Lombardi, puntuale e preciso come di rado gli era capitato finora. Terzo, perché Maalik Wayns ha dimostrato di non essere un corpo avulso ma un giocatore capace di segnare e coinvolgere, sfruttando al meglio la circolazione di palla di cui è stato autorevole protagonista.

Ecco, parliamo proprio di Wayns. Un elemento finora criticato (a ragion veduta) per le difficoltà incontrate nell'adattarsi al gioco della Serie A2 in generale ed alle necessità della De' Longhi in particolare. Troppo guardia e poco play, si diceva: questo in effetti spiega le scelte estive di circondare l'ex Joventud di trattatori di palla, da Burnett a Uglietti passando per la conferma di Imbrò. Il tutto in attesa del rientro di Tomassini, ça va sans dire, che ridisegnerà compiti e gerarchie anche se con tempistiche tutte da valutare. Wayns finora aveva impressionato positivamente solo in precampionato e segnatamente a Caorle contro il Bamberg. Ieri sera si è rivisto lo stesso Maalik del PalaMare: piccola carburazione da diesel nell'abbrivio, poi una progressione potente e contraddistinta da un rendimento costante. Ok, l'avversario diretto non era il top assoluto di categoria - Fultz è un onesto interprete del ruolo che si basa sull'esperienza, Bowers ha giocato forse la peggior partita della stagione e il giovane Montanari ha fatto il possibile - tuttavia la prestazione di Wayns è incoraggiante.

Il plus/minus, indice statistico spesso snobbato o sottovalutato, in realtà contribuisce a fotografare con buona precisione il rendimento del singolo all'interno di un gruppo. Ebbene, ieri sera Wayns e Lombardi hanno fatturato il medesimo risultato: +25. Tradotto: con loro due in campo, TVB ha ottenuto il maggior vantaggio possibile nel match. Casualità? No. Perché entrambi hanno marchiato a fuoco la gara. Per referenze, chiedere a BJ Raymond che, alla faccia del premio di MVP del mese di novembre ad Est, ha collezionato un -26 eclatante ed eloquente, dovendo fronteggiare un avversario (il piemontese) perfettamente concentrato in ambo le metà del campo.

Per stavolta ça suffit. Se ne riparlerà domenica quando arriverà Forlì. Ovvero l'asse Giachetti-Lawson. Una gara che vale un pezzetto di Final Eight e che potrà fungere da banco di prova per i progressi della Menetti-band.

mercoledì 5 dicembre 2018

Ottovolante Wayns

Per stavolta, spazio alle sole pagelle della partita. A domani per l'analisi tattica di Treviso-Imola.

Tessitori 6,5: la cura-Nazionale non gli fa benissimo. Tante energie spese ma resa non esente da pecche. Una chicca le due stoppate, di cui una ad effetto "murata" volley-style.
Burnett 7,5: aggressivo ed essenziale. Sbaglia poco o nulla, almeno quando conta. Si prende qualche meritata licenza nel finale. Prezioso sia in difesa che nell'appoggio alla regia (5 assist).
Sarto ng: poche apparizioni ininfluenti a partita ormai decisa.
Alviti 6,5: dichiara di non percepire la tensione da ex. E l'inizio di gara pare dargli ragione, visti gli 8 punti in rapida successione. Poi qualche fallo sciocco lo raffredda visibilmente ed il prosieguo è meno esaltante.
Wayns 8: la prima, vera prestazione da americano. Silente nel primo quarto, si scatena poco dopo ingaggiando un duello di punti ed assist con Fultz. Stravinto, alla fine, dall'ex Sixers che domina la scena fino alla meritata ovazione.
Antonutti 6: i tiri dal gomito sono puntuali come un cucù svizzero. Però in difesa patisce la stazza di Raymond. Dalla panchina è comunque efficace.
Imbrò 6: sufficienza strappata d'un soffio. Tira un po' il fiato dopo due mesi spesi a 100 all'ora.
Chillo 6: sale di tono col passare dei minuti, dopo aver sofferto Rossi per almeno 20 minuti. Qualche persa di troppo.
Uglietti 6,5: la sua utilità si manifesta nell'attitudine difensiva costante, anche sul +15. Stavolta non deve spendersi eccessivamente in regia.
Lombardi 7,5: fosse sempre così... veloce, rapido, concentrato. E preciso: soltanto un errore, dall'arco, in una serata in cui tira magnificamente e difende pure con attenzione, sia su Raymond che sui cambi sistematici.
Menetti 7: la grinta con cui richiama all'ordine i suoi dopo un paio di sbandate chiarisce il suo ruolo. Bravo e concentrato. Se poi Wayns è questo...

Montanari 6,5: ottimo cambio per Fultz. Bravo a farsi trovare sugli scarichi, regia abbastanza ordinata, pochissime sbavature. Un giovane da seguire.
Crow 5,5: croce e delizia. Giocate da campetto, tiri impossibili realizzati e tentativi semplicissimi falliti. Più qualche sciocchezza qua e là.
Fultz 7: finché ha benzina, ingaggia un duello meraviglioso con Wayns. Poi deve alzare bandiera bianca. A 36 anni dimostra comunque di poter dire ancora la sua.
Bowers 4,5: prima vera iniziativa a partita sostanzialmente finita. Un peso, non un valore aggiunto, a dispetto dei 5 assist.
Rossi 7: totem di sostanza, irride Chillo in più occasioni. Poi però spende qualche fallo di troppo e deve alzare bandiera bianca non potendo arginare l'energia di Lombardi e le incursioni dei piccoli di TVB.
Simioni 5,5: si vede e si sente poco in campo. Piuttosto si fa notare nel finale quando, sostituito, manda a quel paese l'allenatore che lo richiama per un evidente errore in marcatura.
Raymond 5,5: primo quarto da califfo, qualche bel movimento di piedi ma nulla più. La squadra reagisce quando lui e Bowers sono in panchina: brutto segnale.
Magrini 6,5: non dispiace il dinamismo con cui si alterna nei tre ruoli esterni. Cerca di fornire un apporto ed in fondo è uno degli ultimi ad arrendersi.
Di Paolantonio 6: la sua idea migliore è la zone-press nel secondo quarto, riproposta poi ad inizio ultima frazione. Le rotazioni corte, la serataccia degli americani e la pessima prova difensiva di Crow invalidano il suo piano tattico.