domenica 27 marzo 2022

Questioni di (dado) STAR

Per chi non lo conoscesse, Don Zauker è l'esorcista molto particolare nato dalle menti e dalle matite del duo Pagani-Caluri (alias, I Paguri) per "Il Vernacoliere". Sboccato, misantropo, armato fino ai denti, tatuato, sessuomane e cleptomane, incarnazione dei peggiori vizi dell'umanità a dispetto della tonaca indossata, Don Zauker è divenuto celebre per i modi spicci, per le trovate geniali, per la sua dissacrante modalità di approccio tanto alla teologia quanto alle questioni quotidiane. E pure per aver dato ad un famoso ritrovato culinario italiano, il dado da brodo, una nuova funzione: quella di caramella. "Non provoca carie, dà energia e lascia in bocca un gradevole sapore di bollito", dice il nostro al malcapitato di turno che reagisce disgustato all'offerta. 

Per quanto Don Zauker preferisca la marca Knorr (già oggetto degli sberleffi di Nino Pellacani con la sua maglietta "Odio Il Brodo", adorata ed utilizzata anche dal compianto Freak Antoni), se si parla di dado alimentare non si può certo dimenticare l'altro grande brand del settore, la STAR. E qui termina il gustoso preambolo fumettistico per calarci nella triste realtà fattuale. Una realtà fatta di scelte tecniche e tattiche e di decisioni prese con un certo ritardo. Non è ancora possibile stabilire se saranno utili al caso ma un dato è certo: esse segnano la bocciatura definitiva di un progetto mal sviluppato ed in definitiva abortito.

Mi ha strappato un sorriso un pochino mefistofelico leggere i piagnistei di alcuni tifosi determinati dalla scelta, che reputo tardiva, dell'esclusione di Henry Sims jr. dal roster attivo di Treviso Basket. Una decisione arrivata nell'imminenza di una gara delicata di stagione regolare - persa non certo per l'assenza di Sims quanto per una serata di disgrazia di tre dei quattro stranieri superstiti che giocano in ben altri ruoli - ma che era auspicabile e preventivata da settimane. Diciamo pure che, senza l'imprevisto della permanenza in Israele di Derek Cooke, Sims si sarebbe accomodato in tribuna già da una decina di giorni non schiodandosi da lì sino al termine della stagione o, nel migliore dei casi, al raggiungimento di un accordo di risoluzione anticipata del contratto. Come evidente a chiunque, il giocatore da mesi ha imboccato l'ormai consueto percorso in discesa nel rendimento personale, trasformandosi da potenziale punto di riferimento in attacco a vuoto pneumatico sui due lati del campo. Più che inutile, dannoso dunque. E non è solamente colpa del Covid, che pure qualche strascico l'ha lasciato: Sims è da anni un giocatore in parabola discendente tanto da aver cambiato sempre più squadre e da non essere rimpianto da nessuna di queste. Casualità?

E dire che la scorsa estate, perso Mekowulu per una questione di soldi e di prospettive (Sassari gli garantiva la regular season di BCL e qualche migliaio di euro in più, argomenti su cui TvB poteva ribattere sino ad un certo punto), la strategia del club ex biancoceleste ed ora azzurro/arancio fu ambivalente: proposta a Sims, al ribasso rispetto alle recenti abitudini pungolandone l'orgoglio; contratto per Aaron Jones, non un mostro di soluzioni offensive ma opportunità difensiva a basso costo e potenziale ottima resa. I risultati? Il rapporto qualità/prezzo di Jones, tanto criticato da presunti esperti di pallacanestro, si è rivelato eccellente mentre Sims... beh, non occorre ribadire cosa è successo con lui. Ma se proprio ci tenete, ecco un ripasso veloce: partenza al fulmicotone tra settembre e ottobre, ultimi lampi a novembre, poi un calo costante, inesorabile. Sino all'infezione da coronavirus che lo tiene lontano dal campo un mesetto, complici le visite mediche che lo bocciano; a seguire, prestazioni sempre più deludenti, la perdita del quintetto a favore di Jones (che già lo aveva sostituito egregiamente durante la convalescenza), una sorta di depressione mista a deconcentrazione, sino alla decisione ultima ovvero l'esclusione dal roster. 

Mi fa sorridere in tutto questo che ci sia chi ritiene che Sims sia la stella di questa squadra. Anzi, la STAR, scritto proprio così, in maiuscolo. Buffo che chi scrive certe corbellerie non abbia ancora capito che il credo tattico di Menetti preveda che l'unico elemento che possa agire fuori dagli schemi sia un piccolo e non un lungo: a Reggio Emilia era Kaukenas, a Treviso è stato Logan. In questa Nutribullet lo sparatore folle doveva essere uno tra Sokolowski e Dimsa, ma il polacco è un ottimo secondo violino cui finora è stato richiesto troppo per poter risultare efficace, mentre il lituano è degno dell'enciclopedia illustrata alla voce "discontinuità di rendimento". Sims non doveva certo sostituire Logan ma Mekowulu, portando in dote una identica pericolosità offensiva corroborata da una superiore esperienza - per la questione difensiva, come detto era stato preso appositamente Jones. Ma Sims non era certo la star di questa formazione. Tutt'al più, col passare delle settimane e dei mesi si è capito perché due anni fa la Fortitudo lo liberò senza pensarci troppo e perché nella passata stagione Reggio Emilia, firmatolo come teorico sostituto di Frank Elegar, lo abbia relegato al ruolo di rincalzo per poi tagliarlo a poche giornate dalla fine. Sims non è una stella, né una star: al limite è un buon succedaneo del dado alimentare prodotto dalla famosa marca un tempo di proprietà dell'IRI. La STAR appunto. Cui Don Zauker preferisce la Knorr, ma è pur sempre questione di gusti ed io su questo non discuto.

Cosa accadrà ora? L'obiettivo di Treviso Basket è salvare il salvabile, cioè la categoria. Lo si ripete ormai da settimane e sarebbe sciocco pensare ad altro in questo momento. Non è dato sapere se l'ennesimo sforzo del Consorzio (che già ha dato e cui viene chiesto ancor di più) porterà come effetto tangibile l'arrivo di un'ala-pivot che sia al contempo un'alternativa complementare ed un puntello per un Jones ammirevole ma terribilmente solo là sotto e, dunque, destinato alla spremitura continua. Sarebbe auspicabile un intervento a strettissimo giro di posta, anche perché domenica al Palaverde potrebbe esserci addirittura Arturas Gudaitis come rinforzo di una Napoli che non ha problemi di budget e che non vuole assolutamente retrocedere dopo appena una stagione in Serie A. Treviso Basket invece deve decidere cosa fare: come detto, la mossa su Sims è stata tardiva e tanto vale completarla con un addio già scritto; l'importante è non compiere un passo deciso senza la necessaria copertura. Io intanto ripenso al buon bollito misto del ristorante di Egidio Fior a Castelfranco Veneto, sapori e profumi che nessun dado potrà mai imitare. Ed osservo anche che, con l'arrivo della primavera, la stagione del carrello dei bolliti si è esaurita: semmai è giunto il periodo delle grandi pulizie.