lunedì 21 febbraio 2022

Cameriere, il conto!

Non si è ancora placata l'abbuffata di Pesaro, dove la solita Milano ha momentaneamente soddisfatto la sua atavica fame di titoli e di trofei con la seconda Coppa Italia consecutiva e dove la Virtus è ripiombata nell'ormai abituale digiuno quaresimale (anticipato), che c'è chi ha già chiesto il conto senza aver bevuto nemmeno il caffè. No, non si tratta del meraviglioso Derthona di Ramondino, unico motivo vero per guardare delle Final Eight che scimmiottano lo sportismo americano o le inutili passerelle del calcio. Anzi, va detto che senza i bianconeri piemontesi ed i guizzi di Brescia più un pizzico di Trento, sarebbero state delle finali assai scialbe, povere di sale e di pepe, quasi insapori ma fin troppo rumorose ed autoreferenziali.

Il conto lo ha chiesto nei giorni pesaresi la ComTeC ad una società che alla Vitrifrigo Arena non aveva la propria prima squadra impegnata sul parquet. Si tratta di quella Fortitudo su cui da ormai due anni si annidano nubi nere gonfie di problemi e che finora ha scansato i guai a volte per un soffio, a volte per miracolo. Cos'è successo, la scorsa settimana? Mentre a Pesaro si giocava, i signori dei controlli dei conti hanno fatto il solito giro dei club per verificare che i rapporti ricavi-patrimoni-indebitamenti siano in equilibrio e che non sussistano pendenze pericolose con soggetti terzi. Insomma, una routine che serve a non arrivare impreparati a giugno, quando si devono presentare le pratiche di iscrizione alla stagione successiva e quando è il momento di accertare se i contratti stipulati in precedenza siano stati o meno rispettati.

La visita ComTeC dunque era annunciata anche in Fortitudo, reduce dal marasma delle scorse settimane tra giocatori in uscita, giocatori rilasciati anzi tenuti controvoglia (qualcuno ha detto Groselle?), giocatori fermi da nove mesi e nei cui confronti a breve potrebbe scattare il taglio per ragioni mediche, proprietà al solito silenziosa e presidente dimissionario. Un quadro complicato, sì, ma in fondo recuperabile sul piano sportivo. Meno invece sul piano finanziario, visto che dalla visita in via Giacosa gli esperti contabili della Lega sono usciti senza grossi sorrisi ma con una reale preoccupazione. Già perché le voci allarmanti che circolano da un paio d'anni hanno trovato fondamento: la Fortitudo è indebitata, e pure parecchio. La scorsa estate la società felsinea aveva ottenuto l'iscrizione al campionato per il rotto della cuffia, dopo che l'Agenzia delle Entrate aveva accordato un piano di rientro graduale del debito accumulato; ora però i passivi interni al club non risultano affatto ridotti, tanto che la ComTeC ha dato i canonici cinque giorni di tempo alla Fortitudo per rimediare prima che arrivi la sanzione. Cioè un -2 in classifica immediato che porterebbe la Effe sempre più sul baratro della retrocessione.

Non è finita qui, ovviamente, giacché non c'è solo la spada di Damocle della penalizzazione in graduatoria. La Gazzetta dello Sport in edicola oggi parla chiaramente di ipotesi di blocco al mercato in entrata, quindi nessuna operazione di correzione del roster mentre si susseguono voci di uscita: dopo Totè e in attesa di capire che ne sarà dell'indesiderato Groselle, si parla ancora di Benzing che sarebbe stato invitato a confrontarsi col proprio agente per trovare un'altra sistemazione. In questo clima surreale risulta paradossale la calma che filtra dagli ambienti bolognesi, dove si continua a parlare di nuovi ingressi in società che teoricamente dovrebbero portare denari sonanti. Ma saranno abbastanza per tappare almeno in parte le tante, troppe falle di un club che dallo scoppio della pandemia in avanti ha denunciato una difficoltà dopo l'altra? Certo che alla luce di quanto avvenuto negli ultimi cinque mesi sono perfettamente comprensibili le parole con cui Jasmin Repesa annunciò le proprie dimissioni: il croato disse senza mezzi termini che sin dal primo giorno del suo ritorno a Bologna aveva lavorato per rimettere in sesto la società - compito che non dovrebbe spettare ad un allenatore, va ribadito - e che la situazione era diventata ormai insostenibile. Additato poi come primo responsabile dei problemi della squadra, Repesa aveva lasciato denunciando problemi di salute ma le sue parole non erano mai state smentite. Ora, alla luce degli ultimi sviluppi, trovano nuovi fondamenti mentre la Fortitudo si prepara a vivere le prossime 48 ore col fiato sospeso e col rischio concreto di nuove polemiche.