Buona la prima, per Treviso Basket. Pessimo debutto, per l'Aquila Trento. In sintesi, la partita di avvio della stagione regolare 2020/21 in un Palaverde trasformato in teatro dalle normative anti-Covid ha fornito indicazioni piuttosto chiare. Per praticità le riassumerò in punti progressivi.
1. CIRCOLAZIONE DI PALLA - Inutile nascondersi dietro un dito: oggi come ieri e prima ancora, vince chi riesce a muovere la sfera creando opportunità e sfruttando le falle nella difesa altrui o le distrazioni dei singoli. Nel primo tempo c'è riuscita Treviso che poi, a fronte di un'Aquila più cattiva e determinata nel pitturato, ha faticato a far circolare il pallone oltre le solite linee perimetrali. Nel confronto ai punti inteso come statistiche ma anche come impatto generale, il piccolo Russell ha surclassato il più stazzato Browne trovando invece un avversario più tosto nel veterano Forray. Non è un caso che la vittoria di TVB sia coincisa con gli sprazzi migliori del suo play titolare (9 assist, doppia-doppia sfiorata), così come non è un caso che Trento le cose migliori le abbia fatte con Ladurner sotto le plance al posto di un Williams sì funambolico in attacco ma disastroso dietro e condizionante negli equilibri.
2. SCELTE - Treviso vince nonostante un tremendo gap a rimbalzo (26-45, regalando 22 carambole offensive). In condizioni teoricamente normali, la differenza sotto le plance dovrebbe garantire un facile successo a chi può godere su 11 possessi offensivi in più, che diventano 5 se si conta il maggior numero di palle perse. Dunque, dove sta la verità? Forse nella scelta di Menetti di affidarsi nei momenti critici al quintetto mignon con Russell-Imbrò-Logan che in difesa è utile solo su anticipi sulle linee di passaggio o con raddoppi blitz. O forse nella sorprendente solidità di Matteo Chillo che dopo le deludenti prove di Supercoppa si riscatta sostituendo al meglio Akele nel quintetto che vale il risultato. Ma anche nella sopra accennata questione del centro in casa Dolomiti Energia: la gara dei trentini muta volto quando JaCorey Williams commette terzo e quarto fallo in un amen - e chissà cosa sarebbe accaduto se gli arbitri si fossero accorti del suo quinto invece di sanzionare Forray, lesto ad alzare il braccio autoaccusandosi di qualcosa che non gli apparteneva. Ladurner non avrà mai la combinazione di atipicità e dinamismo dello statunitense ma sta dimostrando una mentalità da Serie A mantenendo la necessaria concentrazione per limitare brutti clienti (primo della serie, Mekowulu). Le statistiche confermano: con il prodotto locale in post basso, Trento è a +7, con Forray in regia arriva addirittura ad un teorico +9, mentre Williams vale un -11 e Browne addirittura -14; sul fronte opposto, il numero di Chillo non è il 15 di maglia ma il 9: come i punti fatti, il bottino di valutazione e soprattutto la voce positiva di Plus/Minus (miglior dato di squadra).
3. ASSENZE (VERE O PRESUNTE) - Lo stucchevole giochino del "se fosse..." può trovare un nuovo episodio per gli amanti del genere. Cosa sarebbe successo se Trento invece di dover spremere Sanders e Martin avesse potuto evitare che Morgan si facesse male al ginocchio nell'allenamento di rifinitura? Cosa avremmo visto in campo se il piede di Luke Maye fosse stato sano? E cosa sarebbe Treviso se al posto di Cheese ci fosse un esterno meno triste e più utile? Non lo sapremo mai. Intanto però possiamo dire che la Dolomiti Energia ha un assoluto bisogno di un 4 solido e perimetrale per variare il gioco in avvicinamento di Pascolo e Williams - e Mezzanotte, ahilui, non è quel tipo di giocatore vista la recente involuzione mentale ancor prima che tecnica; che tra Sanders e Browne si rischia l'autoscontro di neuroni e di finte incomprensibili, quindi un esterno in più che difenda e non lasci troppo solo Martin sarebbe necessario; che persino il vituperato Uglietti potrebbe dare molto di più del rookie statunitense di TVB che dopo un paio di cosette buone in Supercoppa è tornato così anonimo da far rimpiangere Cooke e DeCosey.
4. PROSPETTIVE - Calendario alla mano, la vittoria è un'ottima notizia per Treviso che ora è attesa da due partite proibitive e da una trasferta ad alto rischio. Iniziare con un ko casalingo con la prospettiva di collezionare sconfitte a Milano e Brindisi oltre che in casa con Brescia non sarebbe stata certo una bella notizia. Con i primi due punti di stagione Menetti può stare un po' più tranquillo ben sapendo che le sfide da vincere a tutti i costi nei prossimi due mesi saranno il 25 ottobre (in casa con Cantù), il 1° novembre (con Reggio Emilia) e il 15 novembre (con Cremona). Discorso diverso per i bianconeri che tra due giorni inizieranno la stagione europea in Turchia: il doppio confronto con un roster monco e con i problemi sopra descritti potrebbe rivelarsi deleterio in termini di dispersione delle energie e di quadratura della tattica di squadra. Oggi Treviso è un team con dei difetti ma che riesce a sopperire puntando sulle capacità custodite dal roster; al contrario Trento è una bella collezione di potenzialità con poche menti lucide e troppi egoisti e la differenza si nota.
Passiamo alle pagelle:
-DeWayne Russell VOTO 8: dimentichiamoci pure le difficoltà delle prime tre partite di Supercoppa, ché se il vero play scelto da TVB (con contratto biennale, tra l'altro) è questo, c'è da essere più che soddisfatti. Ottima lettura delle situazioni, tanto coraggio al tiro, fastidioso per gli avversari in difesa.
-David Logan VOTO 7: lo si conosce ormai. Sarà pure in fase calante, accuserà pure dei passaggi a vuoto in cui potrebbe credere di fare tutto da solo al di fuori degli schemi, ma le sue responsabilità se le prende. Anche a costo di sbagliare, vedi tiro libero fallito nel finale che fa correre qualche brivido lungo la schiena.
-Tyler Cheese VOTO 4: come il numero di maglia. Triste, anonimo, inutile, insapore. Nel pomeriggio chi scrive era in giuria aurea a Caseus Veneti e nemmeno tra i vari tavoli dei prodotti caseari presenti c'era qualcosa di così inespressivo da lasciare tanto delusi. Dovrebbe essere un valore aggiunto, per ora è più deludente di una specie di Galbanino affumicato.
-Giovanni Vildera VOTO 4,5: ne azzecca poche. Ma proprio poche poche. Buttato nella mischia dopo pochissimo a causa di due falli precoci di Mekowulu, non fa granché per farsi notare positivamente. Soliti blocchi aggiustati in attacco, solite difficoltà a rimbalzo offensivo.
-Matteo Imbrò VOTO 8: una semplice annotazione, basta non farlo giocare play. Da guardia l'empedoclino è una sentenza (4/4 al tiro da 3, mica bruscolini) e ha l'indubbio merito di non nascondersi quando la gara pare scivolare in direzione Trento. Chissà, forse in Serie A c'è davvero spazio anche per lui.
-Matteo Chillo 7,5: sbaglia solo una tripla piedi a terra, quella che avrebbe chiuso la gara con un minuto di anticipo. Per il resto offre una solidità inaspettata in retroguardia facendosi preferire ad Akele nella rimonta finale.
-Christian Mekowulu VOTO 6: potrebbe fare molto di più anche se contro Ladurner fatica a trovare spazi e palloni giocabili. La voglia non gli manca e soprattutto non si deprime se non riesce sempre a giocare come vorrebbe.
-Jeffrey Carroll VOTO 6: si presenta carico e scoppiettante sul fronte offensivo però in difesa fa pochino e contro Martin non sa trovare contromisure a rimbalzo. Menetti così lo mette a sedere preferendo la fanteria leggera.
-Nicola Akele VOTO 6: stesse cifre di Chillo ma troppe difficoltà nella gestione dei falli e nel confronto con le ali trentine. Vale lo stesso discorso fatto per Carroll, in presenza di alternative valide resta a guardare dalla panchina.
-Max Menetti VOTO 6,5: partita a più volti, prima agevole poi in salita. La risolvono il 50% al tiro da 3, arma determinante ancor più dell'anno scorso per le sorti di squadra, ed una maggiore solidità mentale prima che tecnica di Russell, Imbrò e Chillo.
-Kelvin Martin VOTO 7: non ancora al top della forma, mostra ugualmente ciò di cui è capace. Cioè appoggi, incursioni, rimbalzi. E quella tripla che quasi riapre i giochi a pochi secondi dal gong. Chissà cosa potrà fare quando sarà a posto fisicamente.
-Davide Pascolo VOTO 5,5: oscurato da Williams che gli occupa spazi e gli sottrae opportunità, trova una ragione d'essere a fianco di Ladurner. Poi ripiomba nell'anonimato e si fa preferire Mezzanotte che però non ne azzecca una.
-Luca Conti VOTO 6: utile in copertura su Imbrò quando il siciliano è chiamato a fungere da play, spuntato in attacco dove si prende un solo tiro, sbagliandolo.
-Gary Browne VOTO 5,5: la solita scarica offensiva del terzo quarto in mezzo ad una regia confusa ed a scelte spesso rivedibili. Nota positiva i 7 rimbalzi catturati che però non può far archiviare il -14 di Plus/Minus.
-Andrés Forray VOTO 7: in quintetto per l'assenza di Morgan, è probabilmente il più ordinato tra le guardie della Dolomiti Energia e già questo pare un paradosso. Incomprensibile il fatto che veda le ultime azioni dalla panchina lasciando spazio a colleghi molto meno attenti.
-Victor Sanders VOTO 5: meriterebbe l'etichetta di "uomo finta". Non palleggia ma balla il samba cercando di intontire l'avversario: mossa che può funzionare una prima volta, poi diventa prevedibile e che si traduce in 4 palle perse e relativi contropiede regalati.
-Andrea Mezzanotte VOTO 4: che gli è successo? Dicono che abbia lavorato sodo per irrobustire la massa muscolare ma quello che si vede ciondolare in campo pare il gemello scarso ed indolente del ragazzo che solo due anni fa pareva destinato ad essere materiale da Nazionale maggiore. In 16 minuti, due palle perse e due airball dall'arco.
-JaCorey Williams VOTO 5,5: la combinazione tra gambe reattive, muscoli e istinto non si insegna. La disciplina invece sì ed in questo il centro dell'Aquila difetta parecchio. Non è un caso che la squadra patisca col suo pivot statunitense in campo e che giri a meraviglia quando al suo posto giostrano elementi meno dotati fisicamente ma più propensi al gioco di squadra.
-Maximilian Ladurner VOTO 7: pivot classico, di quelli che sembravano destinati ad un futuro da fossile nei musei. Ruvido, essenziale, presente: bei tagliafuori, tanto movimento sotto, puntuale nel prendere rimbalzi e nello sfruttare gli scarichi vicino a canestro. Un consiglio per Trento: dategli fiducia e minutaggio.
-Nicola Brienza VOTO 5: nel momento migliore della sua squadra propiziato da un quintetto quasi obbligato per i falli di Williams, non corregge gli errori già evidenti e commette lo sbaglio assoluto di richiamare in campo il suo centro titolare, a sedere da un quarto d'ora. La frittata è fatta. Una domanda: di chi è la colpa della paurosa involuzione di Mezzanotte?