domenica 11 dicembre 2022

Preferisco il materasso

Credo che domattina per prima cosa manderò un messaggio ad una cara amica che lavora per una nota catena di negozi di letti e materassi: le chiederò se il caro, vecchio metodo di stipare i risparmi tra federe, imbottiture e coprilenzuola sia possibile anche con i moderni ritrovati in memory foam o altre diavolerie che ti promettono sogni d'oro. Con i venti di crisi che soffiano più forte della gelida tramontana di queste sere di dicembre e dopo la sua orripilante prestazione nel derby con Verona, mai e poi mai rispetterei il motto "Money in the Banks" che accompagna (forse da troppo tempo) la carriera della guardia classe 1986. Non solo non gli affiderei i miei risparmi ma nemmeno lo farei giocare un elemento con un linguaggio del corpo così evidente e che denuncia malesseri interni ad una squadra che - chi lo nega è cieco o è complice - non è costruita a sua immagine e somiglianza. 

Se pensavate che bastasse prendere da Brindisi un fedele scudiero (Zanelli) ed un viceallenatore (Morea) per ricreare la magia di quella Happycasa e per ritrovare l'Adrian Banks MVP del campionato, vi sbagliavate. E non è una questione anagrafica: semplicemente quella Brindisi aveva un cervello pensante come play titolare ossia quel Darius Thompson (e prima Wes Clark) che è stato il vero segreto delle fortune pugliesi assieme ovviamente a coach Frank Vitucci. In un sistema che prevedeva ali realmente intercambiabili, un pivot atipico ma efficacissimo (qualcuno ha detto John Brown III?) ed una difesa attenta soprattutto sulla palla, allora il talento offensivo di Banks poteva essere ben sfruttato. Se invece si crede che il summenzionato talento sia valido ovunque e comunque, anche in formazioni che non hanno cabina di regia se non adattata, che hanno una coppia di centri da mani nei capelli, che mancano di personalità nei ruoli chiave e che nelle rotazioni degli italiani hanno ben poca roba, allora vale tutto. Vale anche il fatto che persino gli adulti possano credere a Babbo Natale, che si possa ritenere che Elvis non sia morto ma sia stato rapito dagli alieni o che qualcuno possa ancora pensare che la terra sia piatta, che i vaccini facciano parte di un oscuro piano di dominazione mondiale e che Donald Trump abbia vinto le scorse presidenziali in America. Insomma, qualunque fesseria potrebbe acquisire improvvisamente valore, al confronto.

Intanto si è giunti al tanto atteso aut aut. Che è andato in scena dopo la partita tra Treviso e Verona, con Sokolowski che ha sparato alzo zero contro "chi rompe il gioco, pensando che a basket si vada ognuno per sé" e Marcelo Nicola che è stato ancor più diretto. Senza mai citarlo, l'argentino ha comunque detto chiaro e tondo cosa c'è che non va: Banks. Ossia quel giocatore che dovrebbe infondere serenità, che dovrebbe aiutare i compagni nei momenti di difficoltà, e che invece si dimentica gli schemi, perde palloni banali in maniera assurda, sbaglia scelte, gioca uno contro il mondo. "Ne parleremo con la società", ha detto Marcelo a proposito. Quindi il messaggio è chiaro: coach ed almeno qualche giocatore non vogliono più tra i piedi la guardia di Memphis, giudicandolo un peso. Difficile dar loro torto, almeno ricordando le 7 palle perse del solo Banks sulle 22 totali di squadra, le percentuali deficitarie al tiro, le proteste sciocche, le letture errate, gli avversari persi in rotazione. Certo, Banks non è l'unico colpevole ma è evidente che la squadra non lo segua e che lui in fondo voglia essere assecondato ma non intenda mettersi al servizio di nessuno. E dubito che tutto possa magicamente risolversi con un taglio: semmai servirebbe anche rispedire in Finlandia quel fantasma di Jantunen (ma che ci hanno visto in lui? Boh!), cambiare Cooke con un pivot almeno decente e continuo ed anche lasciare che lo stesso Sokolowski si trovi un'altra squadra. Mi rendo conto che tutti assieme sono movimenti utopistici e dunque immagino che alla fine si opterà per una soluzione semplice. Via uno, poi nel caso si vedrà.

Restano i però di una situazione che, come scritto appena una settimana fa, è figlia di troppi problemi. La partita TvB non l'ha persa sugli errori ai liberi o su mancati fischi arbitrali o sull'errore di Sokolowski che ha banalmente consegnato un pallone comodo a Casarin. No: la partita è stata persa sul 26-13 del sesto minuto, quando la Tezenis  faticava a reagire di fronte ad un gruppo (la squadra è un'altra cosa) che stava giocando finalmente con un minimo di cattiveria agonistica. I cambi, i dannati cambi che hanno portato Banks in campo al posto di Jurkatamm e Jantunen a rilevare Sorokas hanno girato l'inerzia. Con loro due sul parquet, manovra Nutribullet ferma e Scaligera sempre più libera di ridurre il divario e poi di mettersi al comando. Ora vi chiedo: chi ha deciso di affidarsi a quei due, già deleteri una settimana fa a Scafati? Chi li ha messi in campo e poi riproposti, nonostante fosse evidente che non fosse serata? Chi ha voluto insistere sino allo sfinimento? E chi li ha cercati e ha premuto sulla dirigenza affinché fossero firmati in estate, nonostante ci fosse abbondanza di alternative nei ruoli? Da quanto si sa, il responsabile è sempre lo stesso. Ossia quello che stasera si è apertamente dichiarato deluso dal rendimento di un suo giocatore. Che non è Faggian, il quale meriterebbe spazio e minutaggio, ma lo straniero più pagato di questa TvB. Soldi non in cassaforte né in banca, ma immeritati a fronte del rendimento deficitario.

Martedì sera in Fonderia ci sarà una apericena natalizia della società: sarà l'occasione per tastare il polso e capire qualcosa di più. Immagino che già domattina qualche telefonata verrà fatta e non sarà verso il negozio di materassi più vicino. La scorsa settimana la società TvB in verità qualcosina ha fatto, tra chiamate ad agenzie e procuratori per sapere se Tizio sia libero, se Caio sia disponibile, se Sempronio possa accettare una proposta, e dichiarazioni ai giornali abbastanza estemporanee. Non basta minacciare qualcosa, che siano le dimissioni da un ruolo o una multa, per ottenere un risultato. Serve un segnale chiaro, quello che manca da tempo e che fa arrabbiare sempre più il pubblico. Era dal match dello scorso aprile con Napoli, quello prodromico alla cacciata di Max Menetti, che non si sentivano fischi e cori di protesta provenire dagli spalti. Stavolta ci sono stati pure gli striscioni, una novità in dieci anni di TvB: nemmeno al PalaCicogna nel disastrato anno della Serie B si vide qualcosa del genere. Segnali inequivocabili, qua la sterzata deve essere decisa ma non confusionaria. Se si vuol cambiare, lo si faccia con una strategia. Altrimenti tanto vale dichiarare che l'obiettivo reale non è la salvaguardia della categoria ma l'azzeramento dei passivi degli ultimi due esercizi: così almeno la gente smetterebbe di illudersi e di essere illusa, comincerebbe a riguardare la A2 aspettando il ritorno di trasferte comode a Mantova, Ravenna, Ferrara ed il recupero della classicissima con la Fortitudo. Che con Treviso Basket condivide tanti aspetti: la wild card per la B nel 2013, la promozione in A nel 2019, la crisi dovuta alla scelta scellerata di partecipare alla BCL senza avere la necessaria solidità. E l'ingaggio di Adrian Banks con il sommo equivoco di aver firmato teoricamente un campione, salvo ritrovarsi con la più pesante ed economicamente cara delle zavorre.

domenica 4 dicembre 2022

I troppi motivi di una crisi annunciata

Non fosse storicamente una persona imperturbabile e di poche parole, scommetterei su un David Logan sorridente e con voglia di festeggiare in questa fredda serata di dicembre. D'altronde non è da tutti infilare 24 punti in una gara LBA a tre settimane dal proprio quarantesimo compleanno. E farlo contro una ex squadra avrebbe un sapore ancor più dolce, se non fosse che David non si è mai curato non solo delle questioni anagrafiche ma nemmeno del suo passato storico in altri club, recenti o remoti che siano. Fatto sta che Logan ha chiarito ancora una volta perché gli sia stato affibbiato il soprannome di "Professore": ha spiegato pallacanestro a modo suo, con i movimenti che ripete da una vita, con estrema calma e tranquillità, trasmettendo ai suoi compagni i medesimi valori e portando quella Scafati che era ultima appena un mese fa a risalire la china. Ed a spese di una squadra che con Logan era arrivata alle soglie delle Coppe europee e che invece senza di lui...

Per una volta voglio dedicarmi al Gioco Dei Se. Cosa sarebbe successo se Treviso Basket nell'estate 2021 non avesse lasciato andare David Logan, giudicato troppo vecchio e condizionante, per prendere e bruciare una guardia dopo l'altra, dai prestiti annuali di Dimsa (pessimo) e Bortolani (oggi rimpianto) sino alla cazzata fatta da qualcuno con Casarin jr. ed alla scelta di puntare su un mostro di incostanza quale Adrian Banks? Ma poniamo anche il caso che, superata non senza fatica la passata stagione, qualche piccola lezione fosse stata accolta ed elaborata da TvB... quindi, cosa sarebbe successo se invece di confermare Marcelo Nicola in virtù di un contratto a basso ingaggio si fosse puntato su un allenatore di altra caratura e costo ovviamente superiore? E se al posto di Banks si fosse richiamato Logan (che ha trascorso l'estate a casa sua in attesa di una chiamata) o si fosse convinta Milano ad estendere il prestito di Bortolani? E se si fosse compreso che Jantunen era acerbo, Iroegbu non era un play, Cooke impresentabile, Zanelli e Simioni in difficoltà col livello del campionato, Sorokas buon comprimario ma nulla più, Sarto destinato alla panchina col concreto rischio di bruciare un anno? E se si fosse evitato di prendere in fretta i primi giocatori disponibili sul mercato, seguendo le precise direttive dello staff tecnico, ricordando che col passare delle settimane le pretese si abbassano, i campioni a spasso chiedono meno soldi e c'è la possibilità di fare qualche vero affare? E se si fossero colti i segnali di evidente insofferenza di Sokolowski, desideroso di lasciare Treviso ben prima dell'Europeo e talmente arrabbiato da licenziare il suo agente polacco perché non è stato capace di trovare un accordo per lasciarlo libero di andare altrove?

Mi rendo conto che i se sono davvero troppi per poter trovare una risposta decente a tutti quanti gli interrogativi. Quello che so è che determinate scelte, obbligate dal taglio del budget per la prima squadra al fine di far quadrare i conti o avallate per accontentare qualcuno, hanno rotto il giocattolo. Bisogna dire che qualche mea culpa, seppur tardivo, è stato pronunciato: Menetti ad esempio si è scusato per la scelta di Sims, da lui voluto e poi ripudiato, ammettendo di aver compiuto un grossolano errore di valutazione. Meglio tardi che mai, direte voi. Nessuno invece si è ancora scusato per aver firmato quel contratto biennale con Casarin padre per avere il figlio, ovviamente senza blasfeme benedizioni di alcuno spirito (men che meno santo). Nessuno ha detto di aver sbagliato valutazioni, compiendo il passo più lungo della gamba con quella Coppa che è costata tanto in termini di energie più che di soldi e che ha svuotato tutto l'ambiente invece che rilanciarlo ulteriormente. Nessuno si è assunto la responsabilità della campagna abbonamenti 2021 che ha creato arrabbiature e disaffezione da parte del primo patrimonio del club ossia il pubblico, che non ha gradito e ha reagito di conseguenza anche dodici mesi dopo. Nessuno ha spiegato come mai un dirigente già contattato ed addirittura annunciato internamente come primo nuovo volto di TvB a maggio scorso sia stato lasciato dove stava, con grandi imbarazzi facilmente immaginabili. Nessuno ha ancora svelato i motivi e le modalità che portarono alla scelta di Marcelo Nicola come allenatore in seguito al tardivo esonero di Menetti. Nessuno ha dichiarato apertamente che Francesco Tabellini è stato mandato via nonostante avesse ancora un anno di contratto ed a dispetto di un lavoro eccellente svolto nei suoi otto anni trascorsi qui; che la rinuncia a Matteo Imbrò è maturata per motivi di soldi, perché si voleva risparmiare prendendo uno Zanelli che voleva tornare a casa a costi inferiori rispetto all'empedoclino; che la partenza di Matteo Chillo non è stata generata solamente da richieste inevase di ritocchi all'ingaggio ma anche da differenza di vedute tattiche con l'attuale allenatore.

Insomma, nessuno parla. Eppure gli argomenti ci sarebbero e ne ho elencati solo alcuni. Nel frattempo il gioco delle ipotesi si ferma e ci si scontra con una realtà che parla chiaro. Il bilancio dopo 9 turni è 2-7, con gli unici successi ottenuti per episodiche prestazioni maiuscole di un paio di stranieri e per contemporanee complessità interne alle avversarie di turno - Sassari aveva appena capito che Onuaku era un peso morto ma non sapeva ancora come comportarsi; Brescia solamente nelle ultime settimane ha compreso quanto Mitrou-Long sia insostituibile nel sistema di gioco di Magro, dovendosi in sua assenza affidare ai capricci di Della Valle. In compenso si sono sprecate occasioni ghiotte come Varese e Napoli, potenziali vittorie gettate al vento per incapacità di gestire i vantaggi o di attaccare una zona, e si sono perse partite come quelle di Trento e Scafati per impreparazione, problemi tattici, inadeguatezza dei singoli e del sistema di gioco. Tornando nel campo delle ipotesi, sono convinto che, se Sokolowski non avesse sbagliato tutto lo sbagliabile a Masnago e se al PalaBarbuto non ci fosse stato un suicidio collettivo di squadra nel momento in cui era sufficiente assestare un colpetto ad una Napoli specularmente brutta e confusionaria, nessuno solleverebbe in pubblico i tanti dubbi sul valore reale di questa Treviso Basket tra campo, panchina e scrivanie. Invece il re è nudo, nessuno si illude più e non c'è nemmeno un motivo per ridere.

Poi ci si mette di mezzo anche il Destino che, come Dio, si diverte a giocare a dadi. Ed allora forse non è un caso che a sancire la crisi di TvB sia stato Logan con Scafati e che tra una settimana tocchi alla Verona di Bortolani, che potrebbe benissimo scaraventare ancor più in basso la Nutribullet verso l'anticamera per il ritorno in A2. In fondo la situazione di Treviso è simile a quella di Varese un anno fa e, per averne riprova, basterebbe chiedere a Paulius Sorokas che l'ha vissuta in prima persona: un gioco imperniato su un elemento ingombrante e troppo accentratore (Gentile lì, Banks qui); un allenatore inadatto a gestire la situazione; una squadra costruita con idee tattiche sbagliate. Varese voltò pagina cambiando manico ed attori, affidandosi ad un sergente di ferro olandese e sacrificando un pezzo pregiato dopo l'altro pur di ricostruire una parvenza di ensemble. Non so quanta volontà ci sia dentro TvB di compiere le stesse mosse, a cominciare dal cercare un altro tecnico per poi reperire degli acquirenti per Sokolowski, Banks e Cooke. Certo è che non ci si può accontentare del mal comune, ossia i mal di pancia in laguna dove una bella fetta della Reyer rema contro De Raffaele, oppure dell'oramai imminente secondo esonero consecutivo di Menetti che a Reggio Emilia, con una squadra molto più costosa e profonda, ha la stessa posizione di classifica di Treviso. Ad ognuno la propria croce. E pur non invidiando nessuno in tale posizione, spero davvero che prima o poi ognuno si assuma la relativa responsabilità: sarebbe un bel passo in avanti, anche a costo di una retrocessione.