lunedì 1 ottobre 2012

Ricominciamo!

Quando mi parlano di Adriano Pappalardo, scusatemi se potete suoi fan, penso solo alla sua canzone più conosciuta o al limite all'interpretazione del sergente maggiore Scherone in "Classe di Ferro". Però il motivetto, abusato e riutilizzato addirittura nelle pubblicità, si presta. Quindi ricominciamo. Con il basket e con il blog.

Treviso Basket ha inaugurato la propria attività ad Agordo, influggendo 62 punti - avete letto bene, non è un refuso - ai padroni di casa. Stracciati ma felici, forse per il pienone di pubblico, forse per aver partecipato alla scrittura di una pagina di storia, forse per aver potuto conoscere l'ex capitano ed oggi presidente Paolo Vazzoler e con lui tutti gli altri pazzi incoscenti innamorati della pallacanestro che animano questo neonato club cui è affidato un testimone pesantissimo. Ovvero la tradizione dei canestri nella Marca.

Fa un po' tristezza osservare da distante, con occhi da interessato più o meno neutrale le vicende di quella Serie A in cui Treviso ha avuto per lustri il suo posto ma che quest'anno la vede rumorosa assente. E consolarsi con le simpatie, con gli ex più o meno illustri che si sono accasati da altre parti. Chi addirittura a pochi chilometri da casa o dal posto che ha lungamente amato. Ecco, parliamo anche di Bulleri e Marconato alla Reyer. Qualcuno li ha giù bollati come "traditori" (e per il Bullo sarebbe la seconda volta, ma ha scorza dura abbastanza per scrollarsi di dosso senza fatica simili critiche gratuite) o come "infami" o ancora "mercenari". Parole che non meriterebbero commento, tanto suonano come segno di ingraditudine, di irriconoscenza e di scarsa intelligenza. Il basket di Serie A è sport professionistico, quindi gli atleti come primo obiettivo si pongono l'ingaggio in un team che ne riconosca il valore e lo paghi di conseguenza. Nulla di cui scandalizzarsi. Ed a maggior ragione conoscendo i due. Perché forse ci si è dimenticati che Marconato a Treviso ci è nato e cresciuto e che dentro di sé è sempre un figlio della Marca. E perché il cecinese, seppur adottato, ha lo scudo cittadino nel cuore, al pari della gente trevigiana e lo ha dimostrato a più riprese. Anche con una canotta diversa, compresa quella dei rivali degli ultimi derby, loro restano, nel profondo, tra quei capitani coraggiosi, stessa genia di Vazzoler, Iacopini e Pittis. Gente che ama il basket e che nutre per la propria alma mater un sentimento viscerale di riconoscenza e di sentimento autentico.

Torniamo a TVB, sigla accattivante che cela un progetto comunque ambizioso, finalmente serio dopo un'estate di ricorsi e di disorganizzazione dettata anche dall'emergenza. Anche nel nuovo, vecchie polemiche. Per la presenza sulle maglie di gara del marchio detestato dei Colori Uniti, che ai tifosi più che i trionfi del passato ricorda i ripetuti silenzi degli ultimi mesi. E dire che il Vazzo era stato chiarissimo: è uno scotto da pagare per poter ottenere una base di partenza. Buon viso a cattivo gioco, nulla più. Che si ingoi un rospo oggi sperando un domani di prendersi adeguate rivincite verso tanti autori di sdegnosi rifiuti.

A tal proposito, un fugace richiamo a quanto accaduto nella seconda metà di settembre. I nuovi guai giudiziari e finanziari di Sacrati, patron F che finora ha ottenuto comunque credito a dispetto dei disastri combinati; e la farsa Angels-Rieti, risolta con due mesi di ritardo tramite una estromissione a pochi giorni dal via. Ma come? La Federazione non era quella che propugnava il rispetto delle regole? "Niente precedenti pericolosi" ripetevano alcuni soloni tra luglio ed agosto. Peccato che alle parole seguano fatti parecchio difformi dagli intendimenti annunciati. E chissà cosa diranno un buon numero di società di Gianni Petrucci, candidato unico alla presidenza FIP (ricordate Fedro, mi raccomando), che ha ripreso il cavallo di battaglia delle metropoli come serbatoio della palla a spicchi di domani.

Chiudiamo di nuovo con i biancocelesti, bianco-blu royal per i soliti regolamenti che spaccano il capello sui cromatismi ma che poi si prestano ad interpretazioni plurime quando conviene. All'esordio logisticamente scomodo ma tecnicamente morbido seguirà un tuffo nel passato, il ritorno al Natatorio delle origini, e soprattutto la prima gara di alto valore. Si chiama Quinto, si pronuncia Polisportiva San Giorgio. E' una delle favorite del campionato. E la sfida tecnica e tattica di domenica prossima è già lanciata.