La scorsa settimana Treviso Basket ha presentato lo sponsor di maglia per la stagione corrente. Primo passo per costruire un futuro distante ma da pianificare con la giusta accortezza. Ancora non si conoscono i dettagli dell'organizzazione dei campionati della prossima stagione, ma è importante poter disporre di una base di partenza per non farsi trovare impreparati di fronte a qualunque evenienza o possibilità. Ovviamente non ci si può né deve accontentare. Sarebbe anzi bellissimo se altri imprenditori riuscissero a capire l'importanza del Consorzio UniVerso e della stessa TVB. Si può fare comunicazione integrata, stringere nuovi rapporti di business e contribuire ad un patrimonio socio-culturale e sportivo di un intero territorio. Varese è l'esempio da seguire: al terzo anno di consorzio, i conti sono perfettamente in ordine (due pareggi di bilancio e le previsioni per l'anno in corso parlano di un piccolo utile) ed i risultati sportivi, con la prima squadra capolista imbattuta, dimostrano il valore dell'idea di partenza. Ora si tratta di replicare quel modello qui, nella Marca. Le adesioni ci sono, ne servono altre. Ed anche chi già partecipa, dovrebbe capire l'importanza tanto della scelta quanto degli oneri che questa comporta.
Per martedì 11 dicembre 2012 è stata programmata la cena di Natale di TVB, aperta a tutti i sostenitori a vario titolo del club. Non mi soffermo sui dettagli. Voglio invece sottolineare come già a febbraio scorso l'occasione conviviale promossa dai tifosi fu un successo. D'altronde, non è una novità né un segreto. Già negli anni '80 simili riunioni di semplici appassionati, a tavola con uno o due giocatori ospiti, costituivano la base del tifo che riempiva alla domenica il Palaverde. Poi venne l'epoca dello snob, della ricerca dell'eccellenza non solo nel risultato sportivo, degli ingressi selezionati. E del crollo del dato del pubblico pagante. La gente comune talvolta preferisce poter scambiare due parole con un cestista professionista, per capire di poter far parte di un gruppo unico, tra squadra e cittadinanza, piuttosto che ammirare super campioni virtualmente irraggiungibili. Un applauso per l'iniziativa che davvero recupera, come nelle intenzioni delle dirigenza, le autentiche radici del basket trevigiano.
A giudicare da certe reazioni, l'ultimo intervento in questo blog deve essere risultato indigesto a qualcuno dalle parti della laguna. Francamente me ne infischio, come recitava Clark Gable in un famoso film di tanti, troppi anni fa. Non è il caso di prestare troppa attenzione a chi dimostra di non saper fare una valutazione nel merito ma si ferma a quella rivalità cittadina che recita ossessivamente come un mantra senza capirne il contenuto ed il contesto. Al punto da fossilizzarsi su slogan triti e ritriti o sulla ricerca ossessiva del "nemico". L'invito a recuperare il senso antico dello sport, spogliandosi degli orpelli e della stupidità, è rimasto senza risposta. Pazienza. Certi personaggi non sanno davvero a cosa rinunciano ed in nome di quale stolta distinzione. Sempre che quest'ultima riesca a recar loro conforto delle delusioni del fine settimana nel ghetto che hanno costruito per loro stessi.