DAVID LOGAN: un anno fa c'era incertezza riguardo al suo rapporto con Treviso Basket, un matrimonio che pareva essere naufragato dopo l'ormai famosa fuga dell'8 marzo e ricucito un po' per la volontà dello staff di non privarsi di un simile veterano ed un po' in forza di un contratto pesante fatto valere dal suo ingombrante procuratore. A 38 anni compiuti subito dopo Natale, un girone d'andata da califfo con tanto di prova mostruosa in casa della Fortitudo; poi una seconda fase con qualche passaggio a vuoto, complici gli acciacchi e le difese avversarie che lo hanno preso di mira puntando sul fisico. Chiusura della stagione in grande spolvero, seppur con il consueto rendimento affatto costante. Di "last dance" non ne vuole sentir parlare, smentendo di fatto le parole pronunciate nel 2020, quindi continuerà ancora per almeno una stagione. Con chi? Il suo contratto scade tra poche settimane e chiama parecchi soldi, possibile che TVB gli proponga una estensione con ruoli e compensi assai rivisti. Intanto... VOTO 8
DEWAYNE RUSSELL: play tascabile se ce n'è uno. Anche lui autore di una stagione a più volti, prima come costruttore principale di gioco, poi come finalizzatore. Nei playoff ha preso coscienza delle proprie capacità offensive salendo di livello peraltro nel confronto con dei signori difensori. Certo, la ridotta taglia fisica induce a delle scelte ponderate in tema di mercato e la sua firma la scorsa estate per la De' Longhi preludeva all'intenzione di costruire una squadra da corsa estrema il cui obiettivo sarebbe sempre stato segnare un canestro in più degli avversari. Comunque vada a finire (c'è un'opzione per un rinnovo annuale) Treviso resterà nel suo cuore per la nascita ed il nome della sua bimba. VOTO 7,5
TYLER CHEESE: oggetto misterioso, spacciato per guardia tuttofare di 196 centimetri (chi è che ha barato sull'altezza, a proposito?), in realtà frutto acerbissimo della pallacanestro americana, inutile persino per un campionato di basso profilo come quello finlandese in cui viene spedito dopo il taglio a Treviso. Unico pregio: costava pochissimo. Ma per quei soldi non era allora più conveniente tenersi Lollo Uglietti? Nessuno ha sentito la sua mancanza, nemmeno gli juniores con cui ha fatto a pugni in allenamento. VOTO: 2
GIOVANNI VILDERA: altro affare a basso costo, la doppia-doppia piazzata alla prima uscita di Supercoppa a Mestre aveva illuso parecchia gente. E probabilmente anche lui, che ha impiegato qualche mese a prendere le misure ad un torneo che non conosceva e che per lungo tempo l'ha visto primatista indiscusso di falli offensivi sciocchi ed inutili. Con la laurea in tasca si è trasformato: prima il partitone con la Fortitudo, poi un crescendo rossiniano di prestazioni solide sino all'ottima gara3 con la Virtus. Contratto in scadenza, teoricamente sacrificabile in un'ottica anche europea ma non sono esclusi ripensamenti. D'altronde di lunghi italiani decenti con poche pretese economiche non è che ci sia tutta questa abbondanza. VOTO: 6,5
VITTORIO BARTOLI: il mezzolungo toscano ha visto pochissimo il campo, blindato in una rotazione a cinque nei due ruoli interni. Da capire cosa possa fare e dare in futuro. Intanto VOTO NG
MATTEO IMBRO': pure per lui, un campionato in crescendo. Forse voleva togliersi la ruggine accumulata la scorsa stagione, aperta con un infortunio ed accompagnata da un ulteriore malanno, problemi che lo avevano condizionato. Stavolta c'è stato dall'inizio ed a tratti è stato ottimo, specie giostrando da guardia che ormai è il suo ruolo a questi livelli. Esperienza, furbizia, tiro ed anche carisma hanno sopperito alla grande la cronica mancanza di esplosività delle gambe. In scadenza, c'è chi tra la concorrenza l'avrebbe già messo nel mirino. Resterà? VOTO: 7,5
LORENZO PICCIN: secondo anno nel giro della prima squadra e primi, veri minutaggi per questo ragazzino della provincia che ha mostrato orgoglio e carattere a dispetto di mezzi fisici affatto eccelsi e di oggettivi limiti tecnici. Il cuore non si discute, la tenacia nemmeno. Da sesto esterno, quando è stato chiamato in causa non è stato affatto disprezzabile. VOTO: 6,5
MATTEO CHILLO: terza stagione a Treviso e rendimento in continua ascesa. Era un buon backup per Tessitori all'inizio, poi un quarto lungo utile per tutte le stagioni, ora è diventato un affidabile 4-5 che apre l'area col tiro, mette palla a terra, difende anche sui cambi e gioca senza paura. Difetti? Uno, davvero pesante: commette troppi falli sciocchi, specie sui tiri da 3, un dettaglio su cui dovrà lavorare. A 28 anni non ancora compiuti non si può certo lamentarsi di un elemento del genere. C'è un'opzione per uscire dal biennale firmato l'anno scorso a favore della società, sarebbe folle rinunciare ad uno dei migliori elementi per rapporto qualità/prezzo. VOTO: 7
CHRISTIAN MEKOWULU: sorprendente. Ok, ad Orzinuovi collezionava doppie-doppie, ma si parla comunque di un club che l'anno scorso languiva in fondo alla classifica di A2. Il nigeriano invece ha mezzi non solo per la Serie A ma anche per misurarsi in una competizione europea. A patto, s'intende, di migliorare la gestione dei falli, suo tradizionale tallone d'Achille. Resterà negli annali la sua prestazione in gara2 di playoff contro la Virtus in cui ha ridicolizzato Gamble stoppando qualunque pallone si avvicinasse al raggio d'azione delle sue braccia. Altro elemento da blindare per il futuro, levando ogni clausola di uscita. VOTO: 8
MICHAL SOKOLOWSKI: il vero punto di svolta della stagione è stato l'arrivo del polacco. L'ex Legia Varsavia ha lasciato una squadra che lo teneva in parcheggio non pagandolo per esplorare per la prima volta un campionato al di fuori della propria nazione. Impatto ottimo, con capacità di giocare nei due ruoli di ala, di fungere da play aggiunto, di difendere su quasi ogni tipo di avversario e di fare spesso la cosa giusta al momento giusto. Nel finale ha accusato un calo, colpa degli sforzi precedenti e di un fastidio al tendine. Da tempo si lavora alla sua conferma, una partecipazione alla BCL da parte di Treviso Basket aiuterebbe in tal senso. VOTO: 8,5
JEFFREY CARROLL: bomber di A2. O da A2? In realtà l'equivoco si chiarisce pensando alle caratteristiche psicologiche del giocatore americano, abituato a gestire buona parte dei possessi e ritrovatosi a fungere da secondo violino (poi da terzo, dopo da rincalzo) e precipitato nel buco nero dell'involuzione mentale. In una squadra senza Logan forse avrebbe funzionato, in una De' Longhi con un catalizzatore come il Professore ed un pacchetto lunghi da servire in movimento ha fatto da contorno finché non si è trovato a chi sbolognarlo. Tornato in A2, a Biella ha ripreso a giocare come sa e come preferisce. Auguri a lui ed all'Edilnol nei playout. VOTO: 4,5 (ma non è del tutto colpa sua)
NICOLA AKELE: grande investimento della passata campagna acquisti, ha giustificato solo a tratti la scelta fatta dalla società. Ondivago, a volte determinante (a Cremona soprattutto), ad oggi non ha tiro né sicurezza per fare il 3 e non possiede la solidità in post per essere un 4. Playoff da debuttante ma da dimenticare: peggiore in campo nei primi due atti, in gara3 il coach gli preferisce Chillo per tutti i 20 minuti finali (incluso l'overtime). Ha un altro anno di accordo, senza clausole d'uscita. Che meriti un investimento scommettendo su una maturazione o da sacrificare per un pariruolo americano più solido? VOTO: 6
TRENT LOCKETT: chiamato a sostituire Carroll nelle rotazioni, è arrivato nella Marca dopo un anno di sostanziale stop post operatorio. In netto ritardo di condizione, ha impiegato due mesi per ritrovare buona parte dello smalto dei giorni migliori salvo essere condizionato nel finale da un problema ad un piede. A dispetto di ciò, buon difensore sulla palla e sull'uomo, ha consentito una crescita del rendimento di squadra - il ciclo delle 6 vittorie è iniziato con lui - e non è affatto dispiaciuto nel contesto globale. In scadenza, non resterà. VOTO: 6,5
MAX MENETTI: per un intero girone ha visto la sua squadra offrire la peggiore difesa possibile, incassando però qualche bella vittoria grazie all'innesto di Sokolowski ed alla vena offensiva di Logan. C'è anche la sua mano nella costruzione di un girone di ritorno da applausi, con quelle sei vittorie consecutive che hanno portato una formazione costruita per ottenere la salvezza e nulla più ad entrare con quattro turni d'anticipo nei playoff. Ha altri due anni di contratto a Treviso, tempo sufficiente per completare un ciclo e plasmare un nucleo solido che possa fungere da base anche per il futuro. Ha difetti conosciuti (scaramantico, preferisce i veterani che giocano anche fuori dal playbook) ma ha dimostrato con i fatti di saper il fatto proprio. VOTO: 8
SOCIETA': vale a dire Consorzio e dirigenza, le due anime imprescindibili di TVB. In un'annata balorda, senza pubblico, con budget tagliato del 30%, poteva sbandare e nessuno avrebbe avuto granché da ridire. In fondo le premesse non erano rosee ed anzi alcune scelte estive condite da dichiarazioni un po' sopra le righe avevano già scatenato i primi mugugni. La scelta senza senso di Cheese e altre firme a basso costo potevano dar adito a sospetti, fugati dai due innesti in corsa - ricordando che solo Trento e Cremona non hanno fatto ricorso al mercato di riparazione - e da una confermata solidità del modello gestionale. Il sesto posto conclusivo con il posto virtuale in BCL è un premio per quanto fatto ed al contempo un invito ad osare ancora di più. VOTO: 8