domenica 24 febbraio 2019

Classifica: eppur si muove

Due le notizie di giornata. La prima: David Logan può giocare in A2 quasi in ciabatte. La seconda: questa Fortitudo tre impegni ravvicinati non li regge. In realtà si tratta in entrambi i casi di mere ovvietà, ratificate però da quanto visto sul campo. La Corea è stato solo un passaggio obbligato per Logan che in cambio di un congruo assegno si è prestato a giocare per qualche mese in uno dei campionati tecnicamente più osceni del pianeta - scenari peggiori solo in Libano, Iran e Giappone. A dispetto dei 36 anni e dei dubbi sulla sua tenuta fisica, l'esterno di passaporto polacco ha ribadito che di ruggine addosso non ne ha e che per lui questo campionato è qualcosa di piuttosto semplice. Elementari le prime letture delle situazioni tattiche a Jesi: finché c'è stata partita (per poco, diciamolo) Logan ha fatto quel che ha voluto, ben coadiuvato da due guardie che si incastrano e si completano perfettamente nel puzzle ideato da Max Menetti. Certo, la Termoforgia è davvero poca cosa (vedi pagelle) e per ottenere una riprova autentica sarà necessario attendere le verifiche di Coppa e del lunch hour di domenica 10 contro Montegranaro. Le premesse comunque restano ottime.

La brutta notizia di giornata per TVB è invece la vittoria di Montegranaro al PalaDozza. Una piccola sorpresa, ma relativa. Il reparto geriatria di Antimo Martino mostra tutti i suoi limiti quando l'età media del gruppo si accoppia a tre gare in una settimana. Un sovraccarico insopportabile per questa Bologna che già un mese fa aveva mostrato di non gradire perdendo ad Udine in infrasettimanale. Stavolta a saltare è stato il banco di piazza Azzarita, peraltro col brivido: la Poderosa si è mangiata l'impossibile concedendo a fil di sirena a Rosselli la tripla del prolungamento, assistendo poi all'allungo dei padroni di casa. Sul +5, doppia bomba di Corbett, mai abbastanza rimpianto a Treviso (8/9 dalla lunga, giusto per gradire). E partita che si chiude sulla percussione di Rosselli, poco lucido e troppo speranzoso in una chiamata arbitrale a favore. La classifica quindi si muove ma a gioire è solo la XL Extralight che si porta ad un incredibile -2 dai felsinei mantenendo un +4 su Treviso. Gli scontri diretti per ora sono a sfavore dei marchigiani ma i giochi paiono nuovamente aperti. Anche perché l'incombente Final Eight potrebbe sparigliare ulteriormente le carte in tavola. Ma di questo ne parleremo più avanti.

Passiamo quindi alle pagelle di Jesi-TVB:

Dillard 4: dicono abbia problemi ad un'anca. Anche tenendo conto di un simile handicap la prestazione dell'unico americano superstite dell'Aurora è da bollino rosso. Poche idee e parecchio confuse.
Mascolo 6: gioca due ruoli, cerca di dare una scossa all'ambiente. Difficile chiedergli di sopperire l'assenza tecnica di un americano, figuriamoci l'abulia di un altro straniero e dell'unico esterno italiano di talento.
Baldasso 4: la sua unica tripla a bersaglio arriva a partita finita. Trieste lo ha prestato a Jesi per fargli acquisire ulteriore esperienza e completarne la maturazione. In realtà il piemontese sembra un giocatore mentalmente perso e con grossi limiti tecnici.
Santucci 6: in campo per disperazione, fa il possibile pur conscio dell'enorme divario di talento che lo separa da qualsiasi avversario.
Rinaldi 7: per lui ogni partita contro Treviso è un confronto non comune. Ci mette impegno e dedizione, dall'inizio alla fine, chiarendo una volta per tutte quale sia il compito anche morale di chi indossa la fascia di capitano. Ma in una squadra del genere è destinato a predicare da solo in mezzo al deserto.
Maspero 4,5: inizia fuori ruolo, da ala piccola tattica per sfruttare il fisico contro Burnett. Un confronto da cui esce maciullato già dopo pochi minuti.
Valentini ng: sette minuti di garbage time.
Totè 6: si segnala per la bella prova a rimbalzo, sfruttando lunghe leve e senso della posizione, e per le tre stoppate rifilate nel finale. Ma non può bastare per incidere davvero in una gara in cui, senza grandi individualità sul perimetro, Jesi dovrebbe cercare e trovare più soluzioni ad alta percentuale.
Lovisotto 5: invisibile.
Cagnazzo 5: senza un americano si inventa quintetti atipici e difese a zona per stoppare il gioco in post di Tessitori. Ma la coperta è cortissima sul perimetro, specie se Treviso tira col 40% dall'arco beneficiando di un alto numero di tentativi. Ed a rimbalzo, Totè a parte, subisce.

Tessitori 7: la sfida con Rinaldi è tra tecnica e potenza ma si conclude in un sostanziale pareggio. Solita distribuzione di banane ed una tripla dal palleggio quasi da guardia.
Logan 7: dopo i 21 in amichevole contro Trento ne rifila 11 a Jesi, mostrando di poter giocare in scioltezza. Gli manca ovviamente un po' di feeling con il resto della squadra ma la sua capacità di potersi prendere tiri fuori dagli schemi compensa ottimamente la lacuna. Decisamente un'altra pasta rispetto a Wayns.
Burnett 7,5: come ala piccola tattica Dominez funziona a meraviglia. Sui tagli può sfruttare la combinazione tra velocità, atletismo e stazza. Dal perimetro può usufruire dei raddoppi su Logan e Imbrò o su Tessitori per colpire. E senza incombenze da play non può che migliorare.
Sarto ng: spazio soltanto a partita finita.
Alviti 6: probabilmente ha perso il quintetto base per il resto della stagione. Da capire se d'ora in avanti potrà portare qualcosa di più di 6 punti con medie rivedibili. Bene invece a rimbalzo.
Barbante ng
Imbrò 7: non deve più cantare e portare la croce. Pulito ed essenziale in regia, sfrutta le amnesie di Jesi in retroguardia per colpire. Da non dimenticare il contributo a rimbalzo difensivo (6).
Chillo 6,5: salta talvolta a vuoto ma si dà comunque da fare. Contro i centimetri di Totè fatica un po', tuttavia non gli difetta l'intelligenza di riaprire il gioco per i compagni piazzati (4 assist).
Uglietti 7: per il regista di scorta (adattato) di TVB, un inconsueto percorso netto al tiro con tanto di doppia bomba a bersaglio. Buona difesa sulle guardie jesine, playmaking ordinato e pochissime sbavature.
Severini 6: è ancora un po' spaesato e si vede. Però la volontà di difendere non gli difetta, nemmeno sul +30: altra pasta rispetto al suo predecessore nel ruolo.
Lombardi 6: sfidato al tiro da fuori, ne mette una sola. Non la giornata migliore per Eric che comunque svolge adeguatamente il compito di copertura in appoggio a Tex.
Menetti 7: nessun problema contro la zona, puntuale nei rari timeout a richiedere maggiore attenzione ai suoi nei confronti di Totè e Mascolo. Si gode Logan, ovvero il giocatore che gli mancava: ora deve organizzare la sua squadra per una volata di primavera che si preannuncia impegnativa.

domenica 17 febbraio 2019

Scelta tecnica

Quante volte un allenatore si è trincerato dietro una locuzione impenetrabile ma evidentemente a carattere anche politico (e parliamo di politica interna allo spogliatoio) per spiegare delle scelte tattiche in partita? O addirittura nelle convocazioni. Avviene così in CSI, in UISP, in Promozione. Lo stesso si verifica in Serie A2. "Antonutti? Ho cinque lunghi, non possono giocare tutti, la sua esclusione dalla partita è una mia scelta tecnica": queste le parole di un serafico Max Menetti che mi strappano un sincero applauso per la tecnica democristiana con cui il coach reggiano è riuscito a completare a distanza di mesi e con poche parole una svolta decisa nel roster di TVB.

Le considerazioni e le pagelle post Treviso-Mantova iniziano da qui. Da quel "scelta tecnica" che ha un piacevole suono di cerchiobottismo. I tifosi si stanno già scatenando sull'opportunità di giubilare o meno l'ormai ex capitano - possiamo anticiparlo: anche se pro forma la fascia è ancora sua, de facto è stato esautorato attribuendo l'incombenza a Imbrò che sicuramente sta dimostrando maggiori doti di leadership e di coinvolgimento. Che quello tra Menetti ed Antonutti non fosse amore era cosa risaputa dal 2014, quando il giocatore fu messo fuori rosa a Reggio Emilia ed offerto in giro - persino alla derelitta Forlì a gestione Boccio - pur di liberare il buon Max da un fardello tecnico condizionante. Lo scorso giugno all'atto del suo insediamento l'allenatore aveva già deciso: voleva una De' Longhi con un play italiano di spessore, una coppia USA guardia-ala forte ed un centro vero e dotato di precise caratteristiche. Di tutte le sue richieste solo l'ultima è stata esaudita, con Tessitori opzionato già da un mese e prontamente firmato. Quando Matteo Fantinelli, stanco di alcuni attriti, ha salutato tutti (tranne uno o due...) per tornare a Bologna, il piano-B non ha portato soltanto al sacrificio dell'ora rimpianto Sabatini ma anche all'obbligo di onorare il secondo anno di contratto di Antonutti. Nonostante Menetti, viste le caratteristiche di Lombardi, preferisse quest'ultimo nel ruolo. 

Antonutti quindi a sedere. Per quaranta minuti. A Verona era rimasto in fondo alla panchina quasi tutta la ripresa, isolatosi a parlottare col preparatore, quasi mai coinvolto nemmeno nei timeout. Non un atteggiamento da capitano e probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Luca Severini non sarà mai un Antonutti sul piano del talento puro ma già dopo i primi 15 minuti in biancoceleste si è capito cosa possa dare: difesa dura, doppia dimensione offensiva, capacità di sporcare palloni, qualche appoggio per i piccoli dal post alto. Abbastanza per convincere in una uscita tutto sommato semplice ma non priva di lati ruvidi. Si sa, alcuni allenatori compiono scelte in base all'applicazione ed al linguaggio del corpo dei giocatori. E tanto è bastato per capire chi dovesse giocare.

Passiamo alle pagelle.

Tessitori 7: qualche difficoltà nel pitturato, tanti tiri sputati dal ferro oppure ostacolati (almeno all'inizio) dai lunghi mantovani. Quindi, spazio alla potenza a rimbalzo offensivo ed all'intelligenza di riaprire il gioco per i piccoli (4 assist). Questo si dice far di necessità virtù. Nel mezzo, le solite banane.
Burnett 7,5: come a Verona, prende a pallate la retroguardia avversaria caricando a testa alta e non bassa. Quindi niente sfondamenti ma tante incursioni a seminare il panico. Nemmeno l'utilizzo di Visconti in marcatura su di lui può fermarlo.
Sarto ng
Alviti 8: serviva una bella scossa emotiva dopo le recenti difficoltà contro Cento e Verona. Stavolta la reazione c'è e su ambo i fronti. In difesa l'ala piega le gambe e sporca i possessi avversari; in attacco, via alla pioggia di triple nel canestro della malcapitata Pompea.
Saladini ng
Antonutti (voto alla stagione) 5: doveva riscattare i balordi playoff contro Trieste, dimostrare che poteva convivere con Menetti e di potersi applicare in difesa. Soprattutto, investito della fascia di capitano, doveva dare l'esempio in positivo. Andrà via, forse a Udine, sempre che l'Apu decida di rilevare i rimanenti mesi dell'oneroso contratto con TVB.
Imbrò 7,5: condivide la regia con Uglietti, appena la retroguardia virgiliana apre uno spiraglio anche lui si unisce al bombardamento. Non pago, aiuta a rimbalzo (6). E si comporta da capitano.
Chillo 6: paga dazio contro l'atletismo di Morse ed i centimetri di Metreveli ma si rende ugualmente utile proiettandosi in area a catturare palloni. Una piccola certezza.
Uglietti 6,5: si presenta con tre rimbalzi offensivi quasi consecutivi catturati, testimoniando la sua essenzialità silenziosa. Solita regia concreta, solito approccio deciso, soliti minuti di grande solidità. Uniche pecche, il fallo sul tiro da 3 di Visconti (comunque inevitabile) e un curioso autocanestro su Raspino.
Severini 6,5: per essere il debutto, non è male. Si nota che gli manca la conoscenza di alcuni automatismi di squadra ma li acquisirà nel corso della prossima settimana ed anche la Coppa Italia gli servirà per calarsi nella nuova realtà. Intanto una nota positiva: difende sull'uomo e non solo sulla palla. Biglietto da visita, un canestro in acrobazia.
Lombardi 6,5: mira scentrata compensata dall'intelligenza di effettuare quel passaggio in più che porta spesso e volentieri a 2 o 3 punti segnati dai compagni.
Menetti 8: voto giustificato da quel "scelta tecnica". Nessuna diplomazia inutile. Avrebbe potuto inventare una influenza, un attacco di crampi o di emorroidi, un'unghia incarnita. Invece no, il reggiano ammette tutto: Antonutti fuori per scelta tecnica. Anticamera della separazione. Sul piano tattico, replica in maniera eccellente a Finelli cucendo un cappotto difensivo su misura per Veideman.

Vencato 5,5: parte dalla panca, è in debito di ossigeno dopo un infortunio dal quale fatica a riprendersi completamente. Bello un gioco da tre punti sfruttando il post basso. 
Veideman 4,5: serata da incubo per l'estone che non incide né trova spazi. Parte da guardia, si sposta subito in play ma non ne azzecca una. E nel finale perde anche la bussola con una puerile protesta che gli costa il fallo tecnico.
Morse 6: finché c'è partita, non dispiace. Lungo veloce, dinamico, tecnico ma anche verticale. Un ragazzo da tenere d'occhio. Purtroppo per lui la benzina della sua squadra si esaurisce troppo presto.
Poggi 5: si becca pure una involontaria gomitata sul naso perdendo sangue a fiotti. Ma l'impressione è che, anche senza le bende, questa categoria gli sia estranea.
Metreveli 3: un disastro. Richiamato più volte dal suo allenatore, lascia spazio ai rimbalzisti offensivi di TVB, fatica a chiudere su chiunque, sbaglia i pochi tiri tentati e spende pure falli sciocchi.
Raspino 5,5: che ci provi è un dato di fatto. Peccato però che non riesca davvero a fare qualcosa di utile e soprattutto continuo. Ringrazia Uglietti per l'autocanestro da circo.
Visconti 5,5: volitivo per qualche minuto ma dopo aver trovato qualche canestro diventa uno sparatutto. Il problema è che dalle sue mani non escono punti ma mattoni o piccioni viaggiatori.
Ferrara 7: per spirito combattivo e concentrazione, il migliore di tutta Mantova. Un mastino in difesa, si mette in mostra nel terzo quarto causando qualche grattacapo a Imbrò e Burnett.
Ghersetti 5: inizio di carattere, da vero argentino, anche chiamando alla riscossa i compagni. Dopo un paio di cambi si eclissa e diventa un fantasma.
Maspero 4,5: con Veidemann è costretto a giocare soprattutto guardia e non ne trae giovamento. Inutile nel complesso.
Finelli 5: il suo piano prevede spezzettare la manovra biancoceleste usando la fisicità delle ali piccole o gli show dei lunghi. Funziona a sprazzi solo all'inizio. Appena mette mano alla panchina iniziano i guai.

domenica 10 febbraio 2019

TVB, abbiamo un problema. O forse due.

Considerazione sul derby veneto e dintorni.
Lasciamo stare per un momento la cabala che pare non voler lasciare un vero padrone regionale in A2 - otto confronti in quattro stagioni, 4 vittorie a testa con fattore campo quasi sempre rispettato. La De' Longhi vista a Verona è stretta parente di quella sciagurata che fece una figura barbina due settimane fa al PalaDozza. Senza una mente pensante alternativa ad Imbrò, con un buco nero in ala forte e con qualche problema di fronte a difese che raddoppiano in maniera fisica su Tessitori. Se in estate coach Menetti ha dovuto rivedere parte del playbook per rendere più semplici le idee tattiche, puntando moltissimo sulla capacità del suo pivot pisano di dominare nei pressi del canestro, è lapalissiano che ormai quasi tutte le avversarie abbiano capito come azzoppare il gioco offensivo di TVB.

Verona ha impiegato cinque minuti a capirlo. Il tempo di panchinare l'indolente Dieng - a proposito, ma è vera la voce del contratto che prevede la partenza obbligatoria in quintetto base? Allucinante! - e di schierare in sua vece il ruvido ma efficacissimo Ikangi ed il lavoro è stato compiuto. Per quindici minuti Treviso non ha saputo che fare, affidandosi ai personalismi (brutto segnale quando si perdono due possessi per infrazioni di 24") o abusando di un tiro da 3 che è rimasto orfano di uno dei suoi specialisti, ovvero Davide Alviti, involuto in dieci giorni da cecchino quasi infallibile a spadellatore folle - per lo spatolatore, citofonare Batacchi a Santarcangelo di Romagna. Poi si è visto qualcosa... che a dire il vero sarebbe anche elementare: come battere i raddoppi in post? Stesso approccio ad una zona fronte pari cioè pivot in lunetta o paraggi per appoggi e riaperture o tagli del piccolo. Tutto bene, tutto bello fino al terzo fallo di Tex, una craniata nello sterno all'avversario. E lì partita finita del pivot.

Menetti parla di scelta tecnica nell'esclusione di Tessitori. Ci può stare visto che Chillo, bontà sua, qualcosina di positivo ha fatto, specie in appoggio agli esterni come testimoniano gli assist. Restano però insoluti due interrogativi, il primo legato alla cabina di regia ed il secondo al ruolo di ala forte. In settimana sbarcherà David Logan, un nome pesante, un tiratore di striscia, un potenziale crack per l'A2. Quanto ci si attendeva da Maalik Wayns. Ma non un play, né un difensore (almeno sull'uomo). Lecito attendersi dal prossimo innesto la capacità di variare il gioco di Burnett in penetrazione e di rendere meno evidente la solitudine di Imbrò come specialista del tiro pesante. Uglietti invece continuerà a doversi dividere tra marcatura asfissiante dell'avversario più pericoloso e stampella del playmaking. Difficile dire ora se la soluzione funzionerà. Anche perché si aspettano le famose visite mediche per capire se il problema muscolare denunciato in Corea fosse di natura diplomatica, di turnover o dannatamente reale - si propende per la prima ipotesi.

Per l'ala forte invece difficilmente si cambierà qualcosa. Perché Barbante è acerbo. Perché Alviti non gradisce il ruolo e comunque ha altri problemi da risolvere. Perché Lombardi è tanto effervescente in attacco quanto sbadato in retroguardia - a proposito, Poletti e Severini ancora ringraziano. E soprattutto perché c'è sempre quel contrattone di mezzo tra Antonutti ed un suo auspicabile taglio. Anche a Verona il numero 9 è stato indolente: tredici minuti di vuoto pneumatico. C'è da chiedersi se non sia almeno il caso di revocargli la fascia di capitano per darla ad Imbrò, sicuramente più presente e determinato, anche quando commette degli sbagli. Senza ricordare che Antonutti fu allontanato nel 2014 da Reggio Emilia da capitano, con scelta precisa proprio di Menetti, occorre compiere una riflessione sull'utilizzo in campo di un giocatore troppo condizionante tatticamente e che sta dimostrando limiti anche caratteriali. Se Wayns non riusciva a dare al gruppo quanto era lecito attendersi, bisogna dire che con somma signorilità il primo a rendersene conto è stato lo stesso americano togliendo il disturbo e sgombrando il campo dagli alibi. Qui invece non si sa cosa fare, ché il giocatore pare a tratti irrecuperabile a livello mentale, figuriamoci di incastro tattico.

Parliamo poi del contorno. Derby umido, a tratti maschio, piuttosto combattuto. Non ci si è annoiati di certo. Vuoi per l'esito, comunque abbastanza interessante. Vuoi per l'evidente differenza di approccio del pubblico: ondivago quello veronese, esaltato in pochi ristretti frangenti, e continuo quello trevigiano, con i tifosi biancocelesti encomiabili per la capacità di cantare e sostenere i propri colori anche sul -8. Un sopracciglio inarcato sul dato spettatori, oltre 4mila dichiarati nonostante ampie porzioni di palasport desolatamente vuote - e non parliamo di un'arena da NBA. Due note di merito però per i padroni di casa. La prima va ai progressi della bionda Massimilla, lontana dai boati sonori di qualche anno fa ed in evidente crescita quanto a speakering: l'esperienza aiuta, l'entusiasmo c'è, la gentilezza non manca, quindi buona fortuna a lei. La seconda per la scelta organizzativa della presentazione della squadra: gli schermi a bordo campo aiutano, ovvio, ma in Serie A2 è simpatico notare un tentativo ben riuscito di introdurre la formazione con brevi schede video che riprendano espressioni facciali o corporee dei singoli giocatori. L'atmosfera a volte si crea anche così.

domenica 3 febbraio 2019

Veleggiando verso l'Arena...

DE' LONGHI TREVISO - BALTUR CENTO 92-49

DE' LONGHI: Imbrò 9 (0/1, 3/6),  Burnett 15 (6/8, 0/4), Alviti 0 (0/1, 0/4), Antonutti 13 (5/6, 0/1), Tessitori 17 (6/8 da 2); Sarto 8 (2/2 da 3), Saladini, Barbante, Epifani 3 (1/1, 0/1), Chillo 4 (2/2 da 2), Uglietti 12 (4/7, 1/1), Lombardi 11 (4/5, 1/3). All.: Menetti

BALTUR: Gasparin 5 (2/5, 0/2), Reati 10 (1/2, 1/4), Kuksiks 14 (1/3, 4/9), Ebeling 0 (0/3 da 2), Benfatto 4 (2/5 da 2); Ba 2 (1/1 da 2), Mays 1, Chiumenti 8 (3/6 da 2), Pasqualin 2 (1/1, 0/1), Di Bonaventura 3 (1/2, 0/2). Ne: Invidia, Manzi. All.: Bechi

ARBITRI: Caforio, Solfanelli, Lestingi

NOTE pq 22-11, sq 41-27, tq 73-40. Tiri liberi: TV 15/19, Cento 10/18. Rimbalzi: TV 29+13 (Antonutti 6+2), Cento 16+4 (Reati 3+1). Assist: TV 25 (Imbrò 7), Cento 7. Spettatori: 4084.

Cosa resterà di questa partita? Citando Raf, una fotografia: la De' Longhi che anche veleggiando sul +18 (49-31) continua a chiudere le maglie in difesa, recuperando rimbalzi e palloni per poi riproporsi in attacco con un break di 12-2 che chiude ogni discorso. Sono messaggi importanti quelli che giungono dal Palaverde: Treviso è sul pezzo, anche quando l'avversaria è in debito di ossigeno, di talento, di idee e di uomini abili ed arruolabili. Contro una Cento già orfana di White e con Mays visibilmente azzoppato non servono certo miracoli a TVB per ritirare dalle mani degli ufficiali di campo l'agognato referto rosa.

Gli effetti speciali alla fine sono i voli di Lombardi, le accelerazioni di Burnett, l'energia di Epifani, la solidità di Tessitori in post e - sorpresa, sorpresa - l'utilità di Antonutti sui tagli ed in difesa. Proprio il capitano, reduce da qualche prestazione affatto brillante, è il protagonista iniziale approfittando della pigrizia di Ebeling, Benfatto e Kuksiks nelle rotazioni e sfaldando a poco a poco il box difensivo di Bechi. Il resto lo fanno i compagni di squadra. Se in una serata di riposo balistico da parte di Davide Alviti si registra una solidità di tutto il gruppo, con crescente maturità in marcatura (leggi pressione di Imbrò sul portatore di palla e grande attenzione sulle linee di passaggio), allora il risultato non necessita di spiegazioni. Può dunque dirsi contento coach Menetti. Certo, Cento non è Montegranaro né la Fortitudo, a maggior ragione se dei quattro protagonisti del risultato dell'andata due giocano sottotono, uno è assente per infortunio ed un altro è in campo giusto per onor di firma. Però una vittoria larga fa sempre morale ed irrobustisce una classifica in cui, attendendo il posticipo tra Bologna e Jesi, la Poderosa colleziona un altro scalpo di livello regolando anche Forlì.

In proiezione futura manca qualcosina. Perché sul perimetro c'è sempre il buco lasciato da Wayns e mai colmato da Tomassini: tornando alla partita con la Baltur, al secondo fallo di Burnett e con Uglietti già in campo il cambio obbligato è con il giovane Epifani, entusiasta e propositivo ma che necessita ancora di maturare. Il prossimo impegno si chiama Verona, in rottura prolungata dall'inizio del girone di ritorno e sconfitta anche a Piacenza sponda Assigeco: lecito attendersi una Scaligera col coltello tra i denti domenica al PalaOlimpia dove l'Imoco ha perso al tie-break la Coppa Italia. Chissà se la Marca dei canestri saprà vendicare la sconfitta delle ragazze del volley.

Tessitori 8: contro Benfatto gioca di potenza e tecnica, il confronto con Chiumenti invece è principalmente di furbizia. Vittoria larghissima ai punti sul pacchetto lunghi centese, con un roboante 26 di valutazione in nemmeno 21 minuti sul campo.
Burnett 7: partenza diesel con un paio di falli fastidiosi. Poi sale di tono prendendosi responsabilità e smazzando assist per i lunghi.
Sarto 7: dice di ispirarsi a Imbrò pur avendo una ammirazione affatto segreta per Kobe Bryant. Intanto mostra sfrontatezza con due triple in transizione e difendendo in maniera puntuale sugli esterni avversari.
Alviti 6: fatica al tiro dopo due prestazioni balistiche eccezionali. Glielo si può concedere, anche a fronte di un prezioso lavoro oscuro in difesa.
Saladini ng: solo garbage time
Antonutti 8: un bel riscatto, approfittando delle amnesie centesi. Ma non solo, come testimoniano i rimbalzi catturati (8, migliore dei suoi) e con un paio di apprezzabili anticipi. Ci si augura che il suo apporto possa essere più continuo e non circoscritto soltanto ad avversarie in difficoltà.
Barbante ng: al rientro dopo due mesi.
Imbrò 7,5: inizia incollandosi a Gasparin e facendolo ammattire, poi accetta i cambi difensivi e sporca palloni un po' a tutti. Quando serve si accende dall'arco. Essenziale.
Epifani 7: nel giorno del suo compleanno si regala una prestazione di sostanza. Fosforo e muscoli reattivi, ma non solo: scelte del timing quasi perfette e tanto movimento sui due lati del campo.
Chillo 6,5: sportellate con Chiumenti ed una stoppata subita dall'esuberante Ba. Positivo però l'impatto globale (+24 di plus/minus) e l'atteggiamento, a prescindere da qualche incomprensione con la terna.
Uglietti 8: una garanzia. Score impeccabile, regia ordinata e priva di sbavature, tanta sostanza difensiva. Quando esce dal campo l'ovazione è assicurata. Canzone preferita della playlist, "Tough Boy".
Lombardi 7: dalla panca garantisce verticalità e velocità. Si concede il lusso di stoppare Ba oltre ad affondare diverse schiacciate nel canestro emiliano. Ma sa anche aprire l'area con una tripla.
Menetti 7,5: tutto facile. Il coach reggiano si gode la supremazia a rimbalzo (42-20), il saldo perse-recuperate in equilibrio, la distribuzione dei tiri e delle responsabilità. In attesa del secondo straniero e contro una Baltur resistibilissima, va bene così.

Ba 5,5: inizia benino, con una bella veloce su Chillo. Poi si perde un po' nel marasma generale della sua squadra.
Mays ng: visibilmente azzoppato, prova a dare un contributo ma non può davvero fare di più. I suoi 14 minuti in campo sono invisibili.
Chiumenti 5,5: battaglia volentieri in area però le tre palle perse e qualche errato posizionamento difensivo non aiutano i suoi.
Reati 6: parte da guardia in un quintetto pesante. Qualche problema al tiro (2/6 in azione), è comunque uno dei pochi a provarci finché c'è partita. Onore al merito.
Pasqualin 6: in campo quando non conta più, trova due punti in entrata.
Gasparin 5: Imbrò non lo gli concede tregua, idem Uglietti. Senza Mays è costretto a giocare in due ruoli per quasi 30 minuti, pagando dazio in lucidità.
Benfatto 4: triturato nel confronto diretto con Tessitori. Ormai non è più proponibile per questi livelli.
Kuksiks 4: è un'ala piccola ma lenta e con zero atletismo. Ovvero l'esatto contrario di quel White che dovrebbe sostituire. Inizia con due triple, poi si eclissa. Inutile se non deleterio, visto che in difesa non si vede né si sente.
Ebeling 4: dispiace perché a livello giovanile era una promessa. Il talento del padre però non si vede, a dispetto del quintetto base che di solito conferisce una bella dose di fiducia nei propri mezzi. Umiliato sia da Antonutti che da Lombardi.
Di Bonaventura 5: quando c'è ancora un barlume di partita, quasi non si vede. Fa qualcosa solo a match ampiamente finito.
Bechi 5: non è colpa sua se i due giocatori più determinanti della sua squadra sono infortunati. Attende con trepidazione il ritorno di White ed una possibile guarigione di Mays, intanto incassa l'ennesima sconfitta in cui non riesce a superare quota 50. Sul piano tattico, bella l'idea abbozzata della difesa a box ma la pigrizia dei lunghi viene puntualmente punita da Antonutti e Tessitori.