domenica 23 dicembre 2018

Della fiducia, della serenità e della qualità

Eccoci con il consueto appuntamento della disamina tecnica e tattica del match della De' Longhi. Argomento odierno, ovviamente, il successo casalingo ottenuto ieri sera su Ravenna. Una vittoria affatto semplice e per nulla scontata: non inganni il lettore lo scarto conclusivo o la progressione seguita al primo quarto. Piuttosto si è trattato ancora una volta di un risultato figlio tanto di un lento ma costante miglioramento (dei singoli) quanto di qualche atavico difetto (del gruppo) che incide soprattutto all'inizio di partita.

Andiamo con ordine. Quindi iniziamo da quel 0-8 ravennate. Una mazzata per chiunque, anche perché contraddistinta da una evidente difficoltà nell'imbastire una reale azione offensiva. E qui il plauso va ad Andrea Mazzon, capace di leggere al meglio la scelta primaria di TVB (pick'n'roll con Tessitori dal gomito ed eventuale riapertura sul lato). Facile ribadire la risultanza della scelta difensiva OraSì: quasi 4 minuti di digiuno assoluto ed un mare di palle perse - 7 nel solo primo quarto (a fronte di una media partita di 14), comprese due infrazioni di 24". Ecco, con simili premesse qualunque match apparirebbe simile alla scalata verticale della parete nord della Grande di Lavaredo.

Invece... invece entra in gioco il primo fattore. La fiducia. Otto vittorie in fila non si collezionano solo per caso o per mera fortuna, citando qualche tifoso fortitudino che recentemente ha attribuito a Menetti una eccessiva dote di metaforico fondoschiena per aver affrontato due domeniche fa la terza forza Forlì nell'occasione orfana di Giachetti e con un paio di pedine non al meglio. Una striscia vincente e convincente si basa sulla capacità di trasmettere a tutti gli attori sul campo un valore fondamentale. La fiducia appunto, ovvero quella capacità di non disunirsi trovando al proprio interno le energie psicofisiche necessarie a sostenere uno sforzo imprevisto. Perché per variare il gioco offensivo può essere sufficiente un timeout in cui disegnare un paio di schemi sulla lavagna; ma occorre mente sgombra e notevoli attributi per dimenticare quanto avvenuto in precedenza. Compresi tiri liberi sbagliati oppure occasioni dal perimetro fallite di un soffio.

E qui parliamo del secondo fattore. La serenità. Tranquilli, come se fosse una partitella d'allenamento senza pubblico, i biancocelesti hanno ripreso a macinare gioco. Specchio fedele di questo elementare principio è Maalik Wayns. Sì, proprio l'oggetto misterioso delle prime giornate di campionato, il play-non play che fino ad un paio di mesi fa pareva la riedizione di Lionel Chalmers. Elogiato dallo stesso Mazzon al termine della partita ricordandone i trascorsi NBA, il folletto statunitense ha chiarito per l'ennesima volta quanto sia importante mantenere salda la barra anche quando il mare pare in burrasca. Tranquillo, quasi distaccato, ha eseguito quel che sa fare: pick'n'roll col lungo per la tripla, gioco di sponda sul perimetro con gli altri esterni, staffetta con Burnett ed Uglietti in regia. E pazienza se la differenza di stazza e centimetri con l'atipico Laganà si è rivelata talvolta penalizzante. Come titolava un film di oltre dieci anni fa, "Non Pensarci". Meglio restare sereni e concentrati sul proprio ruolo senza concedersi distrazioni con i se ed i ma. Così in un amen arriva il break di 20-2 che rivolta la gara come un calzino e tanto può bastare.

Poi c'è il lato qualitativo. E qui occorre spendere due parole su Amedeo Tessitori. Non sono moltissime le squadre di A2 che possono contare su un pivot tecnico e potente come il pisano, dotato di ampio repertorio offensivo ma efficacissimo anche in copertura - noterella per i rilevatori statistici: le stoppate rifilate dall'ex Biella risultano almeno 5, stando al taccuino mio e di Ubaldo... non solo due.
Ma restiamo in argomento. Tessitori si diceva: bravo anche lui a scuotersi dopo le sberle iniziali, giocando anche fronte a canestro facendo saltare qualunque piano tattico di marcatura: gli togli l'amato pick'n'roll per l'appoggio? Amedeo si apre ai 5-6 metri per il tiro (persino dal palleggio!). Pensi che Lombardi possa essere un problema a rimbalzo offensivo e lo tagli fuori? Ecco Tex che cattura tre palloni in area e converte oppure riapre il gioco. Per la Nazionale è sicuramente ancora da sgrezzare ma in questa A2 non ci sono molti altri centri italiani che possano contrastarlo efficacemente.

Ovviamente ci sono anche le pecche. Ad esempio il 6-0 concesso a Ravenna a fine secondo quarto o le due amnesie su Montano a cavallo della terza sirena che sono costate altri sei punti tra il fallo sciocco di Uglietti e la bomba inaugurale dell'ultima frazione. Dettagli correggibili, intendiamoci. La pazienza di Menetti non è eterna, per quanto il tecnico reggiano ami ripetere di aver perso più di un capello bianco in carriera (autoironia inside). Si può e si deve migliorare. Intanto ci si può godere un Natale tranquillo e preparare con calma gli ultimi due impegni del girone d'andata, il match casalingo pre-veglione con l'UCC di Sabatini e ed il derby dell'Epifania. 

A tutti voi lettori, giungano intanto i miei auguri di buone festività. Pagelle del 30 dicembre a parte, ci rileggeremo con piacere nell'anno nuovo.

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