lunedì 20 agosto 2012

I bicchieri della DS

Trittico d'interventi nell'ultima puntata della Domenica Sportiva sul caso Treviso Basket.

Bene ha detto coach Andrea Trinchieri. La Federazione ha commesso un grosso errore. In tempi di profonda crisi, cancellare dalle mappe sportive una delle poche realtà che continua a dimostrare entusiasmo, serietà, disponibilità e progettualità non è affatto un segnale positivo per l'intero movimento.

Il suo collega Attilio Caja ha osservato la vicenda con una diversa prospettiva. La futuribilità. Il progetto Treviso Basket potrebbe godere di ampio vantaggio tra un anno, ripartendo a spese altrui grazie a risorse già  reperite. La realtà è meno ottimistica di quanto possa pensare l'Artiglio pavese, ma possiamo credere nella sua buona fede.

Ha chiuso Stefano Michelini, terzo allenatore interpellato. La sottolineatura del tempo concesso dalla proprietà uscente stona profondamente. Risulta quasi obbligatorio chiedersi se egli creda davvero in quello che dice oppure se non sia soltanto informato superficialmente, il che sarebbe ancor più grave visto l'incarico ricoperto di opinionista televisivo. L'idea, è ovvio, è personale, tuttavia partire da presupposti errati conduce solo a nuovi sbagli. Forse Michelini non sa che VerdeSport per sedici mesi ha promesso quel che poi non poteva mantenere e non ha mantenuto, ovvero la cessione di un titolo sportivo, quello di Serie A, che non le apparteneva. Forse Michelini non è stato informato delle dichiarazioni dell'AD della holding sportiva del Gruppo Benetton, che ha ammesso senza troppe remore l'intenzione di mantenere il controllo del club originario, la Pallacanestro Treviso, per non perdere alcuni benefit economici, dai parametri NAS ai buyout di alcuni giocatori. La bocciatura della FIP, tramite brusco voltafaccia, è giunta anche a causa del mancato rispetto di una promessa a suo modo impossibile da onorare completamente. 

Al di là delle gaffes di Michelini, degli auguri di Caja e dei rimpianti di Trinchieri, resta un solo bicchiere. Quello di Treviso Basket. Ad oggi, desolatamente vuoto. 

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