venerdì 3 agosto 2012

Sosta estiva con tristezza

Eccoci qui. Tre agosto. Caldo stagionale, sole, voglia di vacanza. Tutto normale. Se non fosse che questa, per tanti motivi, non è una estate "normale". Non lo è per chi, come il sottoscritto, ama la pallacanestro.

Ripenso agli anni scorsi, quando le ferie si pianificavano in virtù di un calendario stilato da terzi. Si cercava di rientrare per l'inizio del raduno, in modo tale da poter far combaciare, uno dopo l'altro, svago e lavoro. Ed era quasi una gioia poter tornare dal mare o dalla montagna e rivedere facce conosciute o nuove, tutte accomunate da una sola idea. Fare basket.

Quest'anno no. Ieri un amico, collega di una testata del Mezzogiorno, mi ha telefonato per uno scambio d'informazioni, accompagnato da qualche chiacchiera informale. Ho scoperto che sia io che lui rincaseremo dal periodo vacanziero nello stesso giorno. Ma a differenza sua, al ritorno non avrò un appuntamento con una squadra da seguire, con giocatori con cui parlare, con una tabella di allenamenti ed amichevoli da scandire di settimana in settimana. Lo invidio.

Gli ultimi due mesi hanno rappresentato qualcosa di intenso. Fiducia, accenno di programmazione, allarme improvviso, profonda delusione, nuova fiammella di speranza, corsa contro il tempo, orgoglio, convinzione, incazzature a ripetizione: questo è il condensato di quanto è avvenuto.

Ora è giunto il momento di staccare la spina, di provare a dimenticare tutto per un paio di settimane. L'augurio è di poter trovare buone nuove dopo Ferragosto. Chissà, magari qualcosa accadrà. Buone ferie e buon basket a tutti.

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