A volte un successo passa attraverso i dettagli. Che possono essere la calma serafica in lunetta di un pivot che solitamente si esprime col 64%, la lucidità di chi rientra in campo dopo aver beccato una gomitata sulle gengive per gestire dei possessi decisivi o la faccia tosta di prendere e segnare una fiondata da tre punti che vale una bella fetta di fattore campo nei prossimi playoff. Treviso Basket riparte da qui, dalla vittoria ottenuta a Forlì lottando e sudando, sprecando parecchio ma facendo emergere ancora una volta il carattere del gruppo. Aspetto da non sottovalutare, specie nella corsa suicida ad eliminazione che inizierà tra un mesetto.
Ci vuole fegato. Per fare 6/6 dalla linea della carità quando il punteggio è in bilico ma anche per accettare un tiro sì aperto e pulito ma dopo uno 0/3 in partita ed arrivando all'appuntamento con un misero 20% nella specialità. Ma a decidere il risultato di un match inizialmente semplice e poi complicato da sciocchezze e distrazione sono stati loro, Amedeo Tessitori e Luca Severini. Poca sorpresa per il primo, abituato a caricarsi di responsabilità ed ormai raddoppiato in area da qualunque difesa. Bella scoperta il secondo, arrivato come quarto lungo di sostanza difensiva ed ora pedina sempre più solida delle rotazioni di coach Menetti.
I talebani di Michele Antonutti immagino si stiano lustrando gli occhi con i 21 punti in 26 minuti segnati dal loro idolo oggi nella partita vinta dalla modesta Biella contro la mediocre Tortona. Ma se Severini ha concluso il match con soli 5 punti all'attivo è anche vero che il successo di TVB in Romagna è merito non solo di quella bomba ma anche del ruvido lavoro sporco in difesa, tra marcatura ed anticipi sino alla lotta a rimbalzo. I dettagli talvolta sono poco appariscenti ma incidono in maniera ben più determinante. E per il gioco di Menetti è ben più funzionale lo sgraziato Severini del suo talentuoso predecessore.
C'è un'altra bella notizia per TVB in chiave playoff: il sacco del PalaSavelli ad opera della Verona che, recuperando Mattia Udom e rinunciando all'acerbo Dieng, è ora più quadrata e meno dipendente dal tiro da 3. Riacciuffando in classifica Montegranaro, la De' Longhi torna padrona del proprio destino. Il calendario di Treviso non è facile, con le partite casalinghe contro una Roseto in ascesa ed una Udine nervosa intervallate dalle trasferte a Ravenna (campo tradizionalmente ostico) e Piacenza sponda Assigeco (la sconfitta dell'andata grida ancora vendetta). Riusciranno i nostri eroi a non complicarsi la vita evitando altre regalie agli avversari dopo aver concesso punti in stagione anche a Cento, ormai quasi condannata alla retrocessione, ed aver sprecato proprio oggi un comodo +12 a Forlì? Si vedrà.
Intanto ecco le pagelle:
DiLiegro 5 - Più passa il tempo e più mi convinco che certi giocatori faticherebbero a trovare ingaggio se non avessero la giusta combinazione di chili, centimetri e status. Il caso del pivot oriundo di Forlì è emblematico: a 30 anni compiuti ancora non ha capito come evitare uno sfondamento contro un piccolo ad un metro e mezzo dal canestro.
Giachetti 7 - L'esperienza non si insegna. La furbizia, nemmeno. La malizia, non ne parliamo proprio. Vecchio e pelato ma sempre velenoso. Piuttosto deve maledire chi gli ha fatto un bendaggio insufficiente al sopracciglio, una disattenzione che lo obbliga in panchina quando la sua squadra sbanda in mezzo alle uscite per falli.
Marini 4,5 - Partire dalla panchina non gli piace, evidentemente. In campo azzecca forse un paio di scelte ma fa anche parecchie fesserie. E non si riesce a capire se il vero Marini sia questo o il mitragliatore folle che a volte incendia le retine anche con due difensori addosso. Mistero.
Donzelli 6 - Parte da 4, gioca in avvicinamento, poi si sposta in ala piccola. Ma la fine del match la vede dalla panca. Bei voli a rimbalzo (9), vanificati qualche volta da eccessi di foga.
Bonacini 5,5 - Volenteroso, questo sì. Un passo indietro in regia quando deve gestire la sfera al posto di Giachetti.
Oxilia 6,5 - Non era dispiaciuto fino a quando un movimento sbagliato non lo tradisce. Rivedendo le immagini si teme rottura di un tendine o di un legamento. In bocca al lupo.
Lawson 3 - Lasciamo stare le triple su scarico, un qualcosa che ha sempre saputo fare. L'unica scintilla di una partita al buio è un rimbalzo offensivo volante con tap-in nell'ultimo quarto. Ma non difende nemmeno sotto tortura e nel primo tempo è un fantasma. Il rapporto tra stipendio e rendimento è da profondo rosso.
De Laurentiis ng - Lasciato in panca quasi fino alla fine, buttato in campo per assenza di alternative, peraltro fuori ruolo perché costretto a giocare ala piccola.
Johnson 5 - Altro bel rebus. Ma per il suo staff tecnico più che per le difese avversarie. Si accende ad intermittenza, difende poco e male, si prende responsabilità eccessive quando non serve. Forse un visto ed uno stipendio sprecati.
Nicola 6 - Non allenava in prima persona da anni. Prende in corsa una squadra costruita da altri, la vede annaspare, le ridà un minimo di fiducia senza alzare troppo la voce. Arriva anche a +4 contro una autentica corazzata, ma gli mancano le alternative ai pochi giocatori davvero di livello di cui dispone.
Tessitori 7,5 - Glaciale sia in lunetta che nelle scelte offensive, trovando sempre la giusta tempistica tra finta, appoggio ed elusione della difesa forlivese. Pecche? Solo un paio di falli che avrebbe potuto risparmiarsi.
Logan 6 - Giusto per i 5 assist che smazza. I ferri del PalaFiera gli sputano anche i tiri buoni e l'Unieuro gli leva parecchio spazio sul perimetro. Meglio negli ultimi tre minuti.
Burnett 6 - Media tra un primo tempo perfetto ed un secondo da mani nei capelli. Menetti vorrebbe divorarlo intero, scarpe e fascetta incluse, dopo la schiacciata solitaria in contropiede spedita sul secondo ferro. Almeno fa qualcosa per emendare gli errori.
Sarto ng
Alviti 6 - Due bei recuperi nel primo tempo con canestri di atletismo e rapina. Poi scompare dai radar per riapparire, anonimo, nell'ultimo quarto dove dimentica il taglio a rimbalzo offensivo di Lawson.
Imbrò 7 - Scoppiettante e concreto all'inizio, in ombra nel mezzo. Si becca una gomitata gratuita sulle gengive (visita dal dentista prenotata?) e rientra nel finale per un paio di buone difese.
Chillo 6,5 - Cerca di non far rimpiangere Tessitori. Missione compiuta.
Uglietti 6 - Troppi falli ingenui. Positivi i due giochi da tre punti che si guadagna e converte.
Severini 7,5 - Ci vogliono attributi giganteschi per gettarsi sui palloni, lottare spalla contro spalla con DiLiegro e Lawson e per accettare l'assist di Logan per quella tripla scaccia-incubi. Sarà anche grezzo e taciturno ma ben venga un giocatore così silenziosamente prezioso.
Lombardi 4,5 - La nota stonata. Non è un caso che Menetti lo tenga a lungo in panchina: le rinunce sul pick'n'roll farebbero imbufalire chiunque.
Menetti 6 - Rischia di perdere una partita piuttosto semplice. Gliela risolvono i lunghi, specialmente più tecnici.
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