Stupisce fino ad un certo punto la vittoria di TVB nelle Final Eight di Coppa di Lega LNP - scusate ma per me la Coppa Italia è solo quella di Serie A. Primo trofeo di sempre per la società biancoceleste che al settimo anno di vita si è finalmente tolta una soddisfazione e che può ulteriormente legittimare le sue ambizioni in proiezione breve-medio termine. Chiaro, vincere un trofeo primaverile rischia di diventare un contentino o una distrazione, per informazioni citofonare Verona 2015. Ma preso e soppesato nel modo giusto questo risultato può fornire benzina al serbatoio della macchina trevigiana in vista di quella massacrante prova di Endurance chiamata playoff che al confronto una 8 Ore di Suzuka può sembrare una comoda gitarella in pista con pastiglie al mirtillo come colazione.
Il segreto del risultato è un Pulcinella calvo, con un fisico quasi da impiegato, propensione all'eloquenza pari a quella di un divo del cinema muto, provvidenziale passaporto polacco ed un recente trascorso nel Kazakistan cestistico mondiale noto come Corea del Sud. David Logan ha mutato volto alla De' Longhi in maniera radicale: le altre squadre devono inventarsi soluzioni non ortodosse per bloccare tanto lui quanto i compagni che si avvantaggiano degli spazi resi liberi. La Fortitudo in finale ci ha provato con show profondo di Leunen in aiuto al piccolo con Rosselli e Mancinelli che si immolavano collassando in area su Tessitori. Ma appena Burnett ha trovato un metro di spazio, fine della festa per l'Aquila di un nervosissimo e forse deluso Antimo Martino.
Parliamo quindi della Fortitudo che, tra campionato e Coppa, sta attraversando la prevista crisi primaverile. Un periodo problematico coinciso guarda caso con l'assenza di un giocatore fondamentale quale Daniele Cinciarini. Senza un esterno capace di attaccare dal palleggio per prendere penetrazioni, falli e tiri liberi, Bologna è dipendente in tutto e per tutto da Hasbrouck (magnifico ieri nel terzo quarto) o dai soliti vecchietti Rosselli, Mancinelli e Leunen. Quando uno o due di questi però devono rifiatare, ecco tornare in auge i guai. Idem con Fantinelli, buono in regia ma sfruttato a tratti in maniera oscena come terminale, con esiti rivedibili. Ed anche lui, se limitato dai falli, espone la squadra alle lune di Venuto che ultimamente ne azzecca pochine. Non è un caso che nelle due vittorie di campionato contro Treviso la Fortitudo abbia avuto un positivo Cinciarini, autore in entrambi i casi delle giocate chiave.
Il teorico rimpiazzo ed in seguito addizione di qualità, cioè Carlos Francisco (la finite di chiamarlo Carlitos, che tradotto sarebbe "Carlini"?) Delfino, si sta rivelando utile quanto una vescica sotto la pianta del piede. Inesistente in difesa, fuori posizione e fuori ruolo in attacco, incapace di far girare la palla, rinunciatario ad attaccare il ferro: è questo il giocatore che oggi dovrebbe surrogare Cinciarini ed un domani prendere il posto di Sgorbati, fermo dicono per un problema al piede molto diplomatico ma in realtà per sfiducia tecnica? Se è così la metà biancoblu di Bologna può anche iniziare a dormire preoccupata, per quanto il calendario sia amico e gli scontri diretti risultino oggi tutti favorevoli. Ecco, se oggi la Fortitudo dovesse vedersela in campionato con Treviso o con Verona (con Vujacic) forse il finale di partita non sarebbe così smaccatamente a favore dei felsinei.
La Coppa ha comunque dato diverse indicazioni tra le partecipanti e non solo. Detto delle finaliste, ha stupito in positivo Bergamo che con la cura Dell'Agnello è molto più che un gruppo al servizio del solista Roderick. Benino anche Roma, senza Sandri e Chessa ma bisognosa di fiato ed idee fresche quando deve confrontarsi con difese fisiche che impediscono la circolazione di palla disinnescando Sims. Rimandate tutte le altre: Latina piuttosto deludente, troppo legata al tiro da fuori ed inspiegabilmente rinunciataria ad utilizzare l'arma della fisicità; Verona come sempre banda di cannonieri pazzi senza alternative, in attesa del salvatore sloveno; Biella da mani nei capelli e l'innesto di Antonutti non è detto che possa risolvere le tante magagne; Montegranaro con il vizio del suicidio casalingo, incapace di trovare alternative a Corbett e confusionaria nei momenti caldi. Malino anche la classe arbitrale, con fari puntati su Yang Yao, autore di fischiate cervellotiche, tecnici talvolta senza spiegazione, mancate chiamate su azioni chiaramente fallose e sanzioni eccessive in altri frangenti. Poco più di un anno fa il pasticcio combinato durante un Treviso-Roseto aveva fatto impallidire Roberto Chiari, facendo optare per una sospensione del fischietto veronese: forse sarebbe il caso di richiamarlo nuovamente a rapporto.
Pagelle delle Final Eight:
Voto 10 all'organizzazione - Non era semplice fare qualcosa di piacevole e di ben strutturato con un palasport un po' fuori mano, quasi senza parcheggi e con limitati margini di manovra per le iniziative di contorno. Eppure gli staff combinati di LNP e Poderosa hanno centrato gli obiettivi. Anche di raccolta del pubblico, un argomento delicato specie dopo l'incredibile eliminazione di Montegranaro al venerdì sera.
Voto 9 a David Logan - Come detto, la principale attrazione di una Final Eight entusiasmante e scoppiettante. Un marziano per la categoria, una attrazione da spendere con televisioni e sponsor. E meno male che si tratta di un giocatore taciturno e che preferisce giocare, anche in ciabatte. Uno show sul parquet.
Voto 8 alla Fulgor Omegna - C'era anche la Serie B al PalaSavelli ed allora è giusto premiare il back-to-back della Paffoni, capace di ripetersi dopo la vittoria di un anno fa a Jesi. Plauso a coach Ghizzinardi, bravo a capire che in terza serie sono inutili i centimetri ma serve il dinamismo delle ali. Belli anche i tifosi piemontesi con cori capaci di strappare sorrisi a tutti, specie quello per Balanzoni.
Voto 7 ai siparietti a bordo campo - Per chi se li è persi, uno spettacolo nello spettacolo. Due in particolare. Il primo, tra Benvenuti e Dell'Agnello in semifinale: "Ma cosa fate, ma perché cambiate in difesa? Porca miseria!", sbotta il tecnico; "Ma se cambiamo dal primo minuto...", ribatte il pivot. Da scompisciarsi. Il secondo, Menetti ed il suo balletto sulla posizione difensiva rivolto a Lombardi in finale: non descrivile ma da antologia.
Voto 6 a Boscia Tanjevic - A bordo campo ad osservare e borbottare. Conoscendone i gusti, si sarebbe aspettato di più da Fantinelli, avrebbe voluto vedere qualche minuto di Barbante in semifinale e si sarà domandato a che pro mandarlo a vedere, da supervisore azzurro, una Fortitudo imbottita di giocatori Over30.
Voto 5 ad Adidas Italia - Vero che in finale si sono scontrate due squadre che non hanno dato spazio ai giovanissimi, ma come si spiega la scelta di Alvise Sarto come MVP Under? La guardia classe 2000 di TVB ha giocato appena due minuti nei quarti, peraltro facendo poco o nulla. Se proprio si deve attribuire un riconoscimento, che vada almeno a chi qualcosa ha fatto nei giorni precedenti, come Barbante. Ma forse, vista la difficoltà del lungo veregrense a trovare una calzatura adatta alla sua misura fuori taglia, si è preferito non rischiare...
Voto 4 al tifo contro - Se ne è visto poco per la verità, ma è bastato. Non mi soffermo nemmeno sull'imbecillità di qualche singolo o di un gruppo organizzato: le loro parole si definiscono da sole e non c'entrano con lo spirito di una manifestazione del genere.
Voto 3 alle scelte cromatiche celebrative - Ormai è acclarato, almeno in A2 la maglia o la sopramaglia personalizzata per la Coppa porta sfortuna. Chiedere stavolta a Montegranaro e Biella. Solo in B Omegna ha sfatato la tradizione negativa, pur portando una casacca oro ed una nera forse accattivanti ma che non si capisce cosa c'entrino con i colori sociali o con quelli del main sponsor.
Voto 2 ai servizi igienici del PalaSavelli - Chi li ha provati, sa di cosa si parli. Velo pietoso.
Voto 1 alle prese elettriche della tribuna stampa - Chi ha deciso di attaccare le "ciabatte" sotto i tavoli, con le prese rivolte verso il basso? Soluzione scomodissima e nemmeno troppo sicura.
Voto 0 alla sirena del PalaSavelli - Molesta.
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