Mantova è da anni terra di conquista per TVB. Che al PalaBam cala il tris: i biancocelesti avevano vinto a gennaio 2017 nella città virgiliana col buzzer-beater di Kazuto Saccaggi, si erano ripetuti un anno e 6 giorni fa col bombardamento di Matteo Imbrò e centrano la terza affermazione in casa Stings con una prova da collettivo operaio. Forse questa è la vittoria più bella della stagione e non è un ossimoro in assoluto che sia giunta dopo la prestazione più sporca e cattiva di questi sette turni di campionato. Bene così per Max Menetti che incassa il quinto referto rosa dell'autunno e porta la sua squadra al terzo posto in classifica dietro l'imbattibile Fortitudo e la sorprendente Montegranaro - e domenica prossima c'è lo scontro diretto tra felsinei e Poderosa, occhio alle sorprese.
Si diceva della terza vittoria al PalaBam. Palasport bruttino e freddo che però regala quasi sempre soddisfazioni alla De' Longhi. Tacendo della sconfitta di misura dell'aprile 2016 quando la serataccia al tiro di Ty Abbott e le porcherie di Amici fermarono temporaneamente la corsa della TVB 2.0 di Pillastrini, la celebrazione dei due punti sta diventando piacevole abitudine nello spogliatoio biancoceleste allestito nell'impianto mantovano. Punto di contatto con la precedente affermazione in ordine temporale, le numerose assenze. Un anno fa non c'erano Fantinelli ed Antonutti; stavolta a far compagnia al friulano a bordo panchina ci sono anche Burnett ed il lungodegente Tomassini, cambiato e nei 12 ma ovviamente non utilizzabile. A proposito: da martedì il play pesarese dovrebbe riprendere confidenza con il lavoro di squadra, obiettivo il pieno recupero entro Natale. Auguri a lui.
Per gli amanti delle statistiche e della cabala, i successi ottenuti senza Antonutti salgono a 3 su altrettante uscite. Casualità? Anche no. Perché senza un 4 poco fisico e molto condizionante sia in attacco che in difesa, questa Treviso sa esprimersi con maggiore cattiveria in difesa. E, sul fronte opposto, con Lombardi responsabilizzato emerge un Matteo Chillo autentico MVP di una gara muscolare e che a tratti sfugge al controllo della mediocre terna arbitrale. La pioggia di falli tecnici - nell'ordine: a Raspino, alla panchina Stings, a Menetti - descrive puntualmente l'alto tasso di nervosismo di un match senza veri padroni, almeno fino a due minuti dal termine. Ovvero quando improvvisamente le mani dei tiratori trevigiani si scaldano ed infilano i canestri dello strappo.
La bomba della vittoria porta la firma di Lorenzo Uglietti cioè il peggior specialista possibile nel parco esterni ed uno dei meno affidabili in assoluto dall'arco contando anche il pacchetto lunghi. Ma senza l'oscuro lavoro nel pitturato di Chillo non si arriverebbe al dolce epilogo. I secondi ed a volte terzi tiri regalati dal lungo bolognese fanno ingolosire qualunque amante della pallacanestro vecchia maniera, quella fatta di sgomitate, di allacci in area, di blocchi di contenimento, di posizionamento a rimbalzo. E rendono amarissimo l'epilogo alla Pompea (giuro, stavo per scrivere Dinamica) che non coglie la ghiotta occasione di prendersi due punti d'oro contro una teorica corazzata costretta a viaggiare sotto i 20 nodi e con metà delle artiglierie in avaria.
Treviso quindi passa e ringrazia i suoi operai Uglietti e Chillo, ma anche Imbrò che mostra di gradire assai i canestri del palasport della Favorita. Per una volta ci si può anche dimenticare della serataccia di Tessitori e di Alviti o i balbettii di Wayns che ancora non riesce ad essere decisivo pur giocando in maniera discreta. Mantova invece dovrebbe interrogarsi su alcune scelte estive, iniziando da una coppia americana incolore per poi passare a lunghi di rincalzo sin troppo fallosi. Se questi Stings vogliono davvero puntare ai playoff, forse dovrebbero cambiare qualcosina per non vedere il proprio sogno sgretolarsi come la migliore sbrisolona reperibile nelle pasticcerie sotto i portici di Piazza Erbe. Il menù di serata è goloso per TVB che rientra a casa rinfrancata dalla prestazione collettiva, gustosa quanto un pasticcio di luccio in crosta con salsa; Menetti può concentrarsi sul recupero di Burnett dalla fascite plantare in vista dell'arrivo domenica al Palaverde della Termoforgia Jesi di Tommy Rinaldi. Dieta ferrea invece per gli Stings che dovranno rifarsi sabato a Ravenna, corsara a Imola.
PAGELLE MN-TV:
Tessitori 5,5: parte fortissimo ma incappa in un metro arbitrale piuttosto complesso. Quattro falli di cui 3 in attacco, l'ultimo sanzionato dopo pochi secondi dal ritorno in campo a fine terzo quarto. Succede. Per sua fortuna il suo backup non ha simili problemi.
Sarto 6: sbaglia qualcosa di troppo al tiro ma il 18enne di scuola Benetton è difensore arcigno e regala preziosi minuti di fiato ad una squadra improvvisamente ritto al lumicino quanto a rotazioni.
Alviti 4,5: niente da fare, l'aria del PalaBam proprio non gli piace. Come ex di turno non fa nulla per farsi rimpiangere.
Wayns 6,5: soliti meravigliosi movimenti da guardia. E solite ingenuità in difesa. Menetti ormai ha capito come utilizzarlo e Maalik gioca quasi soltanto nel ruolo 2 prendendosi responsabilità offensive.
Imbrò 7: volitivo, presente mentalmente, dotato di leadership. Unico difetto, tira malissimo: il suo 22% da 3 urla vendetta. In compenso gioca con efficacia sui due lati del campo.
Chillo 8: mostruoso. 12+11 dalla panchina ridicolizzando Morse e mettendo la museruola sia a Ghersetti che a Cucci. La lotta ne esalta le capacità per la gioia del suo allenatore.
Uglietti 7,5: ormai agisce da point forward manlevando Wayns dagli obblighi di portar palla e di gestire i possessi. Due note di merito assolute: la difesa in mismatch su Morse e la bomba della fuga definitiva.
Lombardi 7: troppo rapido e verticale per tutti i lunghi mantovani, tecnici e lenti di piedi. A suo agio nelle situazioni di pick'n'roll ma anche nella lotta a rimbalzo. Il quintetto base lo ha rigenerato.
Menetti 7: con la coperta cortissima, infeltrita dai falli di Tessitori e dall'apatia di Alviti, inventa un approccio differente alla difesa mista mantovana chiedendo ad ali e centri un lavoro supplementare. Nel finale i suoi bucano la retina da ogni posizione a dimostrazione che pazienza ed abnegazione pagano sempre.
Vencato 5,5: vorrei ma non posso. Recuperato dal malanno al ginocchio, tenta giocate di personalità ma azzecca poche scelte. Paradossale che dopo aver sbagliato tre triple aperte insacchi proprio l'ultima, quella della speranza, prima del cesto dalla lunga di Uglietti.
Morse 6: finché gli consentono di usare il fisico contro avversari meno grossi, fa quel che vuole. Poi si ritrova accoppiato a Chillo e si diverte decisamente meno. Franando su Uglietti in rinculo alza bandiera bianca.
Raspino 5: per essere l'ala piccola titolare della propria squadra combina davvero poco e si fa notare ancora meno.
Visconti 6: tiratore folle, alza la mano da ogni posizione. Ne mette poche, in verità, ma in momenti importanti. Almeno dimostra il necessario sangue freddo e la voglia di far qualcosa.
Ferrara ng: due minuti quasi invisibili sul parquet.
Ghersetti 6: solito argentino da battaglia, mena fendenti con cattiveria ed esce per falli solo alla fine (stranamente). Contro Alviti ha partita facile, con Lombardi è un'altra musica.
Maspero 6,5: forse il migliore di Mantova. Partenza in quintetto base, buone idee sulla gestione dei possessi, tanto lavoro a favore della squadra. Unico neo, il tiro. Ma è difetto conosciuto.
Warren 4: come i punti realizzati, solo dalla lunetta visto lo 0/7 in azione. Il suo -10 di plus/minus inquadra l'entità della zavorra che affossa Mantova nell'occasione.
Cucci 5,5: emulo di Ghersetti, gioca molto di fisico e poco di tattica. Un onesto mestierante e nulla più.
Seravalli 6: belle alcune intuizioni, soprattutto con la zona. Gli si presenta un'opportunità unica, battere una squadra ridotta all'osso: non la coglie perché nel momento decisivo i suoi lunghi si fanno ridicolizzare da Chillo e Lombardi a rimbalzo.
Quintetto ideale: Maspero, Imbrò, Uglietti, Lombardi, Chillo
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