domenica 28 ottobre 2018

M'è sembrato di vedere un Mahmuti...

Ieri sera ho dato un'occhiata al Ponzano Basket, impegnato al PalaCicogna contro Marghera. Giuro di aver guardato almeno 5 o 6 volte verso la panchina delle padrone di casa per accertarmi che il capoallenatore non fosse Oktay Mahmuti, per gli amici Il Farmacista. Il motivo è presto illustrato: dopo un avvio piuttosto buono ed un secondo quarto in equilibrio, le biancoverdi si sono bloccate contro una elementare zona 2-3 imbastita dalle Gigantesse veneziane, collezionando al termine la terza sconfitta in cinque turni di campionato, la seconda casalinga e contro una formazione affatto irresistibile.

Posso capire la rabbia dei dirigenti a fine partita. Perdere in casa, dopo aver iniziato con un 8-0 (sarebbe potuto essere 14-0 senza alcuni errori dovuti alla frenesia e senza incappare in successive amnesie sui tagli) e dopo aver avuto anche 10 punti di margine ad inizio terzo quarto, è una mazzata tremenda. In tutto questo mi è sembrato di rivedere un'altra squadra, con identici colori, che dieci anni fa sotto la guida del tecnico turco-macedone faticava in maniera indicibile a trovare una contromisura alla difesa a zona.

Confesso la difficoltà nel comprendere le motivazioni di questo blocco, tecnico o psicologico che sia, di fronte alla 2-3. Non sto parlando 1-3-1, che è già più complessa e che comunque richiede la presenza di almeno un giocatore (o giocatrice) dallo spiccato atletismo. Non mi riferisco nemmeno a difese miste come box-and-one o triangolo-e-due, tutte soluzioni solitamente tattiche da sfoderare per un breve periodo al fine di disorientare la squadra opponente. Una elementare 2-3: le guardie davanti, le ali sui lati, il centro nel pitturato, la mobilità minima richiesta e stop. Eppure Ponzano ieri sera è rimasta immobile, facendo circolare la palla in maniera pigra (9 perse nel solo terzo quarto, 22 totali) e non trovando il bandolo della matassa. Che sia la scelta di schierare quintetti quasi privi di specialisti del tiro pesante, consueto apriscatole in caso di zona? A me è sembrato soltanto disorientamento, per quanto prolungato.

Ponzano è una bella squadra, in fondo. Ha giovani interessanti, una bella carica d'energia emotiva dovuta alla recente promozione in A2, alcune individualità di spicco (Schiavon, Brotto, la stessa Vian che però necessita di tempo per ritrovare la condizione e per calarsi appieno nella nuova realtà). Insomma, le carte per giocarsi una salvezza tranquilla ci sarebbero tutte. Eppure finora si è vista tanta fatica, accompagnata da pochi risultati utili. Inizialmente si è pensato che il problema di fondo fosse la mancanza di fisicità, ora compensata dall'arrivo di Gloria Vian che occupa spazio, effettua il tagliafuori con discreti risultati e ha pure mano educata fronte a canestro. Ora si parla di assenza di tiratrici e già si pensa a scandagliare il mercato straniero per prendere una specialista, sempre che sia disponibile. Forse però sarebbe il caso di riordinare le idee. Perché la Ponzano vista ieri non solo non sa attaccare una zona dal passaggio, ma non riesce nemmeno a sfruttare una Giulia Brotto che è ben più efficace se riesce ad attaccare il canestro calamitando falli piuttosto che impiegata come sponda(!) o come tiratrice sugli scarichi. Sono due infatti i dati salienti della sconfitta patita per mano delle Giants: 22 perse ed appena 3 tiri liberi tentati. Questi dati inducono ad una riflessione. Magari sabato a Moncalieri verrò smentito e le ragazze in biancoverde compiranno l'impresa sbancando il parquet di una delle migliori squadre del girone. Glielo auguro. Senza però dimenticare la lezione imparata ieri sera: la zona si attacca muovendo tanto la palla quanto le giocatrici.

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