domenica 21 ottobre 2018

Si sta come d'autunno...

...sugli alberi le foglie. 
Cito Ungaretti nella riapertura di questo blog dopo un lungo oblio, riaffermando la caducità della nostra esistenza. Non solo per una questione stagionale: fino a novità che spero prossime, utilizzerò questo spazio, che inaugurai circa 6 anni fa, per riversare impressioni e considerazioni in merito al gioco che ho sempre amato. Lo farò con cadenza differente, a seconda delle notizie, per capitoli. L'interazione dei lettori è ben accetta, come sempre, con suggerimenti o critiche.

CAPITOLO 1. DEGLI ERRORI E DELLE CORREZIONI

Domenica 21 ottobre 2018, la Fortitudo sbanca il Palaverde affermandosi giustamente come prima candidata alla vittoria della regular season e confermando la validità dei pronostici estivi. Nulla da eccepire: coach Antimo Martino sa il fatto suo. Lo ha dimostrato in estate costruendo una squadra fortissima - unici punti interrogativi, il post basso accentratore di Mancinelli (che però attualmente è infortunato) e l'età media piuttosto elevata del gruppo - e l'ha ribadito conducendo un gruppo profondamente rinnovato ad esprimere un gioco convincente ad ogni velocità. L'esatto contrario della De' Longhi di coach Menetti, irresistibile in transizione ma disastrosa a metà campo.

Non è soltanto una questione di playmaker. Oppure è anche una questione di playmaker. Indubbiamente Bologna può avvalersi di una regia diffusa, con Rosselli e Leunen a coadiuvare i Fantinelli e Venuto della situazione. Però se a fronte della perdita del regista titolare - il faentino, vittima di un riacutizzarsi della vecchia fascite plantare (fastidiosissima, posso confermarlo: quindi auguri!) - la compagine reagisce serrando le fila, guadagnando fiducia col passare dei minuti e trovando spesso la soluzione vincente, non si può certo parlare di difetti caratteriali.

Semmai è TVB a doversi interrogare sulla scelta di Maalik Wayns. L'ex Sixers potenzialmente è un fenomeno ma finora sta faticando ed in alcuni casi si è tramutato in zavorra. Esemplare proprio la prestazione nell'anticipo televisivo: tripla inaugurale, 5 assist nel mezzo... ma 4 perse, 4 falli (due in attacco più un tecnico per proteste) e testa da un'altra parte. Il ritardo di condizione dovuto al leggero sovrappeso ed all'estate trascorsa recuperando dal guaio al ginocchio è evidente. Peggio ancora però pare la situazione mentale, con un playmaker che fa girare pochino la squadra e che alla fine risulta il peggiore dei suoi. In queste condizioni non si può recriminare sullo scarso apporto di Antonutti dovuto alla maschera protettiva o sul rendimento un po' ondivago di Alviti o sulla partita in ombra di Chillo. Il guaio è lì, in cabina di regia, ruolo delicatissimo in cui teoricamente si potrebbero alternare anche Burnett (bravo, ma più efficace da guardia), Imbrò (idem) e Uglietti (equilibratore tattico e specialista difensivo). Il rientro di Giovanni Tomassini è ancora piuttosto lontano e nel frattempo la squadra dovrà affrontare tante insidie: lo stesso Menetti ha ribadito nel commento finale che il passo indietro registrato con la Fortitudo è anche di natura mentale. Per far strada occorre rettificare il proprio percorso, a costo di qualche scelta temporaneamente dolorosa. La stagione dell'ultima TVB di Pillastrini svoltò non solo grazie a Swann ma soprattutto con la serietà di Bruttini e con una piccola rivoluzione nelle gerarchie interne. Menetti ha ribadito più volte che non intende garantire il posto a nessuno: impegno e dedizione. Oggi Treviso Basket è Tessitori e Burnett, più qualche sprazzo qua e là. Per diventare squadra occorre passare attraverso un'acquisizione completa di responsabilità. La De' Longhi può farlo. Ma deve iniziare a dare risposte già mercoledì a Cagliari.

PAGELLE TV-BO

TESSITORI 8: punti, rimbalzi, stoppate, recuperi, assist. Atteggiamento battagliero dall'inizio alla fine, incita il pubblico, sprona i compagni. Davvero, il meno colpevole di tutti.
BURNETT 7: un altro elemento che fa di tutto per dare una sterzata. A costo di inventarsi anche regista e realizzatore al tempo stesso. Purtroppo boia ed impiccato non possono coesistere, salvo suicidio.
ALVITI 5: in difficoltà palese su Rosselli, due lampi di personalità nell'ultimo quarto con le due triple che potrebbero valere la riscossa. Il terzo tentativo, dall'angolo, glielo sputa il ferro e la partita sua e della De' Longhi finisce lì.
WAYNS 4: disastroso e non solo per il rendimento. In evidente confusione, commette due falli in attacco praticamente identici ed al secondo si fa pure sanzionare con un tecnico aggiuntivo. L'ira di Menetti è pienamente giustificata.
ANTONUTTI 5,5: dieci minuti invisibili.
IMBRO' 6: da guardia è una pregevole riscoperta, emergendo dalla panchina. Come play incappa nei soliti vizi: possessi buttati e scelte non sempre azzeccate.
EPIFANI ng: 16 secondi in campo, il tempo di spendere due falli.
CHILLO 5: dovrebbe esaltarsi nella lotta in area con l'ex compagno Pini, invece non trova spunti.
LOMBARDI 5: si è perso il conto degli appoggi a canestro così semplici eppure sbagliati dal piemontese.
MENETTI 6: con una squadra priva di un faro in regia si ritrova a dover grattare il fondo del barile delle risorse mentali e tecniche, ricorrendo persino al doppio pivot. Non può essere contento di quanto sta vedendo, probabile si faccia sentire a breve.

SGORBATI 5,5: sgraziato ma fisico, funziona in difesa come guardia d'emergenza al terzo fallo di Hasbrouck. In attacco però è un buco nero, rimediando stoppate a ripetizione.
CINCIARINI 6,5: impiegato anche fuori ruolo, da play d'emergenza, se la cava. Ma la chicca sono le 2 bombe della provvisoria fuga. Poi, ordinaria amministrazione.
BENEVELLI 6: ottima bomba frontale su scarico. Nulla più.
LEUNEN 7,5: in coppia con Pini può sciorinare tutto il suo repertorio. Mano dolcissima, presenza a rimbalzo, leader silenzioso. Un califfo per questa A2.
VENUTO 6,5: regia ordinata, difesa attenta, zero sbavature. Comprensibile che Menetti lo apprezzi.
ROSSELLI 7,5: Praticamente inarrestabile, sia da 3 che da 4 tattico. La chicca: i 5 assist.
FANTINELLI 7: parte di gran carriera per farsi rimpiangere dal suo ex pubblico, diviso tra chi lo applaude e chi lo becca. Praticamente perfetto al tiro, si blocca per un riacutizzarsi di un vecchio malanno.
PINI 5,5: ruvido, legnoso, duro. Manca la sufficienza per la stoppata subita da Imbrò(!) in una situazione di assoluto dominio della propria squadra.
HASBROUCK 8: la vince lui, alla fine. A suon di bombe che scavano il solco nel terzo quarto e che mortificano l'ultimo tentativo di TVB di tornare in partita nel finale.
MARTINO 8: ormai bestia nera della De' Longhi, cui ha regalato infiniti dolori nelle scorse stagioni con Ravenna. Tattica impeccabile, scelte corrette (fallo tecnico compreso) ed ottima capacità di adattare la sua squadra alle rare difficoltà. Ecco perché era uno dei candidati al dopo-Pillastrini...

QUINTETTO IDEALE: Burnett, Hasbrouck, Rosselli, Leunen, Tessitori.

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