martedì 8 dicembre 2020

Sorridete, siete su "Scherzi a parte"!

Ventidue ore da disoccupati. E con il metronomo della squadra che, evidentemente infastidito dalla vicenda, pubblica un post di protesta nei social e prepara le valigie per tornare in Serbia. Poi le telefonate al mattino, l'incontro nel pomeriggio all'ora del the e l'allenamento da dirigere subito dopo. La vicenda surreale dell'esonero lampo di Sasha Djordjevic e Goran Bjedov alla Virtus Bologna si chiude con un reintegro per molti inaspettato. Una vicenda, quella bianconera, che ripercorre la storia del club stesso e di un altro esonero a sorpresa con relativa marcia indietro.

12 marzo 2002. La Vu Nera vincitutto dell'anno precedente che appena un mese prima si è confermata in Coppa Italia perde il suo condottiero. Marco Madrigali, presidente-proprietario del club, ha deciso a sorpresa di liberarsi di Ettore Messina dopo una sconfitta della squadra con Pesaro. Motivazioni e tempistiche dell'esonero fanno sorgere sospetti un po' ovunque ed il giorno dopo la reazione è evidente. La squadra si schiera col coach trombato, il main sponsor Kinder (che in fondo ha già deciso di chiudere il rapporto) pure, il pubblico si rivolta contro Madrigali tanto da bloccare l'inizio della partita interna contro Trieste del 13 marzo e da costringere il patron prima a scappare in auto e poi a proclamare il ripensamento. Messina torna in panca, il tempo di concludere la stagione senza però vincere più nulla. Rapporto comunque finito, quello del tecnico mestrin-catanese che migra volentieri a Treviso mentre la Virtus imbocca la spirale che la porterà in un anno sull'orlo del baratro sino a sparire temporaneamente dalla cartina geografica della pallacanestro italiana.

Altri tempi. altre persone, altri presupposti. Ma in fondo aveva ragione Marx: la Storia si ripete, la prima volta come tragedia e poi come farsa. Ed eccoci al licenziamento inaspettato di un coach che non ha l'esperienza di Ettore ma che sa come lavorare con i giovani (chiedete a Pajola oggi, a Ale Gentile e a De Nicolao in precedenza) e che aveva improntato un discorso tecnico specifico con risultati evidenti l'anno scorso - diciamocelo: senza la pandemia quella Virtus 2019/20 lo scudetto non poteva che vincerlo - e che per la stagione in corso poteva contare su massicci investimenti ed ampie prospettive di crescita.

Suona paradossale eppure il motivo del contendere alla fine aveva il nome, il cognome e la faccia di Marco Stefano Belinelli, giocatore pagato a peso d'oro da patron Massimo Zanetti per riportarlo a Bologna dopo 13 anni di NBA e che doveva debuttare domenica contro Sassari. Invece, sorpresa: nel match tra Segafredo e Dinamo l'ex Spurs resta seduto per tutti i 40 minuti, guardando prima l'espulsione del suo capoallenatore e poi i nuovi compagni subire la furia di Spissu e Bendzius. Da quel momento la narrazione si fa tragicomica: pare che nessuno dei dirigenti abbia avuto la delicatezza di avvisare proprietà ed amministratore delegato del fatto che venerdì, nell'allenamento di rifinitura, lo stesso Belinelli avesse accusato un affaticamento muscolare e che dunque non potesse giocare. Non conoscendo il particolare e pensando che Djordjevic avesse fatto di testa sua con un giocatore costosissimo ma reputato fuori forma e quindi inutile, il club ha preso una decisione avventata facendo fuori capo, vice e preparatore.

Ad arricchire il quadro delle assurdità ci si mette pure Stefan Markovic che, saputo dell'esonero a sorpresa, si sfoga via Instagram. Ed annusata l'aria, il 32enne chiama il suo agente e gli chiede di trovare una via d'uscita. Senza chi l'ha voluto fortemente in un determinato telaio tattico, lui non intende restare a Bologna un minuto in più. E qui si aprono altri scenari, giacché se in seguito al licenziamento di Djordjevic erano circolati i nomi di papabili sostituti (Banchi l'unico credibile ma debole, inarrivabile Obradovic, già smentito seccamente Scariolo), ecco diffusa la voce che vorrebbe Markovic in fila al "Marconi" per prendere il primo aereo per Belgrado e passare dal bianconero felsineo al medesimo cromatismo del Partizan.

Evidentemente da qualche parte qualcosa deve essersi mosso nelle ultime ore. Perché dopo una nottata di ipotesi e di arrabbiature, già in mattinata la Virtus si è adoperata per ricomporre i cocci del vaso che aveva gettato a terra. Operazione conclusa, non senza fatica, alle 17 cioè mezz'ora prima dell'allenamento pomeridiano già in scaletta. Djordjevic ed i suoi collaboratori restano, Markovic è confermato e riceverà solo una multa per l'improvvida uscita a mezzo social. Tutti amici come prima, scusate abbiamo scherzato.

I giapponesi utilizzano un termine particolare, "kintsugi", per definire la riparazione delle ceramiche attraverso l'oro fuso o mescolato con la lacca. Il prezioso metallo riempie dunque le fessure che un atto violento ha aperto sanando le ferite aperte in precedenza. In pratica è l'applicazione della resilienza, un gesto positivo di reazione ad un evento traumatico. Occorrerà dunque capire se la miscela utilizzata dai dirigenti virtussini per risolvere un guaio da loro stessi procurato riuscirà a reggere le sollecitazioni da qui sino a fine stagione. E se, come avvenne per Messina nell'ormai lontano 2002, questa vicenda paradossale lascerà degli strascichi tanto nelle strategie quanto nella salute interna del club bianconero che solo la scorsa settimana aveva confermato a parole di voler tornare grande.

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