domenica 17 febbraio 2019

Scelta tecnica

Quante volte un allenatore si è trincerato dietro una locuzione impenetrabile ma evidentemente a carattere anche politico (e parliamo di politica interna allo spogliatoio) per spiegare delle scelte tattiche in partita? O addirittura nelle convocazioni. Avviene così in CSI, in UISP, in Promozione. Lo stesso si verifica in Serie A2. "Antonutti? Ho cinque lunghi, non possono giocare tutti, la sua esclusione dalla partita è una mia scelta tecnica": queste le parole di un serafico Max Menetti che mi strappano un sincero applauso per la tecnica democristiana con cui il coach reggiano è riuscito a completare a distanza di mesi e con poche parole una svolta decisa nel roster di TVB.

Le considerazioni e le pagelle post Treviso-Mantova iniziano da qui. Da quel "scelta tecnica" che ha un piacevole suono di cerchiobottismo. I tifosi si stanno già scatenando sull'opportunità di giubilare o meno l'ormai ex capitano - possiamo anticiparlo: anche se pro forma la fascia è ancora sua, de facto è stato esautorato attribuendo l'incombenza a Imbrò che sicuramente sta dimostrando maggiori doti di leadership e di coinvolgimento. Che quello tra Menetti ed Antonutti non fosse amore era cosa risaputa dal 2014, quando il giocatore fu messo fuori rosa a Reggio Emilia ed offerto in giro - persino alla derelitta Forlì a gestione Boccio - pur di liberare il buon Max da un fardello tecnico condizionante. Lo scorso giugno all'atto del suo insediamento l'allenatore aveva già deciso: voleva una De' Longhi con un play italiano di spessore, una coppia USA guardia-ala forte ed un centro vero e dotato di precise caratteristiche. Di tutte le sue richieste solo l'ultima è stata esaudita, con Tessitori opzionato già da un mese e prontamente firmato. Quando Matteo Fantinelli, stanco di alcuni attriti, ha salutato tutti (tranne uno o due...) per tornare a Bologna, il piano-B non ha portato soltanto al sacrificio dell'ora rimpianto Sabatini ma anche all'obbligo di onorare il secondo anno di contratto di Antonutti. Nonostante Menetti, viste le caratteristiche di Lombardi, preferisse quest'ultimo nel ruolo. 

Antonutti quindi a sedere. Per quaranta minuti. A Verona era rimasto in fondo alla panchina quasi tutta la ripresa, isolatosi a parlottare col preparatore, quasi mai coinvolto nemmeno nei timeout. Non un atteggiamento da capitano e probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Luca Severini non sarà mai un Antonutti sul piano del talento puro ma già dopo i primi 15 minuti in biancoceleste si è capito cosa possa dare: difesa dura, doppia dimensione offensiva, capacità di sporcare palloni, qualche appoggio per i piccoli dal post alto. Abbastanza per convincere in una uscita tutto sommato semplice ma non priva di lati ruvidi. Si sa, alcuni allenatori compiono scelte in base all'applicazione ed al linguaggio del corpo dei giocatori. E tanto è bastato per capire chi dovesse giocare.

Passiamo alle pagelle.

Tessitori 7: qualche difficoltà nel pitturato, tanti tiri sputati dal ferro oppure ostacolati (almeno all'inizio) dai lunghi mantovani. Quindi, spazio alla potenza a rimbalzo offensivo ed all'intelligenza di riaprire il gioco per i piccoli (4 assist). Questo si dice far di necessità virtù. Nel mezzo, le solite banane.
Burnett 7,5: come a Verona, prende a pallate la retroguardia avversaria caricando a testa alta e non bassa. Quindi niente sfondamenti ma tante incursioni a seminare il panico. Nemmeno l'utilizzo di Visconti in marcatura su di lui può fermarlo.
Sarto ng
Alviti 8: serviva una bella scossa emotiva dopo le recenti difficoltà contro Cento e Verona. Stavolta la reazione c'è e su ambo i fronti. In difesa l'ala piega le gambe e sporca i possessi avversari; in attacco, via alla pioggia di triple nel canestro della malcapitata Pompea.
Saladini ng
Antonutti (voto alla stagione) 5: doveva riscattare i balordi playoff contro Trieste, dimostrare che poteva convivere con Menetti e di potersi applicare in difesa. Soprattutto, investito della fascia di capitano, doveva dare l'esempio in positivo. Andrà via, forse a Udine, sempre che l'Apu decida di rilevare i rimanenti mesi dell'oneroso contratto con TVB.
Imbrò 7,5: condivide la regia con Uglietti, appena la retroguardia virgiliana apre uno spiraglio anche lui si unisce al bombardamento. Non pago, aiuta a rimbalzo (6). E si comporta da capitano.
Chillo 6: paga dazio contro l'atletismo di Morse ed i centimetri di Metreveli ma si rende ugualmente utile proiettandosi in area a catturare palloni. Una piccola certezza.
Uglietti 6,5: si presenta con tre rimbalzi offensivi quasi consecutivi catturati, testimoniando la sua essenzialità silenziosa. Solita regia concreta, solito approccio deciso, soliti minuti di grande solidità. Uniche pecche, il fallo sul tiro da 3 di Visconti (comunque inevitabile) e un curioso autocanestro su Raspino.
Severini 6,5: per essere il debutto, non è male. Si nota che gli manca la conoscenza di alcuni automatismi di squadra ma li acquisirà nel corso della prossima settimana ed anche la Coppa Italia gli servirà per calarsi nella nuova realtà. Intanto una nota positiva: difende sull'uomo e non solo sulla palla. Biglietto da visita, un canestro in acrobazia.
Lombardi 6,5: mira scentrata compensata dall'intelligenza di effettuare quel passaggio in più che porta spesso e volentieri a 2 o 3 punti segnati dai compagni.
Menetti 8: voto giustificato da quel "scelta tecnica". Nessuna diplomazia inutile. Avrebbe potuto inventare una influenza, un attacco di crampi o di emorroidi, un'unghia incarnita. Invece no, il reggiano ammette tutto: Antonutti fuori per scelta tecnica. Anticamera della separazione. Sul piano tattico, replica in maniera eccellente a Finelli cucendo un cappotto difensivo su misura per Veideman.

Vencato 5,5: parte dalla panca, è in debito di ossigeno dopo un infortunio dal quale fatica a riprendersi completamente. Bello un gioco da tre punti sfruttando il post basso. 
Veideman 4,5: serata da incubo per l'estone che non incide né trova spazi. Parte da guardia, si sposta subito in play ma non ne azzecca una. E nel finale perde anche la bussola con una puerile protesta che gli costa il fallo tecnico.
Morse 6: finché c'è partita, non dispiace. Lungo veloce, dinamico, tecnico ma anche verticale. Un ragazzo da tenere d'occhio. Purtroppo per lui la benzina della sua squadra si esaurisce troppo presto.
Poggi 5: si becca pure una involontaria gomitata sul naso perdendo sangue a fiotti. Ma l'impressione è che, anche senza le bende, questa categoria gli sia estranea.
Metreveli 3: un disastro. Richiamato più volte dal suo allenatore, lascia spazio ai rimbalzisti offensivi di TVB, fatica a chiudere su chiunque, sbaglia i pochi tiri tentati e spende pure falli sciocchi.
Raspino 5,5: che ci provi è un dato di fatto. Peccato però che non riesca davvero a fare qualcosa di utile e soprattutto continuo. Ringrazia Uglietti per l'autocanestro da circo.
Visconti 5,5: volitivo per qualche minuto ma dopo aver trovato qualche canestro diventa uno sparatutto. Il problema è che dalle sue mani non escono punti ma mattoni o piccioni viaggiatori.
Ferrara 7: per spirito combattivo e concentrazione, il migliore di tutta Mantova. Un mastino in difesa, si mette in mostra nel terzo quarto causando qualche grattacapo a Imbrò e Burnett.
Ghersetti 5: inizio di carattere, da vero argentino, anche chiamando alla riscossa i compagni. Dopo un paio di cambi si eclissa e diventa un fantasma.
Maspero 4,5: con Veidemann è costretto a giocare soprattutto guardia e non ne trae giovamento. Inutile nel complesso.
Finelli 5: il suo piano prevede spezzettare la manovra biancoceleste usando la fisicità delle ali piccole o gli show dei lunghi. Funziona a sprazzi solo all'inizio. Appena mette mano alla panchina iniziano i guai.

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