Primavera 2006. A Treviso sbarca un giovane Andrea Crosariol. Un giocatore in rampa di lancio, un centro classico reduce da alcune positive annate al college di Farleigh Dickinson. In maglia Benetton lo si vedrà pochissimo, giusto qualche apparizione a referto e nulla più: pochi mesi dopo la firma, il lungo padovano viene prestato alla Virtus Bologna. Un'operazione che non si spiega soltanto con l'idiosincrasia di coach David Blatt per i pivot puri. Ma in quel periodo Crosariol rappresenta un possibile futuro del ruolo sia nei club che in Nazionale. Lo sviluppo della sua carriera dirà che il potenziale è rimasto inespresso e che le promesse non sono state rispettate.
Sabato 19 gennaio 2019. Sono passati circa 13 anni e Crosariol ritorna al Palaverde da avversario. Di fronte si trova Amedeo Tessitori, ovvero un suo potenziale erede. E guardando la carriera del pisano si potrebbe pensare ad una replica fedele almeno nei primi anni: cambi di casacca, difficoltà a trovare spazio, qualche equivoco tattico. Ma in A2 Tessitori è cresciuto, è maturato, ha acquisito consapevolezza al punto da guadagnare la chiamata in azzurro, unico giocatore del campionato cadetto a riuscire in questa piccola impresa. Ed il confronto tra i due, diretto, è impietoso. Non è una questione di età o di integrità fisica, ché Crosariol nel tempo ha saputo comunque mantenersi integro ed a 34 anni risulta ancora in perfetta forma. Semplicemente Tessitori ha saputo sfruttare le stagioni passate per arricchire il proprio bagaglio tecnico, riuscendo non soltanto a costruire un ottimo tiro frontale ma anche a migliorare la visione e la comprensione del gioco (con e senza palla), migliorando dunque nelle letture. Il saldo finale della sfida è a senso unico: Tessitori stravince mentre Crosariol perde la bussola al punto da sfogarsi con una puerile spinta ai danni di Burnett a metà campo, prontamente sanzionata da un antisportivo.
La partita tra De' Longhi e Bakery si può tradurre tutta in questo duello. Da un lato la pazienza di lavorare duramente per affinare un prodotto già buono ma potenzialmente ottimo. Dall'altro la presunzione che il rientrare nella ristretta categoria "cestisti italiani sopra i 2,10m d'altezza" sia sufficiente per sviluppare una carriera ad alto livello. Nella pallacanestro emerge non solo chi è stato dotato naturalmente di mezzi fisici eccezionali ma soprattutto chi ha investito al meglio il tempo a disposizione specializzandosi e sviluppando le proprie doti.
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