martedì 22 aprile 2025

"Vergogna buffoni!"

A scanso di equivoci e a beneficio di analfabeti funzionali e ignoranti culturali, il titolo volutamente in virgolettato del presente post è un omaggio a un famoso editoriale del giornalista Mino Pecorelli. Che nell'edizione del 16 gennaio 1979 della rivista da lui diretta ("OP - Osservatorio Politico"), sotto il titolo "Vergogna buffoni!" elencava le tante, troppe distorsioni del caso Moro, comprese alcune informazioni riservate in suo possesso che presumevano la possibilità di salvare il presidente della Democrazia Cristiana. Purtroppo il povero Aldo fu sacrificato sull'altare della ragion di Stato, o meglio di Jalta. E pure il povero Mino di lì a poco avrebbe pagato con la vita il proprio attivismo e la volontà di informare a prescindere dai giochi politici e dalle amicizie pericolose.

Lungi da me paragonarmi a Mino Pecorelli, sia mai! Ma c'è qualcosa che non digerisco da settimane. E no, non è lo sformato di bigoli ai porcini di un'ottima gastronomia trevigiana, cui ho rinunciato per motivi di dieta. Non riesco ancora a digerire l'orripilante trattamento riservato da alcune teste fini a Frank Vitucci e ad un paio di giocatori della Nutribullet, persone che avranno anche colpe e difetti come tutti ma che non meritano di ricevere piogge di fischi appena lo speaker Roberto Focarelli ne annuncia il nome nei prepartita. I signori (e anche le signore, non facciamone una distinzione di sesso) che si dilettano in tale ignobile attività, vergognosa e indegna perfino dei buffoni di corte, pensano di essere legittimati in ciò dal biglietto o dall'abbonamento pagato. O, peggio, si ritengono autorizzati in tali trivialità da zone basse semplicemente dall'aver visto per anni o decenni un basket diverso, composto da campioni pagati fior di miliardi di vecchie lire. Tali personaggi devono aver dimenticato i tanti discorsi fatti dal 2012 a oggi sulla necessità di dimenticare il passato, sulla ripartenza dal basso, sul passaggio dal mecenatismo a un modello differente di gestione economica di un club professionistico. Simili figuri, che si attribuiscono patenti a loro estranee di finissimi conoscitori della pallacanestro quando in realtà faticano a distinguere una difesa a zona classica da una match-up, da un mese e mezzo si esibiscono in uno spettacolo indecoroso, convinti forse che questo atteggiamento possa aiutare in qualche modo il club e la squadra o che un allenatore o dei giocatori possano essere indotti alle dimissioni o all'esonero da parte della proprietà soltanto in base al volume dei disturbi acustici prodotti dal pubblico.

Alcuni di questi simpatici soggetti hanno avuto anche la brillante idea di prendere di mira altri spettatori che non condividevano le loro posizioni di contestazione aprioristica, provocando proteste queste sì sacrosante nei confronti della società. Perché se l'articolo 21 della Costituzione consente ampia libertà d'espressione, quest'ultima non si traduce nella possibilità di insultare o minacciare chicchessia né di indurre persone di differente opinione ad abbandonare il proprio posto al Palaverde a causa di qualche contestatore che non intende ragionare col cervello, preferendo utilizzare la propaggine del fischietto. Altri brillanti pensatori si sono spinti oltre, riempiendo i social di nefandezze nei confronti di chiunque reputino un "nemico" delle loro assurde posizioni. Cominciando con coach Frank Vitucci per proseguire con giocatori, membri della società, altri tifosi e ovviamente giornalisti. Perché si sa, è comodo prendersela con la stampa che riporta la verità dei fatti, soprattutto quelli sgraditi, mentre una profonda disamina critica del proprio comportamento è troppo pesante per essere anche solo considerata.

Confesso di aver risposto in privata sede a qualcuno di questi personaggi che si attribuiscono un'eccessiva importanza, accomunati da una formula riassumibile in "Vedo basket da 30-40 anni, quindi...". Eh no signori, "quindi" un beneamato. Come insegnava diciotto anni fa un coach preparato e indubbiamente spiritoso come Zare Markovski, guardare è un conto e fare è ben altra cosa. Che si tratti di sport o di altre attività fisiche o lavorative, poco importa. Dovreste semmai ringraziare la pazienza e la signorilità di Frank Vitucci, che avrebbe potuto benissimo tutelarsi in sede giudiziaria facendovi piangere amare lacrime e impartendovi una memorabile lezione e che invece ha sopportato i vostri fischi e i vostri insulti.

Ora vi rivelo un piccolo retroscena. Non lo meritereste, ma stante lo spirito di festa del periodo pasquale ho deciso di mostrarmi generoso. Lo scorso 5 aprile era il compleanno di Frank Vitucci, eppure la società Treviso Basket non ha pubblicato nei canali social il consueto post di auguri. Non è stata una dimenticanza né una mancanza di rispetto: è stato lo stesso Vitucci a chiedere giorni prima che nulla venisse pubblicato in merito per non guastare l'atmosfera di un giorno speciale. In compenso, sabato sera lo stesso coach Vitucci mi ha voluto fare un regalo di compleanno (sì, il 19 aprile è il mio compleanno), donandomi una soddisfazione immensa. Che va ben oltre la mera vittoria contro Tortona. Quel che mi ha schiuso un sorriso mefistofelico degno del Joker è l'aver visto diversi fischiatori e contestatori incitare, applaudire e accompagnare la squadra in una gara che Vitucci ha condotto in maniera esemplare. Come? Asciugando le rotazioni, escludendo gli elementi in crisi (Harrison) o dannosi (Caroline, un mangiapalloni), accettando lo scotto del calo di rendimento dopo trenta minuti a pieno regime ma trasmettendo ai suoi ragazzi la tranquillità per condurre in porto una gara delicatissima.

Dettaglio da non sottovalutare: sabato sera TvB non ha toccato il +26 per debolezza dell'avversaria, per congiunzione astrale o per culo (perché si dice culo)... ma per oggettiva qualità del gioco. E al netto dell'ennesima serata complicata di Mascolo in cabina di regia. Tutto ciò è frutto del lavoro dello staff tecnico, non certo dell'improvvisazione del momento, dell'autogestione di quattro o cinque elementi o di una impronosticabile follia collettiva. Quando il Derthona, rianimato dalle triple in serie ad altissimo tasso di difficoltà del duo Baldasso-Denegri, si è rifatto sotto e ha addirittura sorpassato, qualunque altra squadra in confusione si sarebbe sciolta come neve al sole. Il fatto che TvB abbia mantenuto i nervi saldi rispondendo colpo su colpo e giocando una difesa magistrale sull'ultimo tiro dei piemontesi è consegueza diretta di quanto organizzato da chi siede in panchina. Con buona pace dei signori e delle signore da "Vedo basket da 30-40 anni".

Tutti sabato sera hanno visto la prova da 31 punti di Ky Bowman, tutti hanno applaudito il giocatore che a suon di bombe ha siglato il successo numero dieci in stagione. Pochi ricordano che la scorsa estate Bowman poteva andarsene da Treviso, non aveva contratto, non c'erano vincoli, anzi almeno due società di altre leghe lo avevano contattato sottoponendogli proposte economicamente più vantaggiose. Bowman è rimasto a Treviso per Vitucci, perché dal suo primo giorno in Europa si è trovato a meraviglia con lui, perché percepisce la fiducia del coach, perché sa che anche nel momento peggiore il suo allenatore non gli addosserà mai le colpe. Vitucci avrebbe potuto farlo lo scorso 22 dicembre quando a Sassari proprio Bowman spese il quinto fallo su Bibbins a 10 secondi dalla fine e col punteggio in parità: Ky aveva sbagliato, pensava erroneamente che la sua squadra fosse in ritardo di un punto e aveva ignorato le urla del suo coach che non voleva assolutamente mandare in lunetta gli avversari. Un altro allenatore avrebbe crocifisso Bowman pubblicamente, lo avrebbe additato, sarebbe stato semplice dire che la squadra aveva perso per colpa sua. Vitucci ha ingoiato il rospo e ha abbracciato il giocatore che, resosi conto dell'errore, ha chiesto scusa. Allenare è anche questo ossia dimostrare umanità ed empatia.

Quindi a chi continua a lamentarsi di Frank Vitucci, a insultarlo, a chiederne le dimissioni, a ricoprirlo di fischi ingenerosi e stupidi durante la presentazione delle squadre. A chi intimidisce, offende e minaccia i tifosi che non si piegano né si accodano a questo clima avvelenato. A chi da settimane invoca misure draconiane, licenziamenti, allontanamenti, epurazioni, liste di proscrizione che Silla spostati. A chi pensa che gli si debba consentire le peggiori rimostranze solo in forza di un biglietto o di un abbonamento pagato. A tutti questi personaggi riservo il titolo di quell'editoriale di Mino Pecorelli. Non si deve vergognare Frank Vitucci, che il suo lavoro l'ha compiuto fino in fondo rispettando quanto aveva promesso a inizio campionato - ve lo ricordo: una salvezza più tranquilla e agevole, senza aspettare l'ultima giornata. Non si deve vergognare chi si è impegnato dal primo giorno per raggiungere un risultato affatto scontato. Non si deve vergognare chi evidenzia il becerume di una parte del pubblico. Quel "vergogna buffoni!" va indirizzato solo a chi ancora oggi non ha capito e si ostina a non voler capire di aver commesso una serie continua di fesserie. Ma come si dice al mio paese, "Al è dibant cirî di insegnâ al mus..."

5 commenti:

  1. Articolo che più chiaro, esplicito, lucido e circostanziato non si può. Sottoscrivo i punti ed anche le virgole. Grazie Federico

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  2. Non posso che essere d'accordo, io avrei fatto anche i nomi e i cognomi di questi analfabeti, ma visto che più di qualcuno lo conosco, aspetto di incontrarli per dirglielo di persona!

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  3. Hai ragione su tutto. E sono convinto che Vitucci abbia le capacità che descrivi. E che il fischio preventivo non sia buona cosa.

    Bisognerebbe però mettere agli atti che a) il gioco offensivo espresso da questa squadra, al netto delle prestazioni personali di Ky e Oli, è imbrazzante, b) Harrison nelle ultime gare che ha giocato, nulla ha fatto nè tecnicamente nè comportamentalmente per dimostrare di tenerci a questa stagione.
    Se la soluzione non può essere il fischio preventivo (e concordo), come esprimere dissenso?

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