domenica 4 dicembre 2022

I troppi motivi di una crisi annunciata

Non fosse storicamente una persona imperturbabile e di poche parole, scommetterei su un David Logan sorridente e con voglia di festeggiare in questa fredda serata di dicembre. D'altronde non è da tutti infilare 24 punti in una gara LBA a tre settimane dal proprio quarantesimo compleanno. E farlo contro una ex squadra avrebbe un sapore ancor più dolce, se non fosse che David non si è mai curato non solo delle questioni anagrafiche ma nemmeno del suo passato storico in altri club, recenti o remoti che siano. Fatto sta che Logan ha chiarito ancora una volta perché gli sia stato affibbiato il soprannome di "Professore": ha spiegato pallacanestro a modo suo, con i movimenti che ripete da una vita, con estrema calma e tranquillità, trasmettendo ai suoi compagni i medesimi valori e portando quella Scafati che era ultima appena un mese fa a risalire la china. Ed a spese di una squadra che con Logan era arrivata alle soglie delle Coppe europee e che invece senza di lui...

Per una volta voglio dedicarmi al Gioco Dei Se. Cosa sarebbe successo se Treviso Basket nell'estate 2021 non avesse lasciato andare David Logan, giudicato troppo vecchio e condizionante, per prendere e bruciare una guardia dopo l'altra, dai prestiti annuali di Dimsa (pessimo) e Bortolani (oggi rimpianto) sino alla cazzata fatta da qualcuno con Casarin jr. ed alla scelta di puntare su un mostro di incostanza quale Adrian Banks? Ma poniamo anche il caso che, superata non senza fatica la passata stagione, qualche piccola lezione fosse stata accolta ed elaborata da TvB... quindi, cosa sarebbe successo se invece di confermare Marcelo Nicola in virtù di un contratto a basso ingaggio si fosse puntato su un allenatore di altra caratura e costo ovviamente superiore? E se al posto di Banks si fosse richiamato Logan (che ha trascorso l'estate a casa sua in attesa di una chiamata) o si fosse convinta Milano ad estendere il prestito di Bortolani? E se si fosse compreso che Jantunen era acerbo, Iroegbu non era un play, Cooke impresentabile, Zanelli e Simioni in difficoltà col livello del campionato, Sorokas buon comprimario ma nulla più, Sarto destinato alla panchina col concreto rischio di bruciare un anno? E se si fosse evitato di prendere in fretta i primi giocatori disponibili sul mercato, seguendo le precise direttive dello staff tecnico, ricordando che col passare delle settimane le pretese si abbassano, i campioni a spasso chiedono meno soldi e c'è la possibilità di fare qualche vero affare? E se si fossero colti i segnali di evidente insofferenza di Sokolowski, desideroso di lasciare Treviso ben prima dell'Europeo e talmente arrabbiato da licenziare il suo agente polacco perché non è stato capace di trovare un accordo per lasciarlo libero di andare altrove?

Mi rendo conto che i se sono davvero troppi per poter trovare una risposta decente a tutti quanti gli interrogativi. Quello che so è che determinate scelte, obbligate dal taglio del budget per la prima squadra al fine di far quadrare i conti o avallate per accontentare qualcuno, hanno rotto il giocattolo. Bisogna dire che qualche mea culpa, seppur tardivo, è stato pronunciato: Menetti ad esempio si è scusato per la scelta di Sims, da lui voluto e poi ripudiato, ammettendo di aver compiuto un grossolano errore di valutazione. Meglio tardi che mai, direte voi. Nessuno invece si è ancora scusato per aver firmato quel contratto biennale con Casarin padre per avere il figlio, ovviamente senza blasfeme benedizioni di alcuno spirito (men che meno santo). Nessuno ha detto di aver sbagliato valutazioni, compiendo il passo più lungo della gamba con quella Coppa che è costata tanto in termini di energie più che di soldi e che ha svuotato tutto l'ambiente invece che rilanciarlo ulteriormente. Nessuno si è assunto la responsabilità della campagna abbonamenti 2021 che ha creato arrabbiature e disaffezione da parte del primo patrimonio del club ossia il pubblico, che non ha gradito e ha reagito di conseguenza anche dodici mesi dopo. Nessuno ha spiegato come mai un dirigente già contattato ed addirittura annunciato internamente come primo nuovo volto di TvB a maggio scorso sia stato lasciato dove stava, con grandi imbarazzi facilmente immaginabili. Nessuno ha ancora svelato i motivi e le modalità che portarono alla scelta di Marcelo Nicola come allenatore in seguito al tardivo esonero di Menetti. Nessuno ha dichiarato apertamente che Francesco Tabellini è stato mandato via nonostante avesse ancora un anno di contratto ed a dispetto di un lavoro eccellente svolto nei suoi otto anni trascorsi qui; che la rinuncia a Matteo Imbrò è maturata per motivi di soldi, perché si voleva risparmiare prendendo uno Zanelli che voleva tornare a casa a costi inferiori rispetto all'empedoclino; che la partenza di Matteo Chillo non è stata generata solamente da richieste inevase di ritocchi all'ingaggio ma anche da differenza di vedute tattiche con l'attuale allenatore.

Insomma, nessuno parla. Eppure gli argomenti ci sarebbero e ne ho elencati solo alcuni. Nel frattempo il gioco delle ipotesi si ferma e ci si scontra con una realtà che parla chiaro. Il bilancio dopo 9 turni è 2-7, con gli unici successi ottenuti per episodiche prestazioni maiuscole di un paio di stranieri e per contemporanee complessità interne alle avversarie di turno - Sassari aveva appena capito che Onuaku era un peso morto ma non sapeva ancora come comportarsi; Brescia solamente nelle ultime settimane ha compreso quanto Mitrou-Long sia insostituibile nel sistema di gioco di Magro, dovendosi in sua assenza affidare ai capricci di Della Valle. In compenso si sono sprecate occasioni ghiotte come Varese e Napoli, potenziali vittorie gettate al vento per incapacità di gestire i vantaggi o di attaccare una zona, e si sono perse partite come quelle di Trento e Scafati per impreparazione, problemi tattici, inadeguatezza dei singoli e del sistema di gioco. Tornando nel campo delle ipotesi, sono convinto che, se Sokolowski non avesse sbagliato tutto lo sbagliabile a Masnago e se al PalaBarbuto non ci fosse stato un suicidio collettivo di squadra nel momento in cui era sufficiente assestare un colpetto ad una Napoli specularmente brutta e confusionaria, nessuno solleverebbe in pubblico i tanti dubbi sul valore reale di questa Treviso Basket tra campo, panchina e scrivanie. Invece il re è nudo, nessuno si illude più e non c'è nemmeno un motivo per ridere.

Poi ci si mette di mezzo anche il Destino che, come Dio, si diverte a giocare a dadi. Ed allora forse non è un caso che a sancire la crisi di TvB sia stato Logan con Scafati e che tra una settimana tocchi alla Verona di Bortolani, che potrebbe benissimo scaraventare ancor più in basso la Nutribullet verso l'anticamera per il ritorno in A2. In fondo la situazione di Treviso è simile a quella di Varese un anno fa e, per averne riprova, basterebbe chiedere a Paulius Sorokas che l'ha vissuta in prima persona: un gioco imperniato su un elemento ingombrante e troppo accentratore (Gentile lì, Banks qui); un allenatore inadatto a gestire la situazione; una squadra costruita con idee tattiche sbagliate. Varese voltò pagina cambiando manico ed attori, affidandosi ad un sergente di ferro olandese e sacrificando un pezzo pregiato dopo l'altro pur di ricostruire una parvenza di ensemble. Non so quanta volontà ci sia dentro TvB di compiere le stesse mosse, a cominciare dal cercare un altro tecnico per poi reperire degli acquirenti per Sokolowski, Banks e Cooke. Certo è che non ci si può accontentare del mal comune, ossia i mal di pancia in laguna dove una bella fetta della Reyer rema contro De Raffaele, oppure dell'oramai imminente secondo esonero consecutivo di Menetti che a Reggio Emilia, con una squadra molto più costosa e profonda, ha la stessa posizione di classifica di Treviso. Ad ognuno la propria croce. E pur non invidiando nessuno in tale posizione, spero davvero che prima o poi ognuno si assuma la relativa responsabilità: sarebbe un bel passo in avanti, anche a costo di una retrocessione.

Nessun commento:

Posta un commento