giovedì 3 settembre 2020

SOLITUDINI E RIVINCITE

Rientrare al Palaverde dopo una lunga assenza deve aver giocato un brutto scherzo a Max Menetti. Voglio credere che la responsabilità di errori tecnici e tattici accumulati ieri sera sia attribuibile all'emozione del rimettere piede sul parquet amico esattamente a sette mesi di distanza dal precedente di campionato contro la Fortitudo. La solitudine della squadra, costretta a giocare senza il proprio pubblico e dunque priva di una spinta caratteriale utile a ridare fiducia nei momenti di difficoltà, è stata acuita da scelte ben poco comprensibili sul piano dei giochi e degli assetti.


A voler vedere il bicchiere mezzo pieno ci si può comunque consolare. Giocando a sprazzi e con un deciso tasso di inesperienza, questa Treviso Basket ha retto per 33 minuti il confronto con Venezia e ha rischiato all'ultimo di rovesciare l'inerzia della partita contro Trieste. Un match, quello di ieri sera, contraddistinto da pregevoli personalità - Akele e Mekowulu su tutti, anche Carroll quando potrà contare su una forma fisica decente - ma dalla drammatica assenza di una difesa davvero corale e di una gestione in campo efficace. L'esatto contrario dell'Allianz che non brillerà probabilmente in stagione regolare per prestazioni clamorose ma che ha costruito sulla solidità della cabina di regia e sulla concretezza in retroguardia le fondamenta di un gruppo già ben amalgamato. In questo ambito rientra Davide Alviti, ripudiato in estate da TVB con una strategia comunicativa rivedibile: il ciociaro la scorsa stagione era il decimo con poche prospettive di utilizzo a causa di un rapporto complicato col coach. Si diceva che Alviti avesse un carattere difficile, che non sapesse mettere palla a terra, non difendesse, non fosse capace di aiutare a rimbalzo e che l'unico suo pregio risiedesse nel saper capitalizzare gli scarichi sul perimetro dei compagni. Allora forse quello visto ieri in campo in una rotazione a 5 esterni (ohibò, la stessa di Treviso!) dev'essere il fratello gemello con una diversa pettinatura, perché il 44 in biancorosso ha dimostrato di poter mettere palla a terra, di non intristirsi se il tiro non entra, di saper difendere sull'uomo e di poter addirittura catturare 10 rimbalzi, di cui due in attacco. Possiamo dire che, in silenzio e nell'atmosfera surreale del Palaverde, Alviti si è preso una piccola rivincita.

Chissà se qualcuno ha iniziato a rimpiangerlo. Quel che è certo è che la coperta biancoceleste è lungi dall'essere quella di Linus e si sta rivelando anzi drammaticamente corta. Perché il ritardo di condizione di Carroll sta costringendo Akele a giocare da ala piccola in pianta stabile, facendo entrare il volenteroso ma poco avvezzo Chillo in starting five nel ruolo di ala grande. Ci si augura ovviamente che tale soluzione tattica, attualmente obbligata, non diventi una costante anche perché si è visto che Vildera non è Mr. Double-Double: le illusioni mestrine sono cadute, il pivot è un onesto mestierante da blocchi (anche sporchi) e poco più, non un animale da statistiche nel pitturato. Quindi occorre al più presto riportare Carroll in quintetto base, spostare Akele nel ruolo di 4 e sperare che Mekowulu non abbia problemi di falli.

Si risolve tutto così? Magari! Perché in realtà il reparto in cui si vive un reale dramma è quello delle guardie. Ieri il meno peggio della situazione è stato Imbrò, ordinato e pulito anche se poco appariscente, servito poco o nulla in attacco ma autore di giocate essenziali. Russell conferma di essere veloce e di avere un buon fiuto per l'assist ma in transizione non sa far altro che andare verso il ferro rischiando di incartarsi o di farsi recuperare, al tiro in azione è sempre un disastro e in difesa proprio non ce la fa - per dire, un Fernandez dalle ginocchia di cristallo lo ha massacrato creando moltissimo per i compagni e aprendo costanti vuoti sul lato debole e nei backdoor. La circolazione di palla sta facendo la differenza per le avversarie di TVB al pari della percentuale dall'arco: se Treviso vuole vincere deve sperare che l'altra squadra stia ben al di sotto del 30% dai 6,75m, altrimenti sono dolori.

La tragedia vera è in spot 2. Non ho capito se Logan stia digerendo male il ruolo di sesto uomo o se ormai con l'età ed un fisico non più adatto ai contatti evidenzi maggiormente le sue lacune tattiche. Fatto sta che dopo l'ovetto del Taliercio l'ex Avellino si è esibito in un primo quarto arrembante - a proposito, per chi era lo sguardo di sfida verso la tribuna dopo la bomba a filo della prima sirena? - ed un prosieguo da tragedia. Prendere o lasciare, David è questo. Sarebbe tollerabile se come titolare ci fosse un esempio di solidità ma il malcapitato Tyler Cheese, per gli amici sempre di più Salsa Alfredo, non ce la fa proprio. Il rookie ha la stessa voglia di fare di Chillo ma è ugualmente inutile: ieri 4 punti (1/4 al tiro, percorso netto in lunetta), un rimbalzo, 3 falli fatti, uno subito, -2 di valutazione in 15 minuti. Da guardia non offre pericolosità offensiva costante costringendo i compagni agli straordinari, da ala piccola fatica troppo in difesa e non trova quasi mai il primo passo per attaccare il ferro: a voler rivangare il recente passato, Lollo Uglietti faceva assai di meglio e non costava un visto extra. Il countdown verso un possibile taglio invernale è già partito e si raccolgono scommesse sulla data in cui la pazienza di coach e società si esaurirà.

Ma a voler essere pignoli c'è qualcosa di strano anche nelle scelte tattiche. Lasciando perdere l'idea deleteria di quintetti minuscoli con Russell-Imbrò-Logan sul perimetro che ricalca un canovaccio in cui al posto del minuscolo americano si prevedeva il ben più fisico Alj Nikolic sino a qualche mese fa, ha fatto inarcare più di un sopracciglio il fatto che il primo taglio backdoor sia arrivato ad inizio ultimo quarto con Carroll che ha evidenziato il punto debole della retroguardia alabardata. Possibile che nessuno si sia accorto prima che Mike Henry scivolava in ritardo in angolo e che l'adeguamento dei lunghi biancorossi giungeva per forza di cose in ritardo? Ancor più grave, l'unico capace di accorgersene è stato un esterno che è uno specialista del tiro pesante più che un penetratore... e questo fa capire come ci sia moltissimo da lavorare in casa trevigiana. Per fortuna al debutto in campionato mancano 24 giorni, per fortuna la maxi Supercoppa non vale nulla in termini salvezza, per fortuna c'è ancora tempo per capire cosa correggere e dove intervenire. A meno che non si voglia davvero dar fiducia a Cheese come cambio di guardie ed ali piccole e non si pensi di affrontare un campionato speculando sull'ottima forma fisica di tutti i nove elementi senior a roster. In tal caso sarà opportuno sperare nelle disgrazie altrui per non condannarsi ad un campionato di grandi sofferenze.

2 commenti:

  1. Grazie per la dettagliata analisi molto obiettiva e professionale. Speriamo che anche la società ragioni in questo senso....

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  2. Grazie per la dettagliata analisi molto obiettiva e professionale. Speriamo che anche la società ragioni in questo senso....

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