Zero a tre. A guardare i freddi numeri, la Supercoppa di Treviso Basket è da tragedia. Tre partite, tre sconfitte, due con scarti in doppia cifra. Che il torneo prestagionale inventato da LBA servisse giusto a calibrare la situazione di formazioni in gran parte nuove o profondamente rimaneggiate era cosa risaputa. Che TVB abbia scommesso pesantemente in costruzione della squadra su pochi elementi di talento completando il contorno con giocatori non di categoria era altrettanto lapalissiano. Ma non si era mai vista una squadra, seppur in precampionato, perdere nel modo in cui la Menetti Band ha regalato referto rosa e prima soddisfazione ad una Dolomiti Energia ostaggio delle lune delle sue guardie americane.
Partiamo da una considerazione semplice. Dopo un avvio disastroso, la De' Longhi pare trovare la quadra in una maniera elementare. Si pronuncia aggressività, si traduce in lavoro sporco sulle linee di passaggio: a suon di anticipi e transizione primaria o secondaria, TVB costruisce il suo vantaggio. Ma con un dettaglio fondamentale, cioè la percentuale ridicola al tiro da 3 di Trento che nel primo tempo tira sassate al ferro - 1/15 cioè 6,7%, neanche nei peggiori campi UISP o CSI nelle fredde serate di gennaio. Per poter sperare di esprimere una difesa efficace sulla palla senza ricorrere alla zona vera e propria è necessario sì che esterni e lunghi siano pronti ad intervenire in ogni momento leggendo le situazioni ma anche che, di fronte alla difficoltà di servire in area o negli angoli ali e centri, le guardie avversarie non riescano ad inquadrare il canestro da lontano.
Fino a quando le percentuali dall'arco dell'Aquila sono rimaste bassissime, tutto bene. Quando un certo Gary Browne, passaporto portoricano e passato da giramondo dei parquet, ha avvertito la possibilità di invertire il trend sparando con fiducia dai 6,75m e prendendosi falli e gite in lunetta, la musica è cambiata. Ed in quel frangente sono emersi i soliti difetti, ormai acclarati. Perché non serve avere un veterano come sesto uomo se a dispetto della nomea di tiratore si esibisce in un tiro al piccione persino su ripetute occasioni; perché è inutile insistere con un rookie che in difesa abbocca alle finte e che riesce a far qualcosa in attacco solo prendendo a spallate in penetrazione gli avversari; perché un play di 1,80m con le scarpe e che pesa (forse) 70 chili apre varchi in difesa se la sua unica opzione è tentare l'anticipo; perché se dietro la coppia di lunghi titolare c'è solo un onesto mestierante da A2 ed un volenteroso giovane (Chillo assente per dolore alle costole), ai primi problemi di falli in area gli avversari possono banchettare.
A girare la partita alla fine sono stati i tiri liberi, una vera e propria valanga, e l'8/9 da 3 di Trento nella ripresa. Sì, 8/9, cioè l'88% abbondante: neanche giocando alla Playstation. E dire che alla Dolomiti Energia mancavano anche un paio di americani piuttosto interessanti, altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Ci si potrebbe forse consolare col fatto che ormai Mekowulu è una garanzia o che Akele sta dimostrando solidità nei due ruoli di ala. Troppo poco. L'obiettivo di questa De' Longhi è uno solo, la salvezza, un traguardo che oggi risulta assai arduo da raggiungere. Tolta l'incompleta ed assai malmessa Roma e forse le indebolite Cremona e Cantù c'è ben poco da stare allegri o sereni. A proposito di serenità, chissà se qualcuno ha raccontato a Max Menetti che un allenatore energico quanto lui, perfezionista come lui, sanguigno come lui ma meno religioso è stato licenziato nelle scorse ore, in piena preseason, per una divergenza di vedute con un veteranissimo fortemente cercato e voluto in sede di mercato. Cos'hanno in comune Luis Alberto Scola Balvoa e David Logan? Sono entrambi dei senatori, entrambi all'ultima stagione agonistica della propria carriera, entrambi con un ruolo di cambio di lusso in squadre da salvezza, entrambi con un ingaggio pesante. L'argentino ha fatto saltare la panchina di Caja, lo statunitense di passaporto polacco è da due anni e mezzo il talismano dello scaramantico tecnico reggiano. Funzionerà ancora?
PAGELLE:
00# Russell - Quando segna i primi punti della sua squadra qualcuno deve aver dato un'occhiata al meteo per domattina per verificare non si arrivino nevicate in pianura o solleone da 30 gradi all'ombra sulle Dolomiti. La non-difesa su Browne nella ripresa e le solite transizioni verticali senza costrutto fanno tirare un sospiro di sollievo per le condizioni meteorologiche delle prossime 24 ore. VOTO 5,5
1# Logan - La foto della sua partita: metà terzo quarto, 46-55, recupera su Morgan e si arresta sull'arco per il tiro... SDENG! Rimbalzo miracoloso di Russell, di nuovo Logan in penetrazione per una lacrima fuori misura... altro rimbalzo offensivo, palla persa, contropiede rapido di Morgan che fa canestro e fallo. Da un veterano con quello stipendio ci si attende altro. VOTO 5
4# Cheese - Qualcosina fa, bisogna dargliene atto. La sorte lo assiste anche in un paio di occasioni in cui lancia la sfera verso il canestro e l'alitata divina fa il suo dovere premiandolo con due punti. Dovrebbe essere un collante difensivo ma continua ad abboccare alle finte come un ragazzino delle superiori e da ala piccola è semplicemente impresentabile. VOTO 5
8#Vildera - Lo ripetiamo, in A2 è un ottimo centro di complemento, ma in Serie A pare la copia barbuta di Lechthaler. Con la differenza che quest'ultimo per la sua squadra è il quinto-sesto lungo, utile solo per gli allenamenti, non un giocatore di rotazione. VOTO 5
9# Bartoli - La vera nota lieta della serata. Si impegna in difesa, recupera un pallone, segna nel pitturato. Meriterebbe anche un fischio amico quando Pascolo, scippato della sfera, lo atterra tenendolo per la spalla sinistra, ma la differenza di pedigree si nota subito. VOTO 6,5
12# Imbrò - Quando entra in campo al posto di un Russell fin troppo casinista si avvia il parziale di 20-0 della De' Longhi a cavallo della prima sirena. Una casualità? Purtroppo però non può né deve essere lui il play o la guardia titolare di questa squadra. VOTO 6
21# Mekowulu - Il tiro da 3 sugli scarichi sta diventando una piacevole costante che costringerà le difese a rispettarlo. Teoricamente questo dettaglio dovrebbe aprire l'area alle penetrazioni degli esterni ed al lavoro delle ali ma finora tutto ciò si è visto assai di rado. Il nigeriano resta la sorpresa positiva di questo precampionato ma continua a soffrire di solitudine là sotto. VOTO 6,5
30# Carroll - Finalmente in quintetto, forse più per l'assenza di Chillo che per reali condizioni fisiche, pare la copia americana del famoso Loris Batacchi: lo Spatolatore Folle più che fare colpo sulle ragazze rifà il bordo del ferro del palasport tridentino ammaccandolo da più posizioni. E non solo quando l'asfissiante marcatura avversaria lo costringe a tiri impossibili. VOTO 5,5
45# Akele - Esce per falli dopo aver provato in ogni modo ad aprirsi la via verso il canestro. Necessita ovviamente di essere servito nelle posizioni migliori per poter essere continuo ed efficace, altrimenti il montebellunese soffre. Gioca alla pari contro Pascolo e questo basta a regalargli la sufficienza. VOTO 6
Coach Menetti - Non si riesce a capire se i tagli backdoor siano scomparsi dal suo playbook in nome di una curiosa rinuncia tattica o se i suoi giocatori non abbiano capito come sfruttare appieno i raddoppi difensivi avversari facendo circolare la palla e liberando lo spazio con Akele e Mekowulu che si aprono ai 6 metri. La sua difesa si regge solo sull'anticipo, poi è notte fonda. Ok, oggi Roma è più debole e Cremona e Cantù paiono affatto irresistibili ma basterà per salvarsi? VOTO 5

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