In Ungheria, il governo Orbàn si sta segnalando per insopprimibili pruriti liberticidi a danno della fragile democrazia del Paese magiaro. Un rigurgito di proto-fascismo che fa rabbrividire.
In Italia ci siamo passati. C'è stato il Ventennio. In epoca più recente, qualcuno ha provato, senza successo per fortuna, ad apporre un limite ai diritti sanciti dall'articolo 21 della Costituzione. E qui, rientro in argomento.
Mi ha molto addolorato un certo comunicato stampa emesso un paio di giorni fa. La difesa della propria onorabilità, se offesa, è legittima e su questo non intendo discutere. Non mi è piaciuta invece la pretesa di zittire a priori. Sentirmi dire "non è il tuo caso, ma siamo stufi delle sparate di certa gente e quindi diamo un avviso chiaro" mi ha fatto pensare alla censura preventiva. Un qualcosa che aborro, che mi provoca un intenso brivido d'orrore.
Viviamo in uno Stato di Diritto e gli istituti giuridici di tutela abbondano. Non credo sia il caso di elencarli qui. E allo stesso modo credo che chiunque si veda o si senta appellato in maniera dispregiativa oppure venga a conoscenza di attribuzioni di fatti a sé estranei possa tranquillamente far riconoscere le proprie ragioni senza invocare, a prescindere, la mordacchia per i dissenzienti. I tribunali esistono apposta, per determinare eventuali illeciti o abusi e punire i colpevoli. Stabilire dal principio quali argomenti si possano o meno trattare, quali nomi citare, di quali situazioni dibattere, è inammissibile.
Questo è il mio pensiero. Sperando che mi sia consentito di esprimerlo ancora per tanto tempo.
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