...eppure devo farlo. Non avrei voglia di scrivere di basket, ma è parte del mio mestiere, quindi lo faccio. Ma in questo spazio che gestisco in autonomia posso anche divagare, quindi per una volta lasciate che spenda qualche parola sull'ultima follia di questa società marcia, di questo mondo ignobile, di questa umanità così disumana da non riuscire a recuperare un briciolo di dignità per correggere la rotta. Da sabato pomeriggio non riesco a non pensare a Giulia Cecchettin, la studentessa uccisa da un soggetto mosso da un sentimento malato e da una concezione sbagliata tanto dell'individuo quanto dei rapporti interpersonali. Da sabato pomeriggio non riesco a non pensare a quante Giulia abbiamo visto nelle pagine di cronaca nera, a quanti episodi crudi e disgustosi di disumanità mascherata da visioni disturbate di ciò che dovrebbe essere amore ma è ben altro. Da sabato pomeriggio non riesco a non pensare al fatto che Giulia avrebbe potuto essere una sorella, una cugina, l'amica d'infanzia, la vicina di casa, la figlia di conoscenti, una collega o semplicemente una ragazza del mio quartiere incrociata migliaia di volte. Non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa. Assieme ad un altro: "potevo fare qualcosa?"
In un weekend del genere, spero quindi che mi perdonerete se ho poca voglia di parlare di pallacanestro. Per cui quel poco che ho da dire lo condenserò in tre punti schematici:
- Nel gioco della pallacanestro si agisce di squadra, tanto in attacco quanto in difesa. Quindi assemblare un gruppo di solisti che comprende elementi in fase nettamente calante di carriera, egoisti, gente abituata a pensare a segnare prima di costruire qualcosa non è esattamente il miglior viatico per ottenere qualcosa di buono. Napoli ha rotazioni ridotte (gioca in 7-8) ma ha scelto la qualità oltre ad un sistema di gioco che sappia variare in corso d'opera. Merito della presenza contemporanea di tre o addirittura quattro trattatori di palla sul parquet. Il tanto vituperato e fischiato Sokolowski ha dimostrato la sua utilità anche stasera, assieme ad un Zubcic chirurgico nei momenti chiave e ad un Pullen che migliora col tempo. Al contrario Treviso continua ad essere tutto fuorché una squadra di pallacanestro. Le cose migliori si sono viste con Zanelli in regia e con Mezzanotte da finto centro. Non è un caso che, in un'epoca di esasperazione dettata dal tiro da 3, a far la differenza sia la capacità di far circolare la sfera, tanto contro la difesa a zona quanto contro quella a uomo. In uno scenario del genere dovrebbe essere chiaro che non si possono ottenere grandi percentuali affidandosi agli uno contro il mondo di questa o quella guardia. E che è meglio inserire un passatore in più a scapito di un (presunto) realizzatore.
- Di recente Dino Meneghin ha affermato che, se avesse un desiderio cestistico da esprimere, tornerebbe indietro nel tempo per accettare la proposta degli Atlanta Hawks che lo selezionarono al Draft 1970 (con l'improbabile nome Dean Mengham, vabbè...) per provare a convincere il management della franchigia di poter giocare nella NBA dell'epoca. Posto che non ci credo nemmeno sotto tortura e che lo stesso Meneghin una quindicina d'anni fa disse il contrario, ossia che rifiutò di approfondire la cosa per paura di essere considerato professionista e dunque straniero in un periodo storico in cui lo sport italiano era dilettantistico al 100%, io al posto della Portaerei avrei chiesto altro. Ad esempio l'abolizione dello stramaledetto tiro da 3 che, come detto prima, ha snaturato lo spirito del gioco trasformando questo sport in una sorta di tiro al piccione in versione atletica. Trent'anni fa si tirava molto di meno dall'arco e si impostava molta più tattica, senza che i punteggi delle partite ne risentissero granché o che lo spettacolo fosse inferiore alle attese. Poi si è deciso di cambiare qualcosa, i 24 secondi, i quattro quarti al posto dei due tempi, l'area di nuova dimensione, l'arco allontanato di mezzo metro, pensando che queste modifiche potessero apportare dei benefici. Ebbene, a me sembra che la qualità sia crollata e che le poche squadre che davvero giocano qualcosa di simile al basket siano delle meravigliose mosche bianche.
- Con tre mesi e mezzo di ritardo in casa TvB ci si è accorti che il cosiddetto play titolare mette in ritmo i compagni solo a folate episodiche - e dire che il deficit era parso evidente già a settembre... - e che la cosiddetta ala piccola titolare è stata sputata dalla NBA perché a fronte di mezzi tecnici notevoli non ha mentalità né continuità, oltre a non voler difendere nemmeno sotto tortura. Così si è corsi ai ripari. Nei prossimi giorni è previsto l'arrivo dei rinforzi ossia Scoop Robinson, che rispetto a Booker dovrebbe dare un po' di ordine e non solo di spinta, e Osvaldas Olisevicius che si spera sia in buona forma oltre che disponibile, visto che Milano ha pensato bene di tentare Langston Galloway. Se Reggio deciderà di mollare la presa sul lituano, può darsi che a Pesaro domenica prossima si veda una Nutribullet diversa, meno farfallona dietro e più concreta nella costruzione del gioco. Intanto il tassametro corre, lo score recita 0-8 e le possibilità di chiudere il girone d'andata con meno vittorie della passata stagione (che furono 5 su 15) è sempre più concreto.

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