Che il Dio dei Canestri conservi per sempre Matteo Spagnolo! Nella sua inconsciente, meravigliosa, autentica naturalezza, questo ragazzo di vent'anni permette di riscoprire una pallacanestro che non è quel gioco snaturato e meccanico visto e rivisto milioni di volte negli ultimi anni, tutto un pick'n'roll centrale, ma è creatività, inventiva, pazzia. Ed emozioni. Vederlo piangere, con quelle lacime di profonda umanità che gli solcano il viso imberbe, ci riporta indietro nel tempo: non vedevo una simile disperazione da Enzino Esposito, disteso in barella a bordocampo nella gara5 di finale scudetto del 1991 di cui oggi si ricorda l'anniversario. Lo scugnizzo casertano piangeva di dolore e di gioia, Spagnolo invece di rabbia e di comprensibile sfogo nervoso. Avrebbe potuto essere l'eroe di Trento, il ragazzo che infischiandosene del talento di Christon o dei centimetri di Daum e dei relativi ingaggi a sin troppi zeri trascina la piccola ma bellissima realtà tridentina ad una meritata gara5. Invece...
...invece no. Non c'è gloria per lui, c'è solo amarezza in quelle lacrime che sgorgano copiose e gli rigano le guance mentre prima Forray e Flaccadori, poi il presidente Longhi cercano invano di consolarlo. Ma va capito, Spagnolo: Tortona è diventata quasi la sua bestia nera, esorcizzata appena in gara3 dopo cinque sberloni stagionali, tutti dolorosissimi perché arrivati con scarti minimi, da singolo possesso o anche meno. In Coppa Italia addirittura Spagnolo aveva temuto il peggio, quando la caviglia si è girata facendolo prorompere in un urlo di dolore udito da tutto il PalaAlpitour. Poteva dunque essere, quel viaggio in lunetta, simbolo di una redenzione e di un meritato riconoscimento per un club che ha giocato una stagione da doppio impegno settimanale con appena quattro stranieri - di cui uno, Lockett, ai minimi della presentabilità, unito ad un Crawford ondivago e ad un Atkins eclissatosi nel momento decisivo. Particolare che dovrebbe far riflettere chi ancora oggi crede che una Coppa si possa giocare solo col 6+6 che è inutilmente costoso e non porta benefici alla crescita dei giovani (immagino che a Treviso ed a Reggio Emilia a qualcuno stiano fischiando le orecchie). Tornando a quei due liberi, la circostanza poteva essere premiante anche per un giovane che un anno fa assisteva impotente alla retrocessione già annunciata di Cremona e che nel frattempo è maturato tanto. Non abbastanza da avere la freddezza di fare 2/2 dalla lunetta a un secondo e 6 decimi dal gong, ma si migliora anche se non soprattutto grazie agli errori.
Le lacrime di Spagnolo mi hanno toccato, è vero. Così come rimango basito da quello che il collega Piero Guerrini definisce "culo di Ramondino". Devo arrendermi ed ammettere che il buon Piero, che da me avanza almeno un pranzo, ha ragione: bravo, preparato, intelligente, ma il tecnico del Derthona ha un credito illimitato con la buona sorte. In gara1 si è salvato con la magata di Christon, in gara2 ha rischiato da matti nel finale, in gara3 ha dovuto far buon viso a cattivo gioco ed ora sono arrivati gli errori di Spagnolo. Che Ramondino sia fortunato lo si sa da anni, basti rivedere gara5 di finale promozione dall'A2 quando il suo Derthona beneficiò di un suicidio collettivo di Torino ottenendo la salita in LBA quando tutto il capoluogo sabaudo aveva già pronto lo spumante per brindare al ritorno al piano di sopra dopo la figuraccia del crack societario della defunta Auxilium. Potrei al limite obiettare che Ramondino ha anche un certo credito nei confronti della fortuna, si veda la finale promozione di A2 del 2018 quando contro Trieste la sua Casale Monferrato dovette rinunciare a Giovanni Tomassini per rottura del legamento crociato del ginocchio nel primo atto. Però a tutto dovrebbe esiste un limite, persino alle botte di culo (perdonate il francesismo) così evidenti. Intanto Tortona si prepara alla sfida teoricamente impossibile contro la Virtus, oltre che allo sbarco in Europa con dodici mesi di voluto ritardo ed al planning del futuro di una arena che dovrebbe finalmente essere completata per settembre 2024. Prospettive ambiziose, quelle tortonesi, destinate a scontrarsi con le forze superiori di squadroni di Eurolega ma anche con questioni contrattuali: Christon ha sparato altissimo per restare, tra Macura e lo staff tecnico la frattura pare insanabile e le voci (confermate) su Kyle Weems e Kaleb Tarczewski rimarcano la capacità di spesa di patron Gavio ma mi fanno inarcare un sopracciglio per la reale consistenza dell'idea tattica alle spalle.
Mentre Tortona si gode il summenzionato culo (cit. On. Cav. Conte Diego Catellani, Gran Maestro dell'Ufficio Raccomandazioni e Promozioni), c'è chi in altri luoghi si domanda se la dose di fortuna si sia esaurita. Ammetto di aver sorriso leggendo i commenti entusiasti di tanti tifosi veneziani che avevano reagito smodatamente alla roboante vittoria nel derby di fine stagione con Treviso, tutti esaltati dalla prova di forza dimostrata dalla squadra di Neven Spahija contro una formazione già certa della salvezza e giunta all'appuntamento con "Vacation" delle Go-Go's nelle cuffiette e con il proprio capocannoniere che aspettava di sapere dal proprio agente se la Fortitudo si fosse decisa o meno a versargli in anticipo l'intero gettone mensile per scendere in A2. Alla riprova dei fatti, la Venezia 2.0 si è sciolta come neve al sole: successo risicato e col brivido in gara1 (se solo Bendzius avesse scelto un altro momento per mostrare di essere giunto in riserva...); a seguire, rullata pesante in gara2 davanti al sindaco-patron-proprietario-main sponsor seduto in parterre con una faccia più scura di quella mostrata dopo lo zero virgola qualcosa percento preso alle ultime elezioni politiche. In Sardegna, doppio ko, anche se nel secondo caso quell'eterno incompiuto di Jayson Granger ha cercato di regalare almeno un brivido a suon di bombe, fallendo però quella che poteva riequilibrare il bilancio di una serie segnata. Ripensando ai milioni di euro malamente spesi in campagna acquisti ed agli altri soldi (male) utilizzati in corsa per mandar via due giocatori voluti e strapagati, per esonerare un tecnico il cui ciclo si era concluso nel 2021, per prendere il fratello scarso di Allan Ray, per ingaggiare un allenatore che non voleva più nessuno in Europa e per prendere infine una svolazzante guardia francese che da riempitivo a roster è divenuta possibile panacea dei tanti mali, beh... come si fa a non lasciarsi scappare un sorriso? Ancor di più se si pensa al criterio di costruzione estiva di una formazione che doveva appoggiare la costruzione del gioco solo alle guardie e che alla fine si è ritrovata con cortocircuiti tra i piccoli, con un Derek Willis divenuto utile solo per giocate di cattiveria gratuita e col solito Mitchell Watt da abbonamento a vita al Telepass Family. Fallito ogni obiettivo stagionale con uscite rapide ed affatto indolori al primo turno ovunque (Coppa Italia, Eurocup, playoff scudetto), mi chiedo quali saranno i piani degli orogranata per ricostruire, dovendo fare i conti col contratto impossibile da piazzare di Spissu, giocatore che Spahija non vuole vedere nemmeno in foto, e con la seconda ricostruzione sbagliata in fila. L'anno scorso di tutti i volti nuovi si salvò solo Brooks; quest'anno hanno chances Tessitori e forse Parks e Mokoka, a dimostrazione di come i soldi non siano tutto ma contino il giusto quando si deve costruire una squadra. Ed auguri a tal proposito a Matteo Chillo, che dopo un anno da sventolatore di asciugamani ben pagato dovrà cercarsi una squadra disposta a dargli un ruolo ad uno stipendio infinitamente più basso - impresa mica semplice per un trentenne reduce appunto da una stagione di inattività non dovuta ad infortuni.
Non credo che rivedremo Chillo a Treviso, salvo improbabili acrobazie societarie. Il divorzio un anno fa non era stato morbido, tra mancate comunicazioni, richieste di adeguamenti salariali ed un rapporto con il nuovo allenatore mai decollato e probabilmente sprofondato con la cacciata (a pagamento) di Francesco Tabellini. Per quanto le agenzie si spertichino in questa fase a distribuire nomi più o meno altisonanti e più o meno già uditi - Vitucci viene offerto ciclicamente ad ogni estate, per dire - TvB deve attendere che il CdA della controllante ossia del Consorzio si riunisca per esaminare il bilancio e stilare il budget per la prossima stagione. In base a queste determinazioni si conosceranno le mosse successive. A cominciare dalla partita delle scrivanie che vede in ballo Andrea Gracis per una riconferma ad oggi difficile ma non impossibile, con le alternative Mayer e Giofrè uniche rimaste dopo il "no grazie, preferisco continuare con la Rucker" di Gherardini junior. Un anno fa Gracis era praticamente ai saluti, con Nicola Alberani già annunciato internamente al club; poi l'analisi dei conti, Alberani che chiede un milione e mezzo di euro per costruire la squadra, la necessità di ridurre il debito fecero compiere un robusto dietrofront ed Ike Iroegbu fu l'unico lascito della brevissima ed intangibile apparizione del manager ex Virtus Roma. Sono curioso di capire cosa accadrà ora, specie dopo che in stagione sono volate parole grosse tra giocatori, panchina e dirigenza. Intanto il nome migliore tra quelli che fino a poco tempo fa era a spasso si è già accasato altrove. E, per non farsi mancar nulla, ha già iniziato a compiere mosse intelligenti nella ricostruzione di un'altra realtà che ha rischiato di sprofondare ma che ora vuole finalmente valorizzare i suoi giovani. Altrimenti mi spiegate per quale motivo Claudio Coldebella starebbe insistentemente corteggiando Jasmin Repesa, che a Pesaro sta bene ma non benissimo e che avrebbe una gran voglia di lavorare con un vivaio ben più florido di quello della Vuelle? Di certo non è per una nostalgia che risale ai tempi dell'ultima Benetton, quando Repesa annusando l'aria pessima che tirava in Ghirada preferì andarsene con dodici mesi d'anticipo lasciando campo libero a Sasha Djordjevic. Che ora qualcuno rivorrebbe in Virtus, specie qualora Don Sergio Manolo (E)Scariolo dovesse andare altrove (Spagna? NBA?) lasciando la creatura di Massimo Zanetti in metaforiche braghe di tela. Ecco, dopo le lacrime di Spagnolo per converso avrei tanto bisogno di vedere la reazione di Djordjevic e di Bjedov di fronte ad una eventuale telefonata da parte del duo Baraldi-Ronci: mi tirerebbe su il morale. E sarebbe uno spasso anche per molti altri.

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