Dedico questo post pomeridiano a Claudio Sabatini che, dodici anni fa, irruppe in una trasmissione radiofonica. L'allora patron virtussino, irretito da quanto aveva ascoltato ossia le famose "c**zate" sul contratto di Keith Langford e sul bilancio della Virtus Pallacanestro, decise d'impeto di fare una comparsata in radio. Quell'improvvisata entrò nella storia, vuoi per il linguaggio colorito e le offese rivolte ai giornalisti in studio (che però avevano sparato a casaccio, contravvenendo ad una delle regole auree della professione ossia il controllo di fatti e fonti), vuoi per le puntualizzazioni offerte da Mister Futurshow. Che lo show, quello vero, lo fece eccome riscontrando un'eco enorme ben al di fuori di Bologna, con rimbalzi sulla stampa nazionale e non solo. "Che se ne parli male purché se ne parli", era il motto in voga un tempo. O forse lo è ancora.
L'incipit mi serve ad introdurre un argomento spinoso - più della situazione di TvB in classifica? Sì, direi di sì, almeno sino a stasera. Voglio approfondire quanto accennavo sopra: l'improvvisazione, l'impreparazione, il tuttologismo, mali atavici figli anche dell'era social e meta in cui il facile accesso alla rete internet rende magicamente sapienti (o almeno, così credono di esserlo) milioni di persone che discettano beatamente di ogni argomento pur conoscendo poco o nulla della materia. Capita anche nella pallacanestro, non solo in ambito strettamente tecnico ma ancor di più in quello normativo. Così capita che pochi soggetti, quelli che conoscono davvero l'argomento, dopo un po' avvertano un fastidio simile a quello di Claudio Sabatini e decidano di puntualizzare, di sottolineare le c**zate e spiegare perché le storie siano diverse da come vengono raccontate. Si chiama fact checking, ma se preferite potete chiamarlo "i punti sulle i".
- "nel caso Lorbek la frode sportiva non fu riconosciuta": non proprio. O almeno, le due giustizie interpellate (ordinaria penale e sportiva) si pronunciarono in maniera divergente. Il giudice penale riconobbe l'impossibilità di poter commettere una frode, visto e considerato che Massimo Zanetti, dirigente Legabasket cui Andrea Cirelli si era rivolto nella vana speranza di annullare con retrodatazione il contratto di Gino Cuccarolo, non poteva materialmente compiere l'atto fraudolento. Zanetti era funzionario LBA, non FIP, e non aveva poteri d'influenzare in alcun modo l'operato dell'Ufficio Tesseramenti che è sempre rimasto sotto il controllo federale. Il pastrocchio trevigian-bolognese dell'epoca era un accordo sottobanco tra pochi soggetti, tenendo all'oscuro altri. Accertando l'impossibilità di commettere la frode e la sua mancata realizzazione (l'annullamento del contratto di Cuccarolo rimase in un cassetto senza essere depositato), il giudice penale riconobbe l'insussistenza dell'accusa e prosciolse gli imputati - d'altronde se la frode non solo non si consuma ma è impossibile, a che pro punire dei fessi che non sono stati capaci di ottenere quel vantaggio che bramavano? Diversamente agì la giustizia sportiva che, potendo agire in regime di esclusività sulle questioni interne, non riconobbe l'impossibilità materiale della frode ma la sanzionò come tentativo di indebita influenza, con i famosi punti di penalizzazione che costarono alla Pallacanestro Treviso la licenza triennale di Eurolega e, sul medio-lungo periodo, la mesta uscita dal professionismo.
- "nel 2003 la Virtus Bologna fu radiata": no. Nell'estate 2003 la Virtus doveva onorare un contenzioso aperto dal suo ex tesserato Sani Becirovic che, operandosi alle articolazioni, aveva preferito rivolgersi ad uno specialista di sua fiducia invece di usufruire del medico indicato dalla società. Per questo motivo il club non gli aveva corrisposto le spese mediche né lo stipendio, così da determinare una lite risolta con un lodo ingiuntivo. La Virtus all'epoca era fortemente esposta al pari del suo proprietario, Marco Madrigali, la cui azienda era prossima al crac. Privo delle necessarie risorse per coprire tanto i risarcimenti dovuti a Becirovic quanto le garanzie richieste da Legabasket per confermare l'iscrizione alla Serie A 2003/'04, Madrigali bypassò la questione presentando delle fidejussioni assicurative, non valide ai fini sopra citati - la fidejussione bancaria, normalmente richiesta, è sempre ed immediatamente esigibile; quella assicurativa è pagabile solo in presenza dell'alia previsto dal contratto d'assicurazione. Le società di Legabasket si pronunciarono per l'esclusione della Virtus dal consesso LBA e la FIP ritirò l'affiliazione della Virtus ma non la radiò (la radiazione è pena prevista per il soggetto fisico, non giuridico).
- "la Virtus fu dichiarata fallita": sbagliato anche in questa occasione. Priva del suo codice federale in seguito alla revoca dell'affiliazione, la Virtus venne salvata finanziariamente da Claudio Sabatini che trovò un accordo transattivo al 30% (o anche meno) con ogni singolo creditore. La strategia vincente di Sabatini fu imperniata sul fatto che un accordo extragiudiziale avrebbe soddisfatto almeno in parte i creditori, che viceversa da una procedura fallimentare avrebbero ricavato molto meno o addirittura nulla. Salvata la società dal fallimento, Sabatini la mantenne inizialmente inattiva, poi la riaffiliò come società di base (minibasket, Esordienti) per fonderla col Progresso Castelmaggiore. Oggi la Virtus Pallacanestro è dunque quella originale, salvo il codice FIP che è quello del fu Progresso - le regole federali stabiliscono che in caso di fusione il codice soccombente ossia quello destinato a sparire debba essere quello del club posizionato più in basso nella gerarchia sportiva della stagione di riferimento.
- "Eurobasket Roma è stata esclusa in favore della Stella Azzurra": nemmeno qui ci siamo. Stella Azzurra, per quanto storica realtà capitolina, negli ultimi anni si è affacciata in A2 con diritti altrui comprati: prima Roseto, poi Biella hanno ceduto il loro posto ai nerostellati che hanno pagato il dovuto per rilevare il diritto sportivo di club indebitati ed impossibilitati a continuare con le loro sole forze. L'Eurobasket invece aveva vinto i playoff di B nel 2016 salendo di categoria ma nel 2020 il suo ex tesserato Damian Hollis aprì una vertenza per crediti spettanti e non versatigli: a fronte di una dichiarazione giudicata mendace dalla giustizia sportiva che attestava l'assenza di pendenze nei confronti di chicchessia, l'Eurobasket è stata esclusa dal torneo di A2 e costretta a ripartire dal primo campionato a libera iscrizione. Ma cosa c'entra il parallelismo con la Stella Azzurra? Entrambe non giocano a Roma a causa dell'eccessiva onerosità del PalaEur e della prolungata indisponibilità del palasport di viale Tiziano, ripiegando su altre strutture (PonteGrande di Ferentino, Guidonia). Ma la sentenza avversa a Eurobasket non ha alcun riscontro con Stella Azzurra e men che meno con la defunta Virtus Roma, crollata sotto il peso dei debiti e della gestione Toti.
- "il -16 di Varese è esagerato/riduttivo": chiacchiere da bar sport. La Procura Federale ha accertato documentalmente che Pallacanestro Varese in sede di iscrizione al campionato in corso ha depositato una certificazione non attestante il vero. Tradotto: il presidente del club ha firmato una carta in cui attestava che la sua società non aveva pendenze, come nel caso dell'Eurobasket. Peccato che non fosse vero, come la giustizia sportiva ha potuto appurare. Da lì discende il procedimento che una settimana fa ha portato alla penalizzazione. Giusta? Ingiusta? E perché Eurobasket fatta fuori e Varese salva? Per l'ultimo interrogativo, è chiaro che salvo fatti di assoluta gravità con profili di altro spessore, l'esclusione di un club da un campionato in corso può essere determinato per altri motivi e non certo per un'autocertificazione fasulla o per documenti falsificati - il caso Siena fa giurisprudenza in tal senso. L'Eurobasket fu esclusa a bocce ferme, in estate, quindi senza conseguenze dirette sul campionato; Varese poteva essere penalizzata in maniera più decisa, forzandone la retrocessione, oppure levandole la possibilità di concorrere per lo scudetto (playoff) lasciando aperta una possibilità per la salvezza. La decisione del collegio giudicante ha optato per la seconda possibilità.

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