Approfittando della pausa per le Nazionali ed al netto dell'emergenza sanitaria che purtroppo prosegue ovunque, facciamo un primo, parziale bilancio della stagione di Serie A. Due calcoli sulla situazione di classifica delle squadre, sulle potenzialità espresse o meno, sugli spunti emersi e sulle criticità evidenziate dal campionato in tempo di pandemia.
OLIMPIA MILANO (bilancio 9-0) - Capolista solitaria del campionato, la compagine meneghina sta dominando come da pronostico. Rispetto all'anno scorso coach Messina ha costruito una squadra più armonica e logica, con tantissime alternative in un po' tutti i ruoli e tanti giocatori che possono adattarsi a varie esigenze. Pecche? Forse una, la politica giovanile che cozza immancabilmente con l'obiettivo di vincere tanto e subito. Moretti non ha molto spazio ed il controllato Bortolani anche meno. VOTO 9
BRINDISI (8-1) - Alzi la mano chi in estate pensava che l'Happycasa potesse ripetere gli exploit delle ultime due stagioni senza poter contare sul collaudato asse Banks-Brown. Invece coach Vitucci ha sostituito egregiamente i tanti partenti senza sacrificare eccessivamente la dimensione italica, tanto da sfruttare al meglio non solo i confermati Zanelli e Gaspardo ma anche Udom e Visconti, pescati in A2 ed adeguatamente valorizzati. E Willis è una piacevolissima scoperta. VOTO: 10
VIRTUS BOLOGNA (5-3) - Doveva essere la prima se non l'unica avversaria di Milano. Invece la Vu Nera ha faticato un bel po' finora dovendo accontentarsi della terza piazza. Mietendo qualche vittima illustre (leggi Venezia) ma scivolando su bucce di banana inaspettate (Cremona). Ufficio inchieste già preallertato per Abass che non riesce proprio ad adattarsi alla tattica di Djordjevic mentre confortano i progressi di Hunter e soprattutto di Pajola. VOTO: 7
VL PESARO (5-3) - Dalle stalle ad una posizione non stellare ma comunque solida. Bella e particolare la parabola della Prosciutto di Carpegna (nota personale: pecunia non olet... ma chiamare così un club fa sorridere) che è a ridosso delle posizioni di testa grazie ai massicci investimenti compiuti in estate dopo che nella precedente stagione le scommesse al ribasso non avevano pagato. All'appello mancherebbe sempre il centro di scorta ma i soldi non ci sono e si farà altrimenti, sempre sperando che prima o poi la voce botteghino trovi realizzazione. VOTO: 7,5
REYER VENEZIA (5-3) - Squadra che vince non si cambia. Difatti in estate i lagunari hanno inserito appena due volti nuovi - o meglio, uno più un utile sparring partner - nel telaio preesistente. L'età media sempre più alta però inizia a farsi sentire e così si spiegano gli acciacchi nel reparto lunghi che hanno tenuto diversi elementi più in infermeria che sul parquet. Nel frattempo Casarin jr. si sta ritagliando qualche meritato spazio. VOTO: 7
DINAMO SASSARI (4-4) - Ci si aspettava qualcosa di più da parte del Banco che finora non ha certo entusiasmato. Qualche problema fisico unito alle difficoltà di Tillman di adattarsi al ruolo di centro hanno condizionato il cammino dei sardi, sinora in equilibrio ma senza acuti particolari. Intanto Spissu ottiene importanti conferme e questo è bene anche per il movimento nazionale. VOTO: 6
VARESE (4-5) - Sia benedetta la longevità di Luis Scola! A 40 anni suonati l'argentino è la piacevole costante della Openjobmetis che prosegue un po' a singhiozzo. Recentemente si è svegliato Toney Douglas, a lungo sul banco degli imputati ed a rischio taglio, ma ci si continua ad interrogare sulla reale tenuta del reparto lunghi in cui, Scola a parte, non si vedono grandi certezze. Per ora comunque la posizione di classifica è più che soddisfacente. VOTO: 6,5
AQUILA TRENTO (4-5) - Partita malissimo, la Dolomiti Energia si è raddrizzata strada facendo ma regalando un bel po' di punti qua e là. Di sicuro Browne non è Craft e JaCorey Williams è fin troppo condizionante nel gioco di Brienza che dipende molto anche dalle condizioni di Kelvin Martin come vero equilibratore in campo. Anche qui, buone notizie dal fronte interno con prove abbastanza convincenti dei prodotti locali Conti e Ladurner. VOTO: 6
REGGIANA (3-3) - Covid-19 a parte, la mano di Martino si è vista. Una squadra quasi interamente rifatta (unico superstite dell'anno scorso, Leo Candi) ha offerto quando è scesa in campo un'immagine di concreta solidità esprimendo un basket a tratti anche divertente. La speranza lungo la via Emilia è riposta nel fatto di aver pagato interamente il debito nei confronti della pandemia dopo aver avuto l'intera squadra a letto col virus. VOTO: 6,5
TREVISO (3-3) - Tantissime scommesse a prezzi d'occasione; una bocciata sonoramente, qualche altra ancora in piedi anche se malferma, qualcuna più convincente. E poi l'eterno Logan, in gara con Scola per il trofeo del capocannoniere ignorando la carta d'identità. Quel che è certo è che, dimenticando i rinvii per malattia altrui, dall'arrivo di Sokolowski la squadra di Menetti ha assunto una fisionomia più quadrata esaltando le doti anche di Chillo. VOTO: 6
CANTU' (3-4) - Anche in Brianza si è tagliato qualcosa al budget privilegiando qualche scelta conservativa ma dando anche molto spazio ad un giovane locale. Procida si sta adattando in fretta, Kennedy è il degno erede di Hayes e Pecchia si conferma una bella pescata. A non dare grandi garanzie invece sono i veterani, con Smith frenato dal coronavirus e Leunen che non sembra più quello di qualche anno fa. VOTO: 6
TRIESTE (2-3) - Appena cinque partite per i giuliani prima che il coronavirus entrasse in scena. Luci ed ombre nel bilancio parziale, con la cabina di regia italiana e un buon Alviti a sciogliere in sorriso il volto duro di Dalmasson. Tanti gli infortuni muscolari e forse troppi i rimpiazzi occasionali, con due tesseramenti per rimpiazzi già bruciati. VOTO: 5,5
CREMONA (2-4) - Per un club che a inizio luglio pareva destinato a chiudere definitivamente, già esserci è un successo. Vincere poi un paio di partite con un roster costruito in meno di dieci giorni, mixando americani da scoprire, un vecchio marpione (Poeta), un italiano in cerca di rivincite (Mian) e il comunitario dal costo più economico del campionato (Palmi) non è da sottovalutare. Quindi, per quel poco che si è visto, giù il cappello davanti a coach Galbiati. VOTO: 7
VIRTUS ROMA (2-7) - Altra società che teoricamente non si sarebbe nemmeno dovuta iscrivere. Ma se la Vanoli ha reperito le risorse necessarie per coprire l'annata, nella Capitale si è ancora una volta scommesso al buio basandosi su promesse verbali. Il tanto teorizzato cambio di proprietà ancora non c'è stato e si sono già viste due presunte cordate abbandonare il campo. Bucchi fa quel che può ed è già tanto, grazie soprattutto all'abnegazione di Baldasso e Campogrande. Fa sorridere amaramente ancora una volta la presenza di un giocatore pagante, oltretutto americano, tanto per far capire la disperazione di un club costretto ad elemosinare dei soldi in ogni modo. VOTO: 5
BRESCIA (2-7) - Persino Joe Bastianich si direbbe diluso da quel che sta facendo la Germani. Un roster teoricamente di primo livello sta faticando enormemente ad esprire il potenziale. Colpa di chi? Di Esposito, che già due volte ha minacciato di dimettersi? Di Ristic che pare la copia serba di Ancellotti senza però giustificare la differenza di ingaggio? Di Vitali che fa emergere tutte le proprie pecche in regia? Bel mistero. E finora l'ultimo posto è evitato solo dal regalo di Treviso alla terza di campionato. Vuoi che muoro? VOTO: 4,5
FORTITUDO BOLOGNA (1-7) - Un disastro. La tifoseria rimpiange Antimo Martino e non ha tutti i torti: Sacchetti non ha dato finora nemmeno un'impronta offensiva chiara ad una squadra con troppi solisti per poter essere diretta in maniera organica. Non basta appellarsi agli infortuni di Fantinelli e di Happ ed agli errori di mercato (lista lunga: Toté, Palumbo, Withers, Fletcher) per spiegare un bilancio in profondo rosso. Ed a proposito di conti, la situazione potrebbe precipitare visto che all'appello mancano sempre i soldi del botteghino che rappresentano una grossa fetta di introiti e che all'orizzonte c'è il lodo di Strawberry da pagare. VOTO: 3
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