Proseguiamo con i bilanci stagionali. Stavolta parliamo di personaggi tra campo, panchina e scrivania in questa singolare stagione monca nei campionati nazionali.
PROMOSSI
Sasha Djordjevic
Qualcuno non aveva gradito la modalità del suo ritorno su una panchina italiana un anno fa, scalzando l'incolpevole Sacripanti. Ma il buon Aleksandar ha dimostrato con i fatti di non essere un raccomandato, né un semplice motivatore disegnando una squadra quadrata e divertente al tempo stesso. Certo, aver sbagliato la partita dei quarti di Coppa Italia è un bel difetto ma la perfezione non è di questo mondo
Stefano Sardara
Il suo sorriso sornione spesso nasconde trame mefistofeliche. In dodici mesi ha rispolverato un matto da panchina come Pozzecco, ha incamerato due trofei, si è preso il merito di non aver fatto morire la piazza di Torino con il trasloco della sua Dinamo Lab e ha completato il golpe interno alla LBA estromettendo Bianchi che non gli piaceva insediando un nuovo presidente operativo. Vittoria su tutta la linea. Ed in campionato la sua Sassari pareva la contendente numero uno della Virtus. Scusate se è poco.
Massimo Cancellieri-Massimo Bulleri
Trasformare Ravenna da modesta piazza di media A2 in capolista del girone Est in cui storicamente si annidano le pretendenti più pericolose alla promozione (tre anche questa volta con Udine, Verona e Forlì) non era cosa semplice. Il duo in panchina ci è riuscito e dispiace davvero non averne avuto riprova nei playoff. Da segnalare che Ravenna aveva pure ottenuto le Finali di Coppa LNP prima della chiusura anticipata: chissà se ci sarà un seguito...
RBR
Per chi non lo sapesse, è l'acronimo di Rinascita Basket Rimini. Che in origine, appena un paio d'anni fa, era "Rivogliamo il Basket a Rimini", un'iniziativa di tifosi stufi della gestione fin troppo minimal marchiata Big Luciano e desiderosi di dare una scossa ad una piazza storica. Con una poderosa unione d'intenti quello che era stata bollato come una specie di mal di pancia collettivo è diventato un club che prima ha conquistato sul campo la Serie B e che stava giocando in maniera gagliarda con chances di concorrere per un altro salto di categoria. Tra l'altro, cosa di non poco conto, riportando la gente al "Flaminio". A dimostrazione che il basket è passione viscerale senza conoscere categoria.
Rucker SanVe
Altra realtà di B che si è ritagliata uno spazio importante, issandosi al secondo posto del Girone B e dimostrando una discreta solidità. Merito della mano di Marco Mian e della dirigenza che con le giuste risorse e senza fare proclami ha mosso i giusti passi. Guardando il roster si ritrovano poi tre pedine chiave della TVB delle origini: come ai bei tempi del Natatorio in campo ci sono Edo Rossetto, il guerriero Dorde Malbasa e Jack Vedovato, ragazzi che hanno trovato una dimensione precisa divertendosi e facendo divertire.
RIMANDATI
Umberto Gandini
Appena insediato, il neo presidente di LBA si è ritrovato a dover gestire il più bollente dei tuberi, mediando tante posizioni diverse per alla fine giungere alla conclusione nota a tutti ed immaginabile già un mese fa. A lui ora spetta un lavoro ingrato, cioè cercare di tenere in piedi la baracca finché non si saprà come e quando ripartire. Nell'attesa occorrerà mediare con la GIBA per un taglio degli stipendi che non piace ai giocatori ma è condizione necessaria per la sopravvivenza dei club. E magari capire se ci sarà spazio di manovra a livello legislativo per una revisione della Legge 91 che soffoca il basket da 25 anni senza portare benefici. E se si tornasse al dilettantismo?
Federico Perego
Non è tutta colpa sua. Il materiale messogli a disposizione da Pesaro era di un livello non eccelso, anche se ci fosse stato lo squalificato DeJuan Blair. A finire nel tritacarne alla fine è stato questo tecnico ancora giovane e che era tornato in Italia per provare a dare una svolta alla carriera dimostrando di poter fare qualcosa di buono anche da capoallenatore in condizioni di estrema difficoltà. Non ci è riuscito ma credo che meriti una seconda possibilità. Magari ancora lontano dall'Italia dove, si sa, la pazienza media dei club è davvero poca.
Pietro Basciano
Nel 2014 fece il golpe contro la Bragaglio con la scusa di una gestione deficitaria della nuova LNP allargata (all'epoca c'era pure la C) e raccolse consensi. Dopo poco più di cinque anni la crisi ha spaccato i club di A2 e ha provocato fessure anche in B. Qualcuno contesta il presidente e la sua gestione dell'emergenza e non è escluso che alla ripartenza, quando avverrà, qualcosa possa cambiare. Anche perché perse nel giro di un paio di anni le grandi piazze propulsive, il rischio per LNP è quello di un interesse scemante.
BOCCIATI
Gianni Petrucci
Il Moloch stavolta potrebbe essere davvero ad un punto di svolta. Perché dopo anni ed anni di mugugni, stavolta le società sono davanti ad un bivio deciso: cambiare o sparire. E il presidentissimo, finora immune a scandali e proteste, sa che il tempo delle dichiarazioni di facciata è finito. Se non ci si muove per tempo si rischia di distruggere tutto in breve tempo. Come uscirne? Prestando ascolto in maniera convinta alle istanze che arrivano in via Vitorchiano. O così, o non ci sarà futuro per nessuno.
Ettore Messina
Milano l'ha voluto, inseguito, firmato, assecondato. Ma dopo anni di assistentato in NBA ed investito di un doppio ruolo tra campo e scrivania, il fiero Ettore ha toppato. Perché in Italia visti e tesseramenti sono contati, le partite sono tutte importanti (in America delle 82 di regular season contano davvero 8-9 confronti, il resto è spettacolo) e non si possono commettere errori nelle scelte e nelle strategie. Gli infortuni non l'hanno aiutato - un suo collega come Menetti cosa dovrebbe dire? - però quando si dispone di un budget di 30 milioni di euro con piena carta bianca sul fronte operativo non ci si può nascondere dietro un dito.
Julyan Stone
Quando il giocatore fondamentale della tua squadra fa una fesseria fuori dal campo e mette nei guai tutto il tuo sistema, hai due possibilità. La prima è metterlo fuori rosa, cercare un'alternativa (non c'è, almeno non è disponibile) e dargli il benservito. La seconda è aspettare che si calmi e che torni un po' in sé. Venezia ha optato per la seconda strada e finora, Coppa Italia a parte, non ha avuto granché ragione. Una cosa è certa: erano anni che non si vedeva un tale insieme di talento, fisico ed assoluta sregolatezza. Da un professionista ci si aspetterebbe ben altro, specie tenendo conto che senza di lui in difesa la sua squadra è scoperta al massimo.
Juve Caserta
Ci risiamo. Il club bianconero è rinato dalle ceneri e tornato da poco più di un anno sui campi e si ripresentano i vecchi problemi. La vicenda Swann evidenzia un malcostume mai messo da parte. E non si capisce dove si voglia andare di questo passo. Anche perché il padrone del vapore è sempre lo stesso di tre anni fa, quando scavò la fossa alla sua società con le proprie mani cercando le furbate e facendosi pizzicare in un modo così plateale da farsi cacciare a pedate dalla Serie A difesa sul campo con grinta e merito dai giocatori. A quando un netto cambio di registro?

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