mercoledì 28 novembre 2012

A proposito di campanilismo...

Anni fa, Rosario Caputo, all'epoca presidente della JuveCaserta, diede una duplice definizione del termine derby nel basket: "Quello con Napoli è derby, gli altri sono succhi di frutta". Inutile specificare il significato anni '80 del riferimento. 

Derby, intesi come sfide stracittadine o anche provinciali/regionali, ce ne sono tanti. Treviso Basket in questa annata particolare, nel campionato di Promozione, ne ha tanti e non ne ha nessuno. Mi spiego meglio. Nel torneo provinciale l'unica squadra del capoluogo della Marca è appunto TVB. Per trovare una rivale, occorre uscire dal confine comunale in direzione sud-ovest (Pol. S. Giorgio Quinto) o nord-est (Olimpia Carbonera). A seguire, tutte le altre, fino a due avversarie addirittura fuori provincia, Valbelluna (Belluno) ed Agordo.
A prescindere da rivalità ovviamente inesistenti, sia a livello societario che tra tifosi, c'è comunque, per tutti, la possibilità di mantenere acceso il confronto a distanza. Specie tra curve. Così, se mai si è sentito e mai si sentirà, al Natatorio o in trasferta, un coro avverso ad una squadra che incroci il cammino con i biancocelesti di coach Goran Bjedov - anzi, è vero il contrario, dato che in Promo si possono udire soltanto gli incitamenti ai propri beniamini - è frequente l'innalzarsi di slogan contro antiche nemiche. In particolare, Venezia. E Mestre.
La stessa cosa accade in Serie A, sette categorie più in alto. I tifosi orogranata raramente dimenticano di intonare cori di dileggio a Treviso, nonostante la rivalità diretta, sul campo, sia rinviata a data da destinarsi, ovvero a quando le due squadre torneranno ad incrociarsi sul parquet. Fa parte del gioco e dell'essere italiani. Come i gemellaggi: Treviso nel massimo campionato non c'è, ma i suoi sostenitori vantano legami d'amicizia con alcuni gruppi di altre squadre. Dopo la Reggiana al Palaverde lo scorso 6 ottobre, è prevedibile una rappresentanza dei Fioi dea Sud al Taliercio il prossimo 24 marzo, quando Biella si recherà a Mestre, come già avvenne quasi nove mesi fa a Villorba. Destando scandalo, peraltro, tra i sostenitori lagunari che forse non conoscevano l'usanza.

Di che stupirsi? E' costume che le tifoserie gemellate si supportino a vicenda. Anche in caso di sparizione della squadra del cuore. Per un paio d'anni, i fortitudini della Fossa hanno accompagnato in varie occasioni il recentemente sciolto IBN casertano. Dal 2001 dalla balaustra della curva del Pianella occupata dagli Eagles campeggia uno striscione che ribadisce l'amicizia tra i brianzoli e Montecatini. E quante volte i romani, in trasferta al nord, hanno trovato i triestini a dar loro man forte? Magari non piacerà a tutti, ma si usa così. Se serve, anche nei derby. Ed a Bologna ne sanno qualcosa.

Torniamo al confronto a distanza tra Treviso e Venezia. Qualcuno, nei pressi del Ponte della Libertà, ancora pare non aver ancora digerito il risultato dell'ultimo scontro tra le due compagini, il 28 aprile scorso. Sarà per il risultato conclusivo, sarà per la differente carica agonistica, sarà per episodi di contorno poco edificanti (il patron veneziano che in diretta televisiva indica le proprie parti basse ai giocatori, ad esempio), sarà per articoli apparsi sulla carta stampata non graditi. Sia quel che sia, oltre il campanilismo, pare esserci qualcuno che vorrebbe una rapida rivincita. Chissà perché. Ed all'arrabbiatura che si trascina da mesi si accompagna nel frattempo la delusione per i risultati agonistici di una squadra che, osservando la lista dei nomi dei giocatori che la compongono, pareva pensata in origine per una cavalcata in grande stile nelle sfere alte della classifica e che invece attualmente langue nei bassifondi, vittima di un non-gioco, di involuzioni psicologiche e caratteriali, di un marasma che mescola problemi fisici a questioni di spogliatoio.
A queste persone, posso solo fornire un suggerimento. Volete vedere del bel basket, dello sport autentico? Scendete di categoria, andate a vedere qualche partita dei campionati regionali e provinciali. Non troverete il campionissimo, l'ex azzurro, lo straniero da 30 punti o da 20 rimbalzi. Scoprirete però il cuore autentico della pallacanestro, dove la rivalità può essere vissuta in maniera differente, senza l'assillo del risultato ad ogni costo e dello sfottò a prescindere. Ne vale la pena. E lo dice chi per anni ha visto finali scudetto e di Coppa Italia, oltre alle competizioni europee per club. Il basket vero è in basso, è alla base.

Per tutti gli altri, che ancora oggi preferiscono dilettarsi nell'antica arte del rimuginare su sconfitte subite, esiste un solo rimedio. Un forte antiacido, in alternativa ad una sana camomilla.

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