C'è un mattone scagliato in alto nel cielo. Un mattone che prima o poi dovrà rispettare la legge di gravità e piombare nuovamente a terra. O in testa a qualcuno. Se nell'acclamata serie tv della HBO "Watchmen" che spero ardentemente abbiate visto - è andata in onda su Sky Atlantic da ottobre a dicembre scorsi in contemporanea con gli Stati Uniti - il laterizio racconta con una curiosa perifrasi le vicende umane di alcuni protagonisti inseriti in una greve allegoria da Laurie Blake, ebbene un mattone c'è anche nella storia recente di TVB. Ed anche in questo caso è un pericolo incombente, sottovalutato, dimenticato, taciuto. Si chiama fallimento sportivo e potrebbe piombare sul cranio di qualcuno prima dell'estate.
Qui però non c'è un dio imperscrutabile che giudica, né tre eroi che vengono scaraventati all'inferno perché troppo timidi e teneri o slegati dall'umanità oppure eccessivamente cinici e cerebrali. No. Ma il mattone c'è e finora è rimasto in fase ascendente. Prima o poi dovrà cadere. Intanto però alcuni giudizi sono stati emessi, tra mercato estivo e stagione regolare. All'inferno, o meglio fuori da TVB, sono finiti in tanti e qualcuno sta per seguirli.
Il talento e le capacità non bastano a salvarsi dalle scelte. "Cosa sai fare? Cosa puoi darmi?": queste sono le domande cui non si può sfuggire.
Il primo è stato Eric Lombardi. Immaginiamo le sue risposte: "So giocare in due ruoli di ala, conosco già la Serie A, sono migliorato al tiro da fuori e do una bella mano in difesa sull'uomo e sulla palla oltre che a rimbalzo". Bene... però hai avuto la sfortuna di romperti un tendine negli scorsi playoff quindi non ti si può attendere come quando arrivasti qui, reduce dall'infortunio al piatto tibiale, ti pare? SNAP! e giù all'inferno.
Poi Dominez Burnett. Era sicuro di farcela, aveva un contratto garantito grazie alla promozione ai playoff dopo un'annata eccellente. "So fare un po' di tutto, sono una guardia mancina ma posso anche portare palla, condurre la transizione, difendere forte, giocare 3, inventarmi agente speciale difensivo". Bene... però il tuo contratto per la serie superiore è troppo oneroso, me ne accorgo solo ora, e mi servono soldi per firmare un play titolare straniero, visto che tutti quelli che ho contattato finora hanno respinto le mie avances perché offro due bagigi come compenso. Quindi mi dispiace 'Nez ma... SNAP! e giù all'inferno
Al posto di Burnett, Turner. Non il casinaro del film ma poco ci mancava, visto il mix micidiale di genio (poco) e sregolatezza di Elston. "Ho talento offensivo da vendere, posso crearmi occasioni offensive dal nulla, gioco 2 e 3 senza problemi, conosco l'Italia, sono stati in A e A2 facendo sempre bei bottini quanto a punti". Bene... ma... Non sei un cestista, sei un trippone! Sei arrivato con una settimana di ritardo e completamente fuori forma. Costerai poco ma che me ne faccio di te? "Veramente mica penso di restare qui a lungo e comunque se mi aspettate posso dimagr..." SNAP! e giù all'inferno.
Il prossimo della lista è Luca Severini. Manca poco al suo turno. "Non è neanche un anno che sono qui... non rompo le scatole, mi alleno duro, gioco quando serve e se occorre anche da ala piccola, non proprio il mio ruolo. Se mi buttano in campo a babbo morto o con mezza partita da giocare, non fiato e faccio lo stesso quello che posso". Bene... però il campo finora l'hai visto quasi solo in emergenza, cinque lunghi sono troppi, Parks è solo un 4 e soprattutto voglio alleggerire il monte stipendi per avere il margine per un possibile ulteriore cambio. Lo capisci? "Sì, tanto ho le valigie pronte già da un po'" Lo schiocco di dita arriverà a breve.
Queste le scelte sacrificali. Nel mezzo, qualche altra decisione poco comprensibile. Come la gestione di un Alviti molto meno testa calda rispetto ad un anno fa e decisamente umile ed al servizio della squadra: un mistero la sua collocazione di decimo in rotazione, senza giochi pensati per lui e chiamato spesso a far numero in campo, salvo ovviamente infortuni o serate storte altrui. O quella di Tessitori, fuori forma fisicamente e ben poco concentrato mentalmente, eppure mandato in campo a far danni anche in serate in cui si capisce al volo che sarebbe meglio farlo accomodare in borghese a lato panchina. Oppure quella di sostituire l'impresentabile Turner di cui sopra con un esordiente nel basket europeo, Charles Cooke III, allontanato da una squadra tedesca per "incompatibilità" già ai primi di agosto cioè dopo dieci giorni di raduno, dandogli peraltro un numero di maglia non esattamente incoraggiante ed anzi utile a definirlo in tutto e per tutto (il ruolo in campo è lo stesso) quale erede ideale di Quenton DeCosey.
Mentre le dita schioccano o meno, il mattone si prepara a scendere. Un sibilo lontano avverte dell'evento. Dove cadrà? Fracasserà qualche cranio? Rovinerà qualche situazione? Lo vedremo nelle prossime settimane. Forse già domenica a Pistoia in un dentro-o-fuori da vietare ai deboli di cuore. E forse pure a qualcun altro.
Nota a margine: Quis custodiet ipsos custodes? (Giovenale, VI Satira)

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