Per una volta non parliamo di aspetti tecnici o agonistici. Parliamo di organizzazione. Quindi rivolgo un plauso sincero al direttore generale di Treviso Basket Giovanni Favaro. Devo anche spiegarvi perché?
Guardate la foto, sintesi di un Palaverde pieno come un uovo, come era stato nelle scorse finali promozione di A2 ed in poche altre occasioni. Scontato? Non direi, viste le tante polemiche attorno. Perché oltre alla questione parcheggi, stucchevole e ripresa in maniera abbastanza fuori luogo da un quotidiano locale oggi, c'era il problema di fondo del match fuori abbonamento.
Qualcuno può esserselo dimenticato ma la partita contro Milano era stata esclusa dalle tessere stagionali e l'annuncio, rilasciato alcuni mesi fa, aveva fatto subito discutere. Giusta o sbagliata, la decisione aveva scatenato la solita ridda di voci ed il consueto rumore di sottofondo, il brusio o brontolio, tipico del trevigiano medio. Accuse di voler speculare, di voler far cassa, di non rispettare gli abbonati. E lo spettro di offrire una cornice non del tutto degna all'occasione, cioè il gran debutto in Serie A - o, se si preferisce, il ritorno della piazza di Treviso nel massimo campionato.
Invece ieri sera in quel meraviglioso catino che è il Palaverde non avanzava spazio nemmeno per uno spillo. Gente in piedi, gente seduta sulle scale, tutti impegnati a gustarsi lo spettacolo della Serie A ed a sostenere dagli spalti. La scommessa si è rivelata vincente.
Tutto bene? Non proprio. E non mi riferisco alla partita. Si può ancora crescere e migliorare. Il presidente Vazzoler auspicava ieri sera che il ruggito del pubblico trevigiano, quello udito nelle finali contro Capo d'Orlando e che aveva stupito tutti lo scorso giugno, diventasse una costante. Ecco, quel ruggito va recuperato. Il successo della stagione di Treviso Basket passerà anche per questi dettagli.
Nessun commento:
Posta un commento